Domitilla Calamai è diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica con Andrea Camilleri e Luca Ronconi. Oltre a essere imprenditrice agricola (produce olio biologico) ha scritto e pubblicato saggi, racconti e romanzi. Suo padre, Marco Calamai De Mesa, è stato funzionario Onu in America latina e Medio Oriente oltre che consigliere speciale della Coalition Provisional Authority in Iraq (Nassiriya), dimesso in aperta polemica con l’occupazione americana. Dal suo “Diario da Nassiriya” è stata tratta la miniserie televisiva Nassiriya (regia di Michele Soavi con Raul Bova). Insieme stanno affrondando nuove frontiere della promozione editoriale con gli “Instabookers”.
“Siamo nati nel secolo scorso – ci dice Domitilla – e insieme abbiamo scritto due romanzi storici ambientati tra il 1492, e il 1525: La mantella rossa e La gatta della regina. Ci siamo resi conto di non poter fare a meno del mondo dei social per promuovere i nostri romanzi raggiungendo una generazione di giovani e giovanissimi sempre più assenti dai media tradizionali”.
Dove è avvenuto l’incontro con l’ultima generazione di bookstagrammers, un tempo bookblogger, poi booktubers?
Eravamo ospiti del nostro editore Alessandro Orlandi, La Lepre Edizioni, anche lui curioso di capire e conoscere questo nuovo universo digitale che avanza a grandissima velocità. Social e community dedicati alla lettura sono infatti in ascesa rispetto ai media tradizionali che sembrano perdere appeal.
Che tipi erano questi divoratori di libri online?
Diversi tra loro per formazione e esperienze, parlavano una lingua comune. Nel corso della serata parole come Tag, stickers, like, podcast, stories, troll, fake, followers, skippare, repostare, bannare, loggare, swipe up, scrollare, rimbalzavano senza sosta come biglie in un flipper. Per noi, esseri del secolo scorso, materici, concreti, tattili, capire come degli altri esseri potessero trascorrere la gran parte del loro tempo a smanettare tra algoritmi e minuscole tastiere, illuminati da schermi luccicanti e luminosi, non è stato semplice. Tra quei ragazzi c’erano studenti, laureati, anche un’ex commessa appassionata di letteratura e diventata bookstagrammer dopo aver perso il lavoro, che ci assomigliavano molto più di quel che ci saremmo aspettati. Lettori instancabili. La loro community oggi sotto l’hastag #bookstagrammer conta circa 25 milioni di post.
E voi come vi definireste, scrittori di un’altra epoca?
Nonostante le incredibili e innumerevoli trasformazioni avvenute nel corso del tempo, le emozioni profonde dell’essere umano sono in fondo sempre le stesse.
Cosa vi portate dietro di questa esperienza?
Ci è venuto spontaneo pensare che anche e soprattutto nei social si esprimono manifestazioni profondamente umane e che forse, forse, anche noi del secolo scorso riusciremo a esplorare e conquistare questi nuovi territori, con la stessa meraviglia che i protagonisti delle nostre storie provarono quando per la prima volta scoprirono nuovi mondi.