L’ALLESTIMENTO – Il progetto di allestimento è stato curato per l’edizione 2017 da Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino dello Studio milanese Vudafieri-Saverino Partners, che sviluppava una nuova distribuzione dello spazio per i padiglioni. Sembrava di stare in un tour tra i salotti gloriosi della Torino di un tempo che fu. Il concept ha definito l’impianto generale della fiera ricreando una passeggiata nella città barocca, lungo i salotti e i paesaggi torinesi.
LE NUOVE – Disegni: la nuova sezione di Artissima, curata da Luís Silva e João Mourão, ha valorizza una pratica artistica in grado di catturare l’immediatezza processuale e di pensiero del gesto creativo, con particolare attenzione alla crescita di un nuovo collezionismo. Nelle parole di Ilaria Bonacossa, neo-curatrice della rassegna: “Il 2017 segna una ricorrenza importante, non solo per Torino, ma per tutto il mondo dell’arte: 50 anni dalla prima mostra dell’Arte Povera (1967), la più rivoluzionaria, emozionante e poetica avanguardia artistica del dopoguerra che sancì la vocazione contemporanea di questa città. Per celebrare oggi quell’energia creativa, Artissima richiama negli spazi dell’Oval due esperienze sorprendenti, ma ancora poco conosciute, di quegli anni: il Piper Club di Torino (1966–69), e il Deposito dell’Arte Presente (1967–68)”.
LE OFFICINE – Nella sede appena restaurata e riaperta al pubblico delle OGR, in corso Castelfidardo 22, la mostra Come una Falena alla Fiamma (Like a Moth to a Flame). Il progetto espositivo in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (tre curatori internazionali d’eccezione, Tom Eccles, direttore del Center for Curatorial Studies del Bard College di New York, Mark Rappolt, redattore capo della rivista inglese Art Review, con l’artista britannico Liam Gillick) si poneva l’obbiettivo di creare un ritratto della città di Torino a partire dagli oggetti che la città stessa e i suoi residenti hanno collezionato.
PARATISSIMA – Le bellissime fotografie di Gabriele Zago, che a Paratissima 2017 aveva vinto il premio Bonetti, hanno incantato nell’esposizione “We Share Pain, We Share Joy”. Il giovane artista ha esposto all’interno della sezione Infanzia Interrotta (a cura di Aida Biceri e Carolina Bottisio) con delle immagini in cui i soggetti erano incorniciati in oniriche ghirlande di emoticon. “Come se l’anima di ogni individuo, venisse restituita in foto tramite lievi emanazioni fluorescenti, nell’attimo in cui ho scattato il ritratto fossi riuscito a cogliere l’opportunità di intravedere la loro aura”.
OPERAE – Arhur Hoffner e Manufatto sono le nostre scelte per Operae, l’expo dell’arte indipendente. Quest’anno il focus era sul design, le sue moderne declinazioni. WHY DESIGN vuole focalizzare l’attenzione sul design che, pur adempiendo a una funzione, è potente espressione di valori contemporanei, con un forte messaggio concettuale e una bellezza intrinseca. Il Design ha acquisito un importante ruolo semantico: quello di lente attraverso la quale leggere la nostra società. Hoffner, francese del 1990, ha portato prodotti altamente simbolici. Davide Gallina e Ilaria Aprile di Manufatto hanno invece puntato su un elemento d’arredo che è pezzo d’arte.
GLI ALIENI – Non era nel calendario di Artissima ma è un’interessante mostra in contemporanea al Campus Luigi Einaudi. Si tratta dell’installazione Migrant Aliens di Fu Yuxiang. L’artista, uno tra i più significativi nel panorama dell’arte contemporanea cinese, nasce a Chongqing nel 1963. Si dedica con successo alla pittura ad inchiostro e alla scultura. Espone in tutto il mondo, dal Yokohama Museum of Art di Tokyo, al Metropolitan Museum of Art di New York, al Grand Palais di Parigi; ha partecipato alla Biennale di Venezia dove ha riscosso successo con la stessa installazione dal notevole impatto visivo. Rappresenta una riflessione sul tema della migrazione, che interessa il mondo attuale a ogni latitudine, e sul concetto della diversità che a questo tema spesso si collega: l’alieno è il diverso, colui che viene da lontano e il cui mondo ci è poco noto e ci spaventa, è percepito come altro da sé ed è difficilmente accettato dalla società (fino all’11 novembre).
In foto d’apertura: uno dei simboli di Artissima 2017, la riapertura delle Officine Grandi Riparazioni di Torino con mostre d’arte.