La self-isolation degli ultimi mesi ha colpito duramente la queer community di tutto il mondo. Billboard, la bibbia della discografia americana, addirittura ha pubblicato un progetto per mostrare la ‘favolosità’ delle drag in quarantena, che non rinunciano al trucco-parrucco come se dovessero andare in scena tra qualche minuto. Noi abbiamo scoperto invece Steah, in veneto “stella”, che è una diva che infamma(va) i palchi della queer nation spagnola fino all’anno scorso. Bellissima e con grande stile, Steah arriva dal nord est italico e ha trovato fortuna, amore e seguito in Spagna. Steah ha anche un’attività collaterale alle esibizioni che al momento sono sospese (almeno quelle con pubblico dal vivo): la cura e creatività delle parrucche a cui ha dedicato un profilo Instagram.
Le tue foto sono molto ricercate. A chi ti affidi?
Per le foto non sono mai in solitudine. C’è la mia creatività e poi assieme al fotografo, che sia Atila Marquez o Yste con cui collaboro molto, parto da un’idea e decidiamo assieme lo sviluppo assieme. Quelle che funzionano spesso sono quelle alla fine dello shooting. Stavo uscendo per andare a una serata, sotto al palazzo vicino alla cassetta postale abbiamo fatto degli scatti insolitamente glamour.
Quale look ti piace di più?
A me piaccio molto con la corona in testa e la spada. Ma sono affezionata a tutte, perché ci metto tempo per realizzarle, spesso una giornata intera per un solo look. Le parrucche mi richiedono preparazione anche di 4 ore.
Quali sono le tue origini e dove sei ora?
Vivo ora a Torredembarra vicino Tarragona, dopo essere arrivata a Barcellona, sono da 8 anni qui. Ho fatto la scelta giusta, anche se inizialmente mi ha portato solo l’amore. Il mio nome Steah significa in dialetto veneto ‘stella’ ed è come mi chiamava mia nonna quando vivevo in veneto e come si chiamava il mio cane.
Confermi che essere drag non è indicazione di un orientamento sessuale preciso?
Drag queen può essere qualsiasi persona. Ora che ho 30 anni mi piace molto esprimermi in immaginazione che ho nella mia testa senza basarmi su parametri che da più giovane in qualche modo si influenzano. In qualità di drag, poi, quest’anno ho dovuto anche ripensare all’essenza stessa di questa parola.
E a che conclusione sei arrivata?
Se non è permesso fare spettacoli viene meno la performance che è l’atto più adrenalinico del nostro mondo. Per compensare vado avanti a fare foto shooting online e poi pettino perrucche anche per altra gente. Le compro, le modello e le preparo per chi fa burlesque e servizi fotografici.
Come si sta in quarantena da drag?
Svilluppo di più la creatività e mi ritrovo più tempo per pensare, non sto mai fermo e il tempo a disposizione mi ha aiutato a produrre di più. Un cambiamento interessante di prospettiva per che che ho iniziato a fare drag in Spagna. Prima avevo solo fatto modello androgino per alcuni e facevo parte dei club kids senza una connotazione vera. Non prendevo seriamente come lavoro il fatto di fare intrattenimento con la mia presenza. Poi ho pensato di andare a fare qualcosa di livello artistico. Che però rispecchi anche la mia persona, per questo se appaio sexy non voglio coprire i tatuaggi, che ho sul corpo da prima di diventare drag. Sono parte di me e al pubblico piace così. Ho un’immagine provocatoria, potrei dire, e quindi stanno bene.

Steah è una tua invenzione. Ma chi sei realmente?
Steah non è molto diverso da me, siamo simili, soltanto che la sera diventa un po’ più appariscente. Alla fine è un’immagine, lo so, ma la persona che c’è dietro sono io. Mi reputo molto semplice e umile, molto diretto, tengo molto ai valori umani, al rispetto, all’amicizia, alla lealtà. Anche se nelle performance ho deciso di spingere sul lato erotico, sono innamorato dell’amore, e promuovo una voglia di pensiero libero. Mi piace la seduzione, infatti termino gli spettacoli sempre completamente senza veli pur non mostrando oscenità.
Come vedi il futuro in questo momento?
Sono abbastanza gender fluid anche di testa e quando sono Steah mi sento come… capita. Per tornare a come eravamo passerà del tempo confido in nuove opportunità e ho speranza nell’evoluzione, più che nelle restaurazioni. E poi sai cosa ti dico? Che la gente della notte ha abitudine a vivere il peggio. Passerà anche questa.
per seguire Steah: instagram.com/lasteah