Recentemente è stato presentato a Roma il restauro conservativo del monumento in marmo realizzato da Jacopo Sansovino raffigurante la Madonna del Parto presso la Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio: si tratta del primo intervento nella capitale dedicato a un’opera inamovibile, e per questo motivo rientrante nel filone monumentale del programma Restituzioni. Ed è stato realizzato nell’arco di sei mesi con la tecnica del bio restauro, che prevede l’impiego di microbatteri al posto dei solventi tradizionali.
Il restauro del gruppo scultoreo di Jacopo Sansovino, nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, è stato caratterizzato dalla collaborazione di diversi enti di ricerca, impegnati nello studio preliminare e nell’applicazione di tecnologie biosostenibili ed ecocompatibili: un intervento coordinato dalla Soprintendenza Speciale di Roma e promosso nell’ambito del progetto Restituzioni Monumentali da Banca Intesa Sanpaolo.
La scultura, raffigurante la Madonna con il bambino Gesù, è scolpita in un unico blocco di marmo di Carrara bianco cristallino, a grana fine e caratterizzato da venature tendenti al grigio. Si sviluppa nel complesso per circa 181 centimetri in altezza, per 115 in spessore e circa 100 in larghezza.
Il restauro, realizzato nel 2022 con tecniche sostenibili e all’avanguardia, ha previsto un’approfondita fase di indagini diagnostiche e molteplici test per elaborare la metodologia di intervento da utilizzare. Nelle operazioni di pulitura sono stati impiegati tradizionali e innovativi mezzi, quali miscele di solventi organici alternate da agenti pulenti di origine biologica. Per la biopulitura sono stati selezionati 4 ceppi di differenti batteri adatti a lavorare sui diversi materiali sovrammessi.
COME FUNZIONA IL BIO RESTAURO – Il biorestauro prevede l’utilizzo dei solventi organici, base per la successiva applicazione della biologia al restauro: in via di sperimentazione da circa vent’anni, la biopulitura (e in generale il biorestauro) si pone come una valida alternativa alle metodologie tradizionali, per l’assoluto rispetto della materia su cui agisce, dell’ambiente e della salute dell’uomo, sia esso restauratore o semplice fruitore dell’opera all’interno di uno spazio chiuso come quello di una chiesa. In pratica, prevede l’utilizzo di microrganismi che, attraverso l’azione metabolica rimuovono, mangiandole, le sostanze incoerenti sull’opera d’arte non intaccando la materia di cui è composta. Per l’intervento sul monumento di Sansovino sono stati selezionati – all’interno di alcune centinaia di specie – quattro tipi di microrganismi: ceppi batterici che, una volta inglobati in un gel polisaccaride, sono stati applicati alternati tra loro e per più volte sulla superficie da trattare. Al Laboratorio OEM dell’Enea si deve sia la selezione che la ripetuta coltura dei batteri, necessaria per la vita estremamente breve di questi microrganismi.
La delicata fase di rimozione dal gruppo scultoreo dei depositi di olii, cere, proteine e resine
sintetiche, che deturpavano il marmo bianco di Carrara con evidenti macchie di colore bruno, è
avvenuta con l’utilizzo di batteri, un metodo sperimentale nel campo del restauro. Il progetto è stato
corredato dall’impiego di una dettagliata fase di documentazione grafica realizzata grazie alla
creazione di un modello 3D.
Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo: «Per la prima volta
sosteniamo a Roma il restauro di un importante bene monumentale che si aggiunge alle opere,
custodite in musei e chiese della capitale, che sono state recuperate negli anni grazie a Restituzioni, a
difesa di un patrimonio ricco di testimonianze identitarie per l’intero Paese. Siamo lieti di collaborare
con la Soprintendenza Speciale di Roma, affiancandola nell’impegnativo compito di conservare e
valorizzare le bellezze artistiche della città, in coerenza con l’attenzione della Banca alla sostenibilità
e alla cultura, due pilastri del nostro lavoro a servizio delle comunità».
La Madonna del parto è una delle poche opere del Rinascimento italiano capace di conservare,
ancora nel XXI secolo, un forte carattere devozionale, per il suo legame con l’esperienza della
maternità. Non è raro assistere all’omaggio di fedeli che, inginocchiati, pregano e depositano ex voto.
Ricorrenti pratiche votive che, soprattutto nel passato, hanno provocato pesanti depositi sulla
superficie della scultura con un evidente deterioramento dell’opera di Sansovino.