I numeri diffusi dalla Siae in occasione della Milano Music Week, confermano il trend positivo del music business: nei primi tre trimestri dell’anno in corso, rispetto allo stesso periodo del 2019, a fronte di una diminuzione del 19% degli spettacoli, si registra un aumento degli spettatori del 6% e della spesa al botteghino del 22%. Tre gli show di musica più visti del 2022: il concerto di Vasco Rossi a Trento con 111.881 spettatori; secondo Ligabue (104.328), terzo l’evento «Una, Nessuna, Centomila» (96.735) svoltosi a Reggio Emilia dopo due anni di rinvii.
Ed è forse proprio il rinvio la causa di un nuovo fermento nell’ambiente musicale italiano, che riflette quello internazionale. C’era paura che le persone si fossero allontanate dai raduni live e invece non è stato così. A tal proposito un imprenditore milanese d’adozione, Andrea Pontiroli, fondatore del Circolo Magnolia e attualmente amministratore delegato di Santeria S.p.A., studiando i nuovi andamenti del mercato musicale ha deciso di pubblicare un interessante libro, “Nuove Economie Della Musica” che racchiude una fotografia dei vari aspetti del business oggi. “Anzitutto – ha detto l’autore alla presentazione al Blue Note di Milano all’interno della Milano Music Week 2022 – è cambiata la demografia di chi gestisce etichette, live, festival. Ci sono tantissimi giovani che si fanno strada nelle professioni, soprattutto organizzative. Un po’ spericolati, un po’ incuranti degli standard prefissati, stanno cambiano un intero settore. Il resto lo fanno i nuovi modi di fruire della musica, come lo streaming, le tendenze social, i sistemi di prevendita e l’evoluzione dei club per la musica dal vivo. Oggi ogni luogo di concerti offre un’esperienza ampia, non più solo musica diffusa dai dj o eventi live, ma tutto insieme. Alcuni steccati stanno cadendo anche da noi”.
La prefazione del libro è a cura di Tommaso Colliva, produttore discografico italiano più volte nominato e vincitore di un Grammy Award.
In un momento storico in cui in Italia, Covid permettendo, centinaia di iniziative temporanee e diffuse su tutto il territorio nazionale hanno provato a ribaltare il triste primato italiano di Paese europeo che meno investe sulla musica dal vivo, la musica, attraverso professionalità multitasking, torna a essere un’occasione di crescita sociale ma anche lavorativa.
TREND MONDIALI – C’è sempre una medaglia a doppia faccia quando si tirano le somme. In Gran Bretagna, ad esempio, in questi giorni si riflette sulla scarsa partecipazione delle persone BAME (neri, asiatici e minoranze in generale) all’industria musicale. Una battuta d’arresto a tratti inspiegabile, visto che proprio le città inglesi da decenni sono il cuore dell’incontro delle comunità dal punto di vista musicale.
L’ultimo rapporto biennale della musica britannica sulla diversità del settore ha rilevato una diminuzione del numero totale di dipendenti provenienti da comunità etnicamente diverse a tutti i livelli: poco più di un quinto (21,04%) delle persone che lavorano nell’industria musicale si identificano come nere, asiatiche o etniche minoritarie – in calo rispetto al 22,3% di due anni fa, un dato che potrebbe avere radici nei licenziamenti per pandemia.
L’IFPI, che rappresenta l’industria discografica in tutto il mondo, ha pubblicato “Engaging with Music 2022“, un rapporto globale su come le persone in tutto il mondo si divertono e interagiscono con la musica (44.000 persone in 22 paesi sono state ascoltate).
Si rileva che il tempo medio settimanale di ascolto della musica sale a 20,1 ore rispetto alle 18,4 ore del 2021. Oltre il 45% dei fan sceglie servizi in abbonamento a pagamento: il 46% degli intervistati utilizza servizi di streaming audio in abbonamento, che offrono accesso ininterrotto e on-demand a milioni di tracce con licenza. Altra indicazione importante, dopo anni di lockdown, è che la musica è parte integrante del benessere mentale e fisico delle persone (il 69% la ritiene importante per la propria salute mentale).
Del ritorno in voga del vinile si è detto più volte. Sorprende a livello globale la rinascita di interesse del cd, che potrebbe risultare il formato più longevo mai abbandonato. Per la prima volta nel 2021, in USA e UK, le vendite di cd si sono rialzate dal 2004 (il picco c’è stato esattamente nell’anno 2000). E questo vuol dire che oggi le persone hanno più modi che mai per interagire con la musica: più di tre quarti degli intervistati apprezza la musica in più formati, il più alto mai registrato. In media, le persone in tutto il mondo utilizzano più di sei metodi diversi per interagire con la musica, che vanno dallo streaming video alla radio terrestre, alla televisione, ai film, alle colonne sonore dei giochi, alla creazione di video brevi e molto altro ancora. E la diversità di generi trionfa: dalle risposte degli ascoltatori al survey mondiale, si sono messi in luce ben 500 stili musicali diversi.
Foto di apertura: un momento del Ravello Jazz Festival nel 2021 con la performance live di Stefano Di Battista (archivio The Way Magazine).