Il vino diventa trendy tra gli studenti. Il sogno (non più) nascosto delle matricole universitarie? Oltre a desiderare di viaggiare all’estero, frequentare programmi internazionali e avere buoni sbocchi lavorativi c’è anche la voglia di tornare a studiare la terra e il territorio. In particolare quello collinare, ovviamente se tappezzato di viti pinot o chardonnay, di barbera, croatina o nebbiolo.
Il ritorno al culto del nettare di Bacco è in forte ascesa non solo nelle facoltà di aree rurali ma anche a Milano, capitale italiana dell’innovazione, della moda e del design. La crescita tra 2013 e 2016 sfiora infatti il 8%: questa è la percentuale che fotografa l’andamento positivo delle iscrizioni ai corsi di studio in enologia in Lombardia. Punto di riferimento a livello regionale è la facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, che nel corso degli ultimi anni ha visto crescere il numero di iscritti al corso di laurea che propone nel proprio piano di studi un approfondimento sui principi della coltivazione della vite e della produzione del vino. Nel triennio il numero di studenti immatricolati è passato da 380 a 408. E nel corso dell’ultimo anno accademico i laureati hanno raggiunto quota 119.
Questo è quanto emerge dall’elaborazione effettuata dalla Regione e da Unioncamere Lombardia su dati del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. “Si tratta di un trend che conferma il crescente interesse dei giovani per un settore, quello vitivinicolo, che sta dimostrando una particolare vitalità”, commenta Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia.
“Negli ultimi cinque anni il numero di occupati nel settore coltivazione e produzione di vino in Lombardia sono aumentati del 16%, passando dai 5.285 del 2011 ai 6.110 nel 2016”, ha proseguito Auricchio. “E questo sicuramente ha contribuito a fare in modo che sempre più giovani fossero incentivati a seguire la propria passione, anche intraprendendo un percorso di studi legato all’enologia”.
“È un elemento scontato che le imprese agricole condotte da giovani e da laureati sono più propense all’innovazione e all’export – dichiara l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava – e tale capacità di crescita e di maggiore facilità ad affrontare i mercati vale anche per quegli studenti che hanno scelto come corso Enologia, una facoltà che offre molte opportunità, sia come capo-azienda, col vantaggio di poter accedere ai finanziamenti specifici per i giovani all’interno del Programma di sviluppo rurale, sia in qualità di professionista del vino in diversi altri ambiti”.
I segnali positivi, inoltre, per l’assessore Fava “sono un’ulteriore conferma, invero non necessaria visto il prestigio consolidato, della qualità dell’Università degli Studi di Milano, che permette di ottenere con maggiore facilità uno sbocco professionale nel mondo del lavoro”.
Per una volta la notizia davvero “buona”, anche se inevitabilmente sa un po’ tappo!