Quel “Non riuscivo a smettere di leggerla” di Hillary Clinton riferito ai libri di Elena Ferrante forse ha avuto un effetto. Su Napoli, sulla sua reputazione all’estero, sul desiderio di tutto il globo, di riscoprire qualcosa di più dei cliché di una città forse troppo rappresentata. Ce ne parla la scrittrice Valeria Parrella, che su Napoli ha scritto molto: “Il rilancio all’estero c’è, agli occhi dei turisti stranieri Napoli è cresciuta anche grazie alla letteratura, in particolare penso alla narrazione storico-romantica di Elena Ferrante e dall’altra parte al racconto spregiudicato e malavitoso di Roberto Saviano”.
Certo è che un boom di arrivi simile non si vedeva da tempo. Il 72% dei visitatori stranieri in Campania sceglie la città, cosa che prima era assolutamente “vietata”, anche dalle guide più fantasiose. Andavano bene Capri, Amalfi, Sorrento, ma la caotica città del golfo no.
Ora, dice il rapporto Banca d’Italia, l’alta velocità e l’efficienza dell’Aeroporto di Capodichino hanno contribuito al miracolo. Che sembra più un incantesimo, napoletano appunto come diceva un film, perché si resta davvero stregati quando si arriva in un micro-mondo che non assomiglia a niente altro. “Fa strano – dice un affittacamere del centro storico – vedere turisti seduti a mangiare i pranzi alle 11 del mattino nelle trattorie dei vicoli. Cose che non si erano mai viste. Anche questa è accoglienza, poter scegliere di essere serviti a qualunque ora”.
La pizza o la spaghettata alle due di notte è una tradizione da queste parti. “Siamo appena stati a Trieste – ci dice una coppia di napoletani orgogliosa della propria città – e ci cacciavano dai bar alle 9 di sera. Chiudevano, non potevamo crederci. Noi qui siamo abituati a decidere di andare a cenare anche a mezzanotte. E in più siamo orgogliosi di avere il mondo sotto casa da due anni a questa parte”.
I turisti in Campania hanno portato due miliardi di euro in un anno, i voli su Napoli sono cresciuti del 27% e la capitale del Sud è diventata la seconda città d’arte d’Italia a crescere di più. La prima è Matera, mentre i musei della regione, che vanta ricchezze archeologiche inestimabili, hanno accolto quasi 9 milioni di visitatori in un anno. Tutti crescono a due cifre, la Reggia di Caserta, gli Scavi di Ercolano, il Mann (museo archeologico) il parco di Paestum. E ovviamente Pompei, 28 milioni di euro di incasso, primo sito in Campania, secondo monumento più visto d’Italia, dietro il Colosseo.
Restano i problemi dell’ordine, pulizia e soprattutto, dei trasporti pubblici. La città ha una delle linee metropolitane più belle d’Europa che chiude alle 23. Nemmeno il tempo di finire uno spettacolo teatrale. “Che senso ha mettere in piedi un cartellone internazionale per il Teatro Festival – ci ha scritto un lettore – se poi non viene pubblicizzato e soprattutto, i luoghi di rappresentazione non possono essere raggiunti coi mezzi?”.
“Si sente nell’aria un fermento – ci racconta Nicola Garofano, giornalista di lunga esperienza in Campania che ha da poco aperto www.theclovesmagazine.it – e l’apertura di tanti spazi teatrali e il pullulare di iniziative culturali lo conferma. In questo la Film commission fa molto, non ho mai visto tanti set in città come negli ultimi tempi. Succede che le fiction tipo I Bastardi di Pizzofalcone creino interesse per luoghi dimenticati che diventano all’improvviso meta di turisti. E sospetto anche di molti napoletani che prima di averli visti in tv non li conoscevano o se li erano dimenticati”. Garofano ci dice anche che ritornano fenomeni ciclici: “Il Cristo Velato è stato celebrato nell’ultimo film di Ferzan Ozpetek, Napoli Velata e ora molti lo vanno a vedere prima di qualsiasi altro museo. Ci sono delle attrazioni che sono lì da secoli ma che hanno avuto fortune alterne. Col primo Bassolino negli anni 90 c’è stata una prima riscoperta. Ora con De Magistris che cerca di dialogare con tutte le anime della città stiamo vivendo una nuova era”.
Tutto questo traina una nuova economia, che sta dando occupazione al mercato dei bed and breakfast e delle ristrutturazioni delle case, spesso con interni di design ed esterni ancora fatiscenti. Il che è in linea con la regola del non giudicare da fuori che a Napoli è sempre valida. E forse è portatrice di fascino.
Foto d’apertura di Fernando Cerrone.