Ci troviamo nei presi di san Gimignano, esattamente a Borgo San Donato, un piccolo ma affascinante agglomerato di case, casolari, arte e cultura. Qui, una famiglia, decide di crescere e portare avanti la propria idea di cultura del cibo, dell’accoglienza, dell’agricoltura. E così nasce una fattoria e agriturismo della famiglia Fenzi che accoglie scopritori di meraviglie da tutto il mondo.


La storia della famiglia Fenzi inizia nel 1932 quando il nonno Umberto, tessitore – durante la Prima guerra mondiale commercia coperte per il Regio Esercito – decide di acquistare una fattoria nel borgo di San Donato nei pressi di San Gimignano. Compra la struttura con tutto quello che c’era: piccole abitazioni, vigne, una torre medioevale, un uliveto e