Tenace, volitiva e perfezionista, è così che ci appare Anna Maria Bernardini De Pace, noto avvocato matrimonialista che oggi per noi di The Way Magazine ha aperto le porte della sua bellissima casa di Milano.
Un attico di più di 300 metri quadri nel cuore del centro storico della città a due passi da San Babila e con un affaccio sulla Villa Necchi Campiglio. Una casa senza pareti, a pianta circolare perché l’avvocato soffre di claustrofobia e per questo ha deciso di optare per una casa open space.
Tempo fa l’avevo intervistata nel suo studio in Via Serbelloni a Milano per il mio programma televisivo IL BELLO DEL MATTONE.
Oggi, ha deciso di mostraci gli ambienti più privati. L’ampio salone con terrazzi piantumati, la cucina, la sala bagno e le camere da letto. Un mix tra antico e moderno, dove l’elemento natura ritorna continuamente. Dalle maniglie delle porte a forma di foglioline, alle lampade a forma di albero, dalla rara collezione di rane ai mosaici floreali. Anna Maria Bernardini De Pace definisce la sua casa come un monolocale di lusso per signora. Una casa aperta appunto, un unico ambiente ma lussuoso e molto spazioso. Non sopporta infatti gli ambienti ristretti e confessa: “Nessuno ha mai capito il mio desiderio di apertura. Soffro di claustrofobia e volevo una casa aperta tutta per me”.
L’avvocato di origini leccese, nelle aule dei tribunali è temuta dagli avversari ma in casa si è presentata ai nostri occhi come una accogliente ospite, da vera donna del sud ci ha ricevuto calorosamente e ci ha raccontato con entusiasmo vivace che non è stato facile seguire i lavori di ristrutturazione. Anzi, per dirla tutta, è riuscita a litigare con ben 8 architetti e alla fine ha deciso di ristrutturare la sua casa da sola.
Perché ha proprio deciso di acquistare questa casa?
Mi sono innamorata solo ed esclusivamente dei terrazzi. Appena sono entrata in casa mi hanno colpito, è stato un vero colpo di fulmine. L’idea di avere a Milano degli spazi aperti in cui poter passare del tempo mi faceva impazzire. Trascorro molto tempo in ambienti chiusi e per me la casa deve essere un luogo rilassante. Amo coltivare anche i pomodori sul terrazzo. Mi piace prendere il sole e lavorare fuori.
Come si presentava questa casa quando l’ha acquistata?
Una casa troppo razionale per i miei gusti. La tipica pianta di casa degli anni 70 con tante stanze piccole e tanti corridoi. Ho abbattuto tutte le pareti. Per realizzare la sala bagno ho rinunciato ad un ambiente della casa. Volevo un bagno comodo e l’ho realizzato tutto in marmo di Carrara. Ai nostri occhi ci appare quasi come il camerino di una star. Mi piace passarci del tempo e quando sono in bagno guardo anche la tv. Mi piace molto il bianco è per questo ho scelto questa tipologia di materiale. Mi ricorda le cave che vedo da lontano dalla mia villa al mare di Monte Marcello. Ho voluto una casa senza corridoi, ho voluto realizzare una certa continuità tra gli ambienti esterni dell’appartamento con quelli interni.
Qual è l’ambiente più particolare della sua casa?
Sicuramente l’ingresso. Il soffitto è impreziosito da oro zecchino e non è stato facile realizzarlo. Durante i lavori mi ricordo che tutta la casa si era impolverata d’oro. È stato piacevole e divertente. L’ingresso ha la forma di un utero materno, ovale. Perché la casa è un luogo per me accogliente. Tutti i giorni ascolto le storie tristi di mie clienti, che mi raccontano le loro vite, separazioni, divorzi. Durante il giorno sono intrisa del loro dolore e per questo in casa voglio un ambiente sereno e colorato. Divertente. Qui è pieno di mosaici perché rappresentano un po’ il mio lavoro. Io metto assieme pezzi distrutti delle vite dei miei clienti. Cerco di ricucire qualcosa che inevitabilmente si è distrutto.
La sua casa è abbellita da tappeti molto particolari. Da dove arrivano?
Sono tappeti tibetani, molto preziosi, delle opere d’arte. Ogni tappeto è fatto a mano e per me dietro ogni tappeto c’è una vita. Il lavoro certosino e artistico di manovali esperti di tessitura. Mi piacciono molto e ho deciso di metterli anche in bagno. Li trovo molto moderni nonostante raccontino storie antiche. Questa è una casa infatti dove gli oggetti degli anni 30 e 40 si combinano perfettamente con opere più contemporanee. Un allestimento molto personale, ogni ambiente infatti parla di me.
C’è qualcosa della casa che vorrebbe cambiare a distanza di tempo?
Devo dire che i progettisti avevano ragione. Avrei dovuto realizzare più stanze. La casa ha una metratura tale che lo permette. Però non mi lamento, mi basta la mia camera e quella degli ospiti. Anzi dei miei nipotini che vengono a trovarmi spesso. Attualmente la seconda camera è adibita a camera armadio ma all’occorrenza si trasforma in comoda camera da letto.
Foto d’apertura: ritratto di Bob Krieger di Anna Maria Bernardini De Pace.