Il cervello è l’interfaccia utente del futuro della tecnologia digitale. Più della metà dei consumatori di tecnologie crede che saremo in grado di vedere i percorsi delle mappe sugli occhiali di realtà virtuale semplicemente pensando a una destinazione. L’Internet dei sensi è alle porte. Lo si evince dal report annuale che fa Ericsson, l’azienda di hi-tech che crea soluzioni e dispositivi mobili, e che per il 2030 ha elencato una serie di aspettative e realizzazioni nel suo documento appena uscito.
Altri “desiderata” dei consumatori, ritenuti realistici da Ericsson, quello dell’imitazione simil-perfetta dei toni vocali. E poi le tecnologie che agiscono sul gusto-sensi: mettere in bocca un dispositivo che migliora digitalmente il cibo che si mangia, in modo che tutto possa avere un sapore esattamente come lo si desidera. Ciò potrebbe avere grandi implicazioni per la nostra salute e le nostre diete, consentendoci di mangiare cibi sani, e tuttavia farli assaggiare come una cucina da ristorante a cinque stelle.
La metà degli intervistati del survey Ericsson, sono “consumatori post-privacy”: si aspettano che i problemi di privacy vengano risolti completamente in modo da poter trarre in sicurezza i benefici di un mondo basato sui dati.
Si prevede che entro il 2030 le cinque maggiori società tecnologiche e le società specifiche del settore domineranno e gestiranno circa la metà di tutti i servizi Internet dei sensi.
Per quanto riguarda i consumer trends, il controllo è l’ambizione più diffusa: sulle lingue parlate, i gusti sentiti, auricolari che simulano tutto l’audio possibile, in modo che la convergenza tra esperienze fisiche e digitale sarà sempre più attuata.
Molti prevedono anche che i confini tra “pensare” e “fare” si confonderanno, le più alte aspettative dei consumatori sono sugli occhiali di realtà aumentata con la possibilità di riconoscere tutti immediatamente: sotto l’impulso del pensiero, gli occhiali mostreranno a noi le informazioni sulle persone che incontriamo, dal nome al ruolo alle informazioni relativi all’ultimo incontro.