9 Aprile 2020

L’Italia in quarantena ama la pasta

Primi segnali di boom per i produttori del nostro Paese. Non c'è emergenza per le scorte ma la produzione si è dovuta adeguare alla crescente richiesta.

9 Aprile 2020

L’Italia in quarantena ama la pasta

Primi segnali di boom per i produttori del nostro Paese. Non c'è emergenza per le scorte ma la produzione si è dovuta adeguare alla crescente richiesta.

9 Aprile 2020

L’Italia in quarantena ama la pasta

Primi segnali di boom per i produttori del nostro Paese. Non c'è emergenza per le scorte ma la produzione si è dovuta adeguare alla crescente richiesta.

La pasta italiana è un alimento popolare anche in tempi normali, e nel mese di marzo 2020, complice le mutate abitudini alimentari degli italiani, ha avuto un impressionante boom di acquisti. Le file ai supermercati e l’improvvisa scomparsa di molti formati dagli scaffali ha generato il panico: con 60 milioni di italiani chiusi in casa, la sua lunga conservabilità significa domanda più forte dell’offerta?

In realtà problemi non sembrano esserci, ma voci sulla difficile tenuta produttiva per tutti i formati si rincorrono. L’Italia è il principale consumatore di pasta al mondo: il consumo pro capite annuo è di 23,5 chilogrammi, contro i 17 kg della Tunisia al secondo posto, seguita da Venezuela (12 kg) e Grecia (11 kg). Con una media di consumo che potrebbe vertiginosamente impennarsi per il 2020, è ovvio che gli italiani vogliano conservare le proprie abitudini sui formati preferiti.

Ogni regione italiana ha la sua specificità in quanto a offerta di pasta. Partendo da Nord, in Liguria, si gustano le trenette avvantaggiate, accompagnate dal tipico pesto, condimento tradizionale genovese fatto col basilico DOP locale. Scendendo verso l’Emilia Romagna, si mangiano Lasagne alla bolognese realizzate con il tipico ragù, considerato un vero simbolo della cucina italiana. Servito tradizionalmente con tagliatelle all’uovo, è usato però anche per le squisite lasagne al forno, facilmente preparabili anche in casa (e anche in questo caso al momento è boom di preparazioni domestiche).

Come farsi mancare poi la pasta alla gricia, detta anche amatriciana bianca, una ricetta davvero famosa, tipica della regione laziale.  Questo è quello che tra i piatti tipici delle osterie romane supera tutti per anzianità, visto che secondo le ricostruzioni nacque nel 400 d.C. proprio a Roma.

Un viaggio in Toscana, invece, esige un assaggio dei pici all’aglione, particolare piatto tradizionale, tra i più amati e richiesti. Sono spaghetti tipici senesi, diffusi successivamente in tutto il resto della regione, realizzabili con ricette semplici e armoniche, costituiti da ingredienti base.  

In Campania la pasta allo scarpariello, con i suoi pomodorini freschi e il pecorino grattuggiato, è una ricetta molto antica, che dai Quartieri Spagnoli di Napoli si diffuse poi in tutto il resto della regione.

In Umbria, invece, le pappardelle alla lepre, grazie alla cacciagione presente nei boschi della regione, sono l’espressione della cucina di un tempo che univa carboidrati della pasta a proteine della carne.

La pasta ‘ca’ muddica’ è un abbinamento povero e gustoso tipico della Sicilia. Una manciata di mollica tostata per dare consistenza a un intingolo di olio e acciughe sotto sale sulla pasta. Ingredienti semplici che hanno dello straordinario se si considera che il pane casareccio è perlopiù cotto a legna, l’olio isolano è tra i migliori del mondo e le acciughe di Pantelleria sono il simbolo della pesca mediterranea.

