Marco Tavaglione osteopata classe 1972, è un esperto delle scienze del movimento è stato direttore di un dipartimento di scienze dello sport e della nutrizione a Milano (Istituto Europeo di Scienze Forensi e Biomediche) riconosciuto dal Miur”, e attualmente studente in psicologia per sua volontà di “espansione” della conoscenza. Questo la dice lunga sulla tenacia e desiderio di migliorarsi che anima il protagonista di questa storia. “Voglio terminare il mio percorso laureandomi in Psicologia e mi piacerebbe finire la mia carriera facendo il mental coach”, ci dice Tavaglione che è seguitissimo sui suoi account nei social media ed è titolare dei centri Vitalogy. “Mi diceva un professore: tu sei un catalizzatore di cambiamento. Sento che i pazienti si affidano a me per cambiare, hanno bisogno di far emergere le loro esigenze. Dopo 25 anni di contatto con le situazioni più diverse credo di saper interpretare i bisogni altrui”.
L’approccio che usa con i suoi pazienti/clienti è, per così dire, avvolgente; l’ascolto in primis.
Vitalogy è la sua creatura a Milano e Romano di Lombardia: uno studio di terapia e allenamento voluto da Tavaglione con il nome preso dal terzo album dei Pearl Jam del 1994. “Cantavo in un gruppo rock e ho una passione per quel disco, il cui titolo significa ‘studio della vitalità’. Il nome fu preso dal cantante della band Eddie Vedder da un libricino trovato in un mercatino. Se lo venissero a sapere mi farebbe molto piacere”. La mia filosofia: mi piace l’idea che chi si allena nei miei studi, lo faccia come se fosse nel miglior salotto di casa”.
Marco crede di rappresentare ciò che sostiene come filosofia di vita: “Ippocrate diceva: date ad ognuno la giusto quantità di cibo e movimento e avrete trovato la strada per la salute. Non curo il corpo con ossessione, me ne prendo cura semplicemente, ed è quello che insegno a chi si affida a me. In origine sui social publicavo articoli a tema tecnico/scientifico e avevo poca visibilità. Ho iniziato a mettere sui social fotografie scattate da un amico, Andrea Donetti, e una cliente Virginia Cornici, che fanno i fotografi professionisti, e mi sono reso conto dell’importanza che l’immagine ha quando associata a contenuti di un certo impegno e livello.
Pratico Yoga e allenamenti funzionali, e in passato, arti marziali, in particolare Jeet Kune Do, con l’ultimo allievo di Bruce Lee, Ted Wong. Non sono ortoressico con il cibo, e mi piace molto contaminare in generale”.
Formatosi alla scuola dello sport del Coni, come esperto in preparazione fisica, “Tova” ha frequentato diverse scuole private e ha un background nei centri polifunzionali, dove diversi professionisti come fisioterapista, psicologo, nutrizionista, ortopedico collaborano. “Mi occupavo della remise en forme dopo il trattamento fiosioterapico. Da lì ho capito che per i pazienti poteva essere stressante passare da un esperto all’altro, cambiando studio, e che alcune figure professionali si potevano accorpare secondo me in una sola figura. E quindi l’esperto kinesiologo che si occupa delle scienze del movimento poteva fare anche il terapista manuale, l’osteopata.
La formazione è stata importante; Marco ha frequentato due scuole di osteopatia. Una col dottor Claudie Altieri, francese conosciuto nell’ambito, e l’Accademia di Osteopatia di Milano che ha come direttore tecnico scientifico il dottor Andreas Aceranti, per accedere alla quale ha studiato per due anni massoterapia.
È cambiata la mia professione negli anni, formalmente esercito dal 1998, e sono cresciuto grazie a continui confronti, anche con i miei mentori che sono il dottor Andreas Aceranti e la dottoressa Simonetta Vernocchi.
Nell’ultimo anno ho anche utilizzato un metodo importante, il recoil diaframmatico, che restituisce al diaframma il corretto movimento e funzione, con cui sto aiutando molte persone colpite dall’emergenza sanitaria”.
Una delle condizioni che hanno caratterizzato l’anno scorso è l’assenza completa di movimento in fasce ampie della popolazione costretta a casa, con persone che erano predisposte al mal di schiena o la condizione opposta dove persone generalmente inattive sono diventate super sportive con tutorial e social in generale. “Tutto ciò che avvicina le persone a uno stile di vita sano – dice Marco – è da promuovere. Alimentazione sana e movimento corretto, creano percorsi di salute in generale, ma per sfortuna non tutti possono fare tutto; ci sono molti studi che dimostrano come il fai-da-te crea dei danni, che col carico progressivo fatto nel modo scorretto può portare a disequilibri con conseguenze a volte anche molto compromettenti dal punto di vista fisico”.
Rivolgersi ad un professionista qualificata è sempre la soluzione migliore; oramai anche online si ha tranquillamente la possibilità di essere guidati durante gli allenamenti.
L’osteopata sta diventando uno specialista di primo contatto, da cui si va per i primi sintomi fisici. Marco, che segue anche gli allenamenti dei pazienti, essendo preparatore atletico, racconta: “Facciamo anamnesi completa e, nel caso fosse necessario, giriamo l’approfondimento ad altro specialista, che sia ortopedico, fisiatra, dentista o psicologo, nel caso di una componente psicosomatica. Siamo in grado di fare sedute con tempi adeguati; l’ascolto va oltre il mero trattamente. Qualunque siano le esigenze del paziente bisogna dedicare il giusto tempo, puntando sulla ricerca delle soluzioni, che sia un atleta o una persona in pensione che vuole tornare a sciare”.