6 Novembre 2018

“Voglio Vivere in Italia”: su LaF un viaggio nei tesori del Belpaese

Il settimo episodio del format originale laF (Sky 135), realizzato da EiE Film, va in onda giovedì 8 novembre 2018 alle ore 21.10

6 Novembre 2018

“Voglio Vivere in Italia”: su LaF un viaggio nei tesori del Belpaese

Il settimo episodio del format originale laF (Sky 135), realizzato da EiE Film, va in onda giovedì 8 novembre 2018 alle ore 21.10

6 Novembre 2018

“Voglio Vivere in Italia”: su LaF un viaggio nei tesori del Belpaese

Il settimo episodio del format originale laF (Sky 135), realizzato da EiE Film, va in onda giovedì 8 novembre 2018 alle ore 21.10

Per i coachsurfer la realtà del viaggio è qualcosa di molto fruibile e veloce, anche immediata. La scelta, il desiderio di partire e la scoperta sono alla base del buon successo di un programma come “Voglio vivere in Italia“, in onda su laF (Sky 135) giovedì 8 novembre alle ore 21.10.

I viaggiatori Simone Chiesa e Anna Luciani sono dei couchsurfer, cioè dei ragazzi che si scambiano visite a casa di sconosciuti e sono con questo format arrivati alla settima puntata.

I due proseguono il percorso lungo la penisola a bordo del loro camper rosso, muniti di zaino e videocamera, con l’obiettivo di riscoprire le città italiane con lo sguardo e l’esperienza di molti stranieri che hanno scelto di realizzare qui i propri progetti di vita.

Situata nella pianura che ospita anche Pistoia e Firenze, Prato colpisce Simone e Anna non solo per la bellezza del suo centro storico, ma anche per il suo dinamismo imprenditoriale e culturale, per il ruolo di primo piano nel settore del tessile e naturalmente per il fatto di essere una delle città più multietniche d’Italia, che include grandi comunità di cinesi, albanesi, pakistani, marocchini, rumeni, pur cercando di mantenere solide le proprie radici identitarie.

In uno dei luoghi simbolo della città, il Museo del Tessuto, Simone e Anna incontrano la californiana Patricia, stilista e docente di tessitura, moda e cultura italiana in diverse università internazionali, che racconta loro di come è cambiata la città negli ultimi 30 anni con l’arrivo di tante culture straniere. Al Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci, uno dei poli culturali più importanti della città, Simone e Anna conoscono Britta, direttrice dell’Istituto di cultura tedesco e Presidente della SI-PO, un’associazione che diffonde la tradizione e la lingua tedesca in città. Davanti al Castello dell’Imperatore, Britta racconta a Simone e Anna le analogie che ha trovato tra i tedeschi e i pratesi, per la forte attitudine a ricordare il passato ma con uno sguardo sempre rivolto alla costruzione del futuro.

 

Nella parte più underground della città, Simone e Anna incontrano la cantante di origine albanese Jona che, pur sentendosi totalmente italiana, ha scelto di cantare in albanese e, con la sua musica pop, partecipa e anima anche alcuni eventi della comunità cinese. È proprio Jona a presentare a Simone e Anna Franco, architetto e designer, ma anche presentatore, ballerino e cantante, che racconta come funziona la comunità cinese di Prato e come lui si sia ben integrato in una realtà cittadina dalla forte connotazione multiculturale e caratterizzata da un fermento creativo profondo e dinamico.

 

Questo fermento si riscontra anche nei numerosi progetti che coinvolgono vecchi capannoni degradati per riqualificarli in nuovi centri creativi e culturali: uno di questi è la Corte di Via Genova che, da ex lanificio, si è trasformata in un centro d’esposizione di cultura contemporanea in cui convergono arte, design, fotografia, musica e architettura. Uno dei laboratori che popolano la Corte è Artforms, cofondato dall’artista francese Rachel, che racconta come proprio la presenza di capannoni industriali abbia avuto un forte ruolo nell’attrarre tanti artisti da tutto il mondo. Spostandosi nella Chinatown pratese, il Macrolotto Zero, Simone e Anna conoscono Anthony Tang, medico agopuntore e primo cinese a stabilirsi a Prato negli anni ’70, venuto da Hong Kong per portare in Italia la propria esperienza professionale.

