Gli avvistamenti Ufo nel Novecento sono stati una costante delle cronache mondiali. L’astronomo di Harvard Avi Loeb, che qualche giorno fa ha dichiarato di aver rinvenuto sul fondo dell’Atlantico dei resti di ‘tecnologia aliena’, è l’ultimo in ordine di tempo. Istituita per aumentare la consapevolezza dell’“indubbia esistenza degli UFO” – e per incoraggiare i governi a declassificare i file sui vari avvistamenti -, la Giornata mondiale degli UFO viene celebrata in tutto il mondo, per ricordare agli umani il fatto che non possano essere gli unici esseri viventi presenti nell’Universo e oltre. Secondo alcuni studiosi, infatti, questo Universo non è che uno, di un insieme di universi sconnessi, collettivamente indicati come Multiverso. Intanto, per far conoscere gli unidentified flying object, la WUFDO (World UFO Day Organisation) promuove eventi e laboratori didattici.
La Giornata Mondiale degli UFO è stata istituita ufficialmente nel 2001 da Haktan Akdoğan, un ricercatore UFO turco, ed è stata celebrata il 24 giugno. Tuttavia, a causa di conflitti con altri eventi legati agli UFO, la data è stata successivamente spostata al 2 luglio, una data che ricorda degli avvistamenti multipli a Washington in quel giorno del 1952.
SU FOCUS TV IN ITALIA
In occasione del World UFO Day, domenica 2 luglio, in prima serata, Focus propone due documentari in prima visione assoluta: «Alieni: primo contatto» e «La vera storia del Segnale Wow!».
Nel doc di apertura, firmato dall’autorevole BBC, First Contact: An Alien Encounter, sono molti gli eminenti scienziati che testimoniano la reale possibilità che presto vengano rilevate le prime prove di vita extraterrestre. Si tratta di uno scenario senza precedenti, che il doc prefigura combinando fatti scientifici d’avanguardia, con informazioni raccolte da podcast, feed e news.
L’evento viene immaginato come una guerra dei mondi del 21esimo secolo, dove un oggetto alieno viaggia attraverso il nostro sistema solare per 12 giorni e…
Nel doc a seguire, The Wow! Signal, si ricorda il 15 agosto 1977, quando dal radiotelescopio Big Ear, della Ohio State University, viene raccolto un forte segnale radio a banda stretta.
La traccia sonora, ricevuta una sola volta, dura 72 secondi: l’astronomo in ascolto, stupito dalle sue caratteristiche, cerchia in rosso il codice alfanumerico corrispondente, presente nei tabulati stampati dal radiotelescopio, ed annota a fianco il commento: «Wow!».
Sarà l’espressione con cui, in seguito, il segnale diverrà noto in tutta la comunità scientifica.
L’ultimo libro uscito in Italia sul tema è “Ufo a Roma” edito dalla casa editrice Lux-Co Edizioni. L’autrice, la nota ufologa Francesca Bittarello, indaga su 200 avvistamenti in ordine cronologico dal 1945 al 2000 nei cieli della Capitale.