L’Edicola Radetzky, un piccolo angolo degli anni 20 sopravvissuto alle guerre e alla cementificazione di Milano, è ormai un simbolo di rigenerazione e rinascita culturale.
Tanto che il progetto che racconta la rigenerazione di Edicola Radetzky come spazio per l’arte contemporanea ospitato in un gioiello del Liberty milanese, è da questo mese presentato al piano superiore del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano fino al 6 gennaio 2017.
La mostra riassume gli elementi che costituiscono l’identità di Edicola Radetzky, in cui l’esposizione pubblica delle opere e la diffusione in rete della documentazione fotografica delle mostre, delle immagini GIF e delle clip video, svolgono insieme la stessa funzione divulgativa, allargata ad un pubblico più vasto ed eterogeneo dei visitatori di uno spazio espositivo tradizionale. La storia stessa del luogo è affascinante: negli anni 80 e 90 del Novecento molti ricorderanno che è stata sede di una stazione, Radio Meneghina. Ma il suo nome lo si deve a una struttura precedente, prima della sua costruzione, dove venivano posti gli editti del governatore Josef Radetzky nell’800 al tempo della dominazione austriaca.

DI COSA SI TRATTA – Struttura storica situata in riva alla Darsena di Milano, Edicola Radetzky è stata affidata a Progetto Città Ideale (Fiorella Fontana, Mirko Canesi, Stefano Serusi) dal Municipio di Zona 6 del Comune di Milano per farne uno spazio espositivo per l’arte contemporanea, con la direzione artistica di Andrea Lacarpia. Da sabato 29 ottobre 2016 (ore 19.00) per un mese sarà visibile tutti i giorni 24 ore su 24) La mia architettura suona in nero, mostra di Jacopo Candotti, parte del ciclo di esposizioni realizzate con il sostegno di Enel con cui Edicola Radetzky viene attivata come spazio espositivo per l’arte contemporanea.
La relazione tra pensiero e percezione delle forme esteriori è l’elemento centrale della ricerca di Jacopo Candotti, che mette in mostra accessori apparentemente superflui che divengono protagonisti come nella grande scultura modellata con cera d’api nera che si vede all’Edicola Radetzky. La scultura è composta da più forme che si legano in una composizione dall’atmosfera metafisica. Candotti colloca la scultura sopra un piano all’altezza dello sguardo e inserendo un elemento verticale che ruota su se stesso come a volersi rendere maggiormente visibile, mostrandosi come oggetto prezioso.
Il restauro di Edicola Radetzky
Struttura storica situata in riva alla Darsena di Milano, Edicola Radetzky è stata affidata a Progetto Città Ideale dal Municipio di Zona 6 del Comune di Milano per farne il nuovo centro culturale della Darsena, con programmazione di mostre e progetti esterni. Il restauro ha coinvolto attivamente un gruppo di artisti riuniti nel progetto Cantieri Radetzky, ed è stato realizzato anche grazie al contributo dell’associazione Casa Gialla e di alcuni cittadini milanesi.