Al referendum di domenica meglio andarci con una mappa. Ma mentale, come suggerisce Matteo Salvo, unico senior trainer in Europa certificato all’insegnamento delle Mappe Mentali da Tony Buzan, il loro inventore.
Per il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre 2016 Matteo Salvo, che è conosciuto per essere campione di memoria (nel Guinness dei Primati del 2013), ha sintetizzato i punti chiave per il voto analizzando in modo sintetico e facilmente comprensibile tutte le informazioni necessarie per fare chiarezza sul referendum e gli scenari post voto in caso di vittoria del sì o no. La mappa è suddivisa nei macro rami: Riforma del Senato, Elezioni del Presidente della Repubblica, Riforma del Titolo V, Referendum abrogativo e Proposte di legge popolare.
COSA SAPERE
Attualmente il Parlamento è composto da Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, che hanno entrambi gli stessi poteri di proporre, discutere e votare le leggi, e votano anche la fiducia al Governo. Con la riforma del Senato, il bicameralismo perfetto finirebbe, mentre se vincesse il NO il sistema resterebbe uguale.
La vittoria del SI’ porterebbe invece il “Senato dei 100”, con poteri limitati, come pareri sui progetti di legge approvati dalla Camera e proposta modifiche entro 30 giorni dall’approvazione. I 100 senatori del nuovo Senato verranno nominati così: 95 dai consigli regionali, 5 dal Presidente della Repubblica, che li sceglierà fra sindaci e consiglieri regionali. Senatori a vita saranno solo gli ex Presidenti della Repubblica.
Altro punto della riforma è l’elezione del Presidente della Repubblica. La situazione attuale prevede che venga eletto dalle due camere in seduta comune e da 59 delegati regionali. La riforma prevede, invece, che venga eletto solo dalle due Camere in seduta comune e con modalità di voto diverse.
La riforma del Titolo V riguarda la parte di costituzione relativa all’assegnazione delle competenze alle autonomie locali, ossia Comuni, Province e Regioni. Tra le venti materie che potrebbero tornare allo Stato: ambiente, gestione dei trasporti, produzione e distribuzione dell’energia, politiche dell’occupazione e la sicurezza sul lavoro. Con la riforma si avvierebbe il processo per l’abolizione delle Province e del CNEL, l’innalzamento a 150mila firme delle raccolte per referendum abrogativi e proposte di legge popolari (con obbligo di discussione). Il quorum per la validità del referendum abrogativo rimarrà invariato al 50% degli aventi diritto, ma se i cittadini fossero 800.000 o più, il quorum verrà ridotto al 50% dei votanti alle ultime elezioni per la Camera dei Deputati. La proposta di legge renderebbe possibile il referendum propositivo.
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