CONSUMO – Nel mese di marzo il Pastificio Sgambaro (Castello di Godego, Treviso, foto di apertura) ha visto una crescita della richiesta domestica del 25% e di quella estera pari al 40%. Realtà tipica del tessuto delle piccole e medie imprese del nostro Paese, l’azienda veneta si sta districando tra le molte difficoltà logistiche, carenza del personale e il grande senso di responsabilità legato all’attuale situazione, per continuare a portare sulla tavola degli italiani una pasta buona, sana e sicura.

Prodotta con grano 100% Italiano, gustosa e ricca di fibre la pasta Integrale La Molisana contiene ben il 7% di fibra e ha le stesse caratteristiche della pasta tradizionale. Ottenuta con la tradizionale trafilatura al bronzo, la superficie è graffiata, porosa, capace di catturare letteralmente i sapori per esaltare al meglio gli ingredienti del piatto.

La Molisana, quarto player di mercato in Italia (dopo Barilla, Divella, De Cecco), forte di un rilancio nel decennio appena passato che l’ha riportata agli antichi fasti, dichiara forti richieste. Si è passati da un approvviggionamento assicurato di 400 tonnellate al giorno a oltre mille.

La richiesta di pasta italiana è aumentata anche in Germania. Di recente sono arrivati ​​a Norimberga dalla provincia di Napoli 300 pallet con circa 400.000 confezioni di spaghetti, penne e fusilli per l’assortimento di pasta ALDI Cucina, uno dei suoi marchi. L’azienda logistica DB Schenker trasporta i pallet da Norimberga a dieci delle filiali regionali di ALDI, che a loro volta riforniscono oltre 650 filiali del supermercato. Fino ad ora, gli scaffali vuoti dei supermercati erano stati uno spettacolo estremamente raro in Germania. Così sono arrivati in aiuto DB Cargo (premiata per innovazione nel 2018 da Assologistica) e DB Schenker, trasportando pasta extra dall’Italia per ferrovia.

BARILLA – Da leader di settore, il produttore di pasta Barilla, a Parma, sta scandendo le nostre giornate casalinghe con un bellissimo spot televisivo giocato sulle emozioni. Dal voice-over di Sophia Loren al ripescaggio di Hymne di Vangelis, nostalgia, ricordi e identificazione nazionale sono alla base del successo di questa pubblicità fatta ad hoc per il lockdown senza precedenti che l’Italia sta vivendo.

Forte anche l’impegno di Fondazione Barilla nella sostenibilità. Prima che scoppiasse la pandemia, l’azienda aveva investito risorse ed energie in progetti di divulgazione sul rispetto ambientale e aveva lavorato a stretto contatto con l’agenda di Parma Capitale della Cultura Italia (rimandata al 2021).

Era partita anche una sperimentazione nel nostro paese, dopo la Gran Bretagna, del progetto europeo SU-EATABLE LIFE di Fondazione Barilla.
Il progetto coinvolgerà 2.200 persone in media ogni giorno in Italia (3.150 in totale comprese quelle in UK) e 4 aziende e 3 università, fra Italia e Regno Unito. Un duplice obiettivo: risparmiare circa 5.300 tonnellate di CO2 equivalente e circa 2 milioni di metri cubi d’acqua in 3 anni, promuovendo nelle mense aziendali e universitarie dei menù sani e sostenibili al fine di ridurre emissioni di COe uso di acqua connessi a produzione e consumo di cibo.

“A questo silenzio che protegge le nostre strade e alla vita che grida dai balconi. A chi è fermo, ma si muove e a chi dà tutto senza chiedere nulla. A chi è stremato, ma ci dà forza per sperare e alla bellezza che non smette mai di ricordarci chi siamo. Alla paura che risveglia il coraggio e al sorriso che dà senso a ogni fatica. A chi è stanco, ma non molla. A chi è lontano, ma sa starci vicino. A chi è spaesato, ma si sente ancora un paese. All’Italia che, ancora una volta, resiste. GRAZIE” (dallo spot televisivo Barilla “All’Italia”, marzo 2020).

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