Patricia e Anna al Museo del Tessuto di Prato.

 

BOLZANO – Anche nelle scorse puntate hanno conosciuto altre persone da ogni parte del mondo che hanno scelto le città italiane per realizzare i propri progetti di vita.

Con l’artigiano tedesco Bertram, che a Bolzano ha deciso di aprire la sua bottega di pipe realizzate a mano, i due viaggiatori percorrono il tragitto che ogni giorno lo porta da casa al lavoro: la ciclabile Basso Altesina, una delle più lunghe e suggestive d’Europa.

Nominata nel 2017 la città italiana con la più alta qualità di vita tra tutte le 110 province del Paese, Bolzano si presenta agli occhi di Simone e Anna come una città immersa nel verde e in perfetta sintonia con l’ambiente circostante capace di attrarre anche numerosi stranieri affascinati dal perfetto connubio tra un’anima cosmopolita e un ambiente intimo e rilassato. Una di questi è la finlandese Birgitta, proprietaria di un’enoteca in Piazza delle Erbe, con cui Simone e Anna scoprono i luoghi più interessanti della vita cittadina, che va ben oltre i celebri mercatini di Natale affollati dai turisti.

La tappa altoatesina di “Voglio vivere in Italia” si chiude a Merano dove l’artista e designer israeliana Tarin – che con marito e figli ha lasciato la caotica Milano per trasferirsi nella cittadina – accompagna Simone e Anna a fare un giro in bicicletta sul percorso del Sissi Tour, per visitare i masi, le tipiche case rurali della zona.
Marcelo, fotografo di origine argentina, organizzatore del Ragusa Foto Festival, che ospita mostre di alto livello in alcuni dei palazzi più prestigiosi della città ha fatto vivere agli spettatori del programma aspetti inediti della vita in provincia. La genialità ragusana percepibile nelle piccole cose e il valore aggiunto che apportano gli stessi cittadini, con il loro animo accogliente e generoso è stato raccontanto.

RAGUSA – Tutti affascinati dallo stile di vita di una città come Ragusa nelle scorse puntate. La vera essenza del vivere all’italiana, tra l’indiscutibile bellezza del suo centro storico, in particolare del quartiere più antico della città, Ragusa Ibla, definita dallo scrittore e poeta ragusano Gesualdo Bufalino: “Una città che recita con due luci, talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene ad una terra che indossa il suo barocco col ritegno di una dama antica”.

MATERACapitale europea della cultura 2019, Matera può contare su un fermento creativo apportato anche da alcuni stranieri che rendono la proposta culturale di Matera sempre più ricca, multiculturale e variegata.

Tra questi Simone e Anna hanno incontrato Alì, un ragazzo originario del Gambia, che organizza importanti festival di teatro che coinvolgono tutta la città e Pegah, una studentessa iraniana impegnata in diverse attività politiche, sociali e culturali sul territorio, che racconta le relazioni storiche tra Matera e il suo Paese natale, l’Iran.

A Taranto, Anna e Simone visitano la Jonian Dolphin Conservation, un’eccellenza nella ricerca scientifica e nello studio dei cetacei dove incontrano la volontaria messicana Beatriz, esperta di sviluppo sostenibile.

TARANTOTaranto, città mediterranea dalle molteplici bellezze, ricca di storia, cultura, oggi “molto fragile e incapace di gestire l’industrializzazione caotica che l’ha permeata…”, come scriveva lo scrittore e giornalista tarantino Alessandro Leogrande, si presenta agli occhi di  Simone e Anna come una realtà affascinante e piena i contrasti che hanno saputo attrarre anche tanti stranieri. Il primo incontro documentato nel programma è con Kerstin, una ragazza austriaca che, con il marito, promuove uno stile di vita sostenibile basato su yoga, buona cucina vegana, sane abitudini, solidarietà e attivismo nella comunità.  Un progetto, questo, che trova altri promotori, come il francese Cyril che, tra i trulli della Valle D’Itria, vive insieme alla moglie e ai loro 3 figli della coltivazione dei loro terreni.

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