In America c’è una campagna di preservazione, nel mondo si celebra una giornata dedicata, le università pubblicano studi: la scrittura a mano non è assolutamente passata di moda.
Oggi è la giornata nazionale della scrittura a mano e la ricorrenza attrae sempre più interesse per la sua unicità e, diciamolo anche senza fronzoli, per l’enorme carico di romanticismo che essa comporta.
Anzitutto perché l’atto di scrivere a mano, in epoca di Facebook, Instagram e Twitter, è un atto elegante. Che si può anche “regalare”, di fatti, le penne personalizzate con logo rimangono un gadget pubblicitario evergreen per le imprese, non è raro infatti trovarle all’interno di cartelle di presentazione, nelle camere degli hotel o riceverle come gadget da un cliente o fornitore.
Ma è sicuramente una testimonianza di dedizione e comunicazione che non si vuole perdere, nemmeno nel pieno della digital age. Gli studi lo dicono chiaramente: digitiamo parole infinitamente più spesso rispetto al passato, su ogni tipo di apparecchio elettronico. Perché dovremo rinunciare alla comunicazione scritta fisicamente?
Carta e penna sono testimonianza preziosa di comunicazione. Lo testimonia anche il crescente interesse per la grafologia che proprio sulla scrittura a mano fonda molti dei suoi metodi di interpretazione. C’è a tal proprio sito una “Campaign for cursive” in atto negli Stati Uniti a cura dell’American Handwriting Analysis Foundation sull’uso della scrittura in corsivo.
In Italia è stata lanciata la “Campagna per il diritto di scrivere a mano” promossa dall’Istituto Grafologico Internazionale Girolamo Moretti di Urbino diretto da Padre Fermino Giacometti per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della scrittura a mano.
Salvaguardare la grafia a mano è anche un atto sociale. L’articolo 29 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sottolinea il diritto individuale e soggettivo ad un’educazione di qualità: nel mondo l’obiettivo di molti è che la scrittura a mano venga riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.