Piero Fornasetti è un designer di sempre maggior risalto nella storia dello stile italiano. Al numero 1 di Corso Matteotti ai margini del quadrilatero della moda milanese, gli amanti del design italiano sanno che c’è un piccolo Eden. È il monomarca di Fornasetti, l’azienda milanese che continua l’opera di design del genio delle decorazioni Piero Fornasetti. Descrivere il suo genere e l’impiego delle sue creazioni (oggi portate avanti dall’erede Barnaba) è inutile perché non è incasellabile.
Meglio andarlo a scoprire da soli, anche perché ci sono dei segnali pressanti dal mondo della moda e comunicazione che ci fanno ritenere di trovarci di fronte a un nuovo modello italiano di design invidiatissimo in tutto il mondo.
In altre parole, se non conoscete ancora Fornasetti, dopo che la Triennale di Milano nel 2013 gli ha dedicato un’intera mostra multimediale, lo conoscerete a breve. O lo riconoscerete se passate a Parigi allo shop del museo Les Art Décoratifs (63 Rue de Monceau ) o se vi siete imbattuti in strani oggetti sulle mensole di 10, Corso Como a Milano. Avete visto la copertina di Original Sin, il nuovo progetto discografico del pianista improvvisatore e compositore Cesare Picco? Ecco, il musicista del clavicordo ha scelto grafiche di Fornasetti (il motivo del Peccato Originale) per decorare l’intero progetto. E se vi è capitato di fare shopping online di design, sicuramente avrete ammirato Fior Di Lana, il nuovo decoro disegnato da Fornasetti in esclusiva per yoox.com per la capsule collection di Natale scorso. Ci sono complementi d’arredo e profumi per la casa declinati in vari motivi-tipo, dalle “civette” a “bocca”.
La lista dei ripescaggi potrebbe andare avanti all’infinito, visto che l’artista ha disegnato e realizzato circa 13.000 tra oggetti e decorazioni. Lo riscopriamo oggi perché la sua città se ne è ricordata di recente. E anche perché, diciamocela tutta, le sue creazioni quando imperava il dogma della funzionalità legata all’architettura era cadute in disgrazia, nonostante la sua memorabile collaborazione con Giò Ponti, legata al disegno industriale e decorazioni di interni (suo il Casinò di Sanremo e transatlantico “Andrea Doria”).
Quando è morto, nel 1988, l’unica testimonianza del suo lavoro era la bottega di Brera. Ora con lo shop aggiornato ai tempi, gli appassionati da tutto il mondo possono “vestirsi” del suo genio folle.