Il vero motore che rimette in moto l’Italia, in ogni suo aspetto, è proprio il turismo. Lo dice il Monitor Altagamma Bain sui Mercati Mondiali, il rapporto realizzato da Bain & Company in collaborazione con Altagamma e l’Altagamma Consensus 2020, elaborato da Fondazione Altagamma con il contributo dei maggiori analisti internazionali specializzati.
Per il 2020 il settore del lusso è dato in calo del 20% ma l’Italia a livello mondiale ce la farà se punta su attrazione verso l’estero e protezione della filiera produttiva.
A seguito di un 2019 concluso con un ultimo trimestre positivo e un inizio di 2020 molto promettente, l’industria dei beni personali di lusso è stata colpita duramente dalla crisi dovuta alla diffusione del virus COVID-19 e ai conseguenti lockdown nazionali e limitazioni del traffico aereo, portando segni negativi in tutte le categorie merceologiche e in tutti i mercati per l’anno in corso.
Secondo il presidente di Altagamma, Matteo Lunelli: “La Pandemia ha colpito da subito l’industria di alta gamma a livello mondiale e porterà a un calo di fatturato del 20% nel 2020 secondo l’Altagamma Consensus. Il comparto però ripartirà e il trend di lungo periodo rimane positivo con una crescita del 2-3% da qui al 2025 così come stimato dal Monitor Altagamma Bain. L’industria creativa italiana, dotata di risorse manifatturiere, creative e imprenditoriali uniche, ha le carte in regola per rilanciarsi e tornare a esercitare la sua leadership mondiale. Vi sono però alcune priorità: nel breve periodo la tutela delle filiere in difficoltà; nel medio periodo la trasformazione digitale, il rilancio del turismo – che è strategico per tutti i settori – e un’attenzione ancora più forte alla sostenibilità ambientale e sociale”.
L’aggiornamento dell’Altagamma Consensus 2020, elaborato in collaborazione con 22 analisti internazionali, stima per il 2020 un calo dei consumi di beni di lusso personale su tutti i mercati, con una media del -20%. Per Europa (-29%) e Americhe (-22% il Nord e -21% l’America Latina) si prevede la maggior decrescita anche per via della loro più lunga esposizione alla crisi e l’assenza di flussi turisti internazionali, soprattutto cinesi.
Gli acquisti dei consumatori cinesi (-9%, primi ad uscire dall’emergenza), giapponesi (-14%) e del resto dell’Asia (-16,5%) sono attesi in forte diminuzione nel 2020, anche se con un impatto inferiore rispetto a Europei (-25%) e Nord Americani (-21%).
Per quanto riguarda i prodotti, i peggiori impatti sono stimati per gioielli (-23%), orologi (-25%) e abbigliamento (-21,5%), mentre per pelletteria (-17%) e cosmesi (-13%) il calo sarà inferiore.
Ha commentato Stefania Lazzaroni, direttore generale di Altagamma: “Il Consensus Altagamma con le stime di 22 analisti prevede una forte diminuzione dei consumi mondiali e una profittabilità delle imprese del comparto in calo del 30% nel 2020. Un forte segnale positivo è la performance dei canali digitali retail +16% e wholesale +12%. La trasformazione digitale delle aziende sarà certamente potenziata e la crisi porterà a nuovi stili di vita – più sostenibili, moderati e consapevoli – la cui interpretazione sarà determinante per il rilancio dell’ alto di gamma”.
Il Monitor Bain Altagamma sui Mercati Mondiali stima che i consumi di beni di lusso personali registreranno un calo del ~25% a tassi costanti nel primo trimestre 2020 (rispetto allo stesso periodo del 2019), con diversi livelli di magnitudo tra geografie a seconda delle tempistiche di lockdown e riaperture.
Pur considerata l’attuale crisi, ad oggi sono stati riscontrati chiaramente dei best performer a livello di mercati regionali, di canali e di categorie di prodotto, che hanno parzialmente compensato le performance generalmente negative:
- Regioni: dopo essere stata duramente colpita dalla diffusione iniziale del virus, la Cina continentale ha visto una progressiva ripresa con il diminuire delle limitazioni imposte; altre regioni hanno sofferto a causa di una forte diminuzione dei flussi turistici (principalmente cinesi) e dai lockdown ancora in vigore.
- Canali: tutti i canali mostrano performance negative, in particolar modo il travel retail e i department / specialty stores, con esclusione dell’online che si prevede mantenga una traiettoria di crescita positiva anche in futuro.
- Categorie: gli accessori resistono, pur mostrando un trend negativo, seguiti dal beauty e dai gioielli; gli orologi, invece, sono la categoria che ha subito una decrescita maggiore ad oggi.
Per il 2025, ci si attende che il mercato raggiunga i €320-330 miliardi: rappresenterebbe un tasso di crescita 2019-2025 del +2/+3% (CAGR)
L’industria dei beni personali di lusso dovrà confrontarsi con cambiamenti e forze perturbanti nei prossimi anni, ed è principalmente nelle mani dei player di questo comparto rimodellarlo di conseguenza, a partire da ora: mentre reagiscono in modo da navigare la crisi attuale, i brand devono pianificare adesso come intendono guidare la trasformazione dell’industria, partendo dal consumatore.
“Ci aspettiamo una ripresa del mercato del lusso, ma il settore sarà profondamente trasformato” – dichiara Claudia D’Arpizio, partner di Bain & Company e autrice dello studio. “La crisi attuale impone a quest’industria di pensare in maniera ancora più creativa e di innovare ancor più velocemente per soddisfare le richiese dei consumatori e superare i vincoli sui canali. I brand che usciranno vincitori saranno quelli che riescono ad interpretare al meglio lo zeitgeist, rimanendo coerenti al loro DNA e alle loro radici”.
“I consumatori vedono un mondo che è profondamente cambiato e al quale i marchi del lusso dovranno necessariamente adattarsi” – commenta Federica Levato, Partner di Bain & Company e co-autrice dello studio. “La sicurezza nei negozi sarà obbligatoria, sempre associata alla magia dell’esperienza di lusso: modalità creative per attrarre i consumatori in negozio, o per portargli direttamente i prodotti, faranno la differenza. La velocità di crescita di questo mercato dipenderà dalle risposte strategiche dei brand alla crisi attuale e dalla loro abilità di trasformare l’industria del lusso per conto dei consumatori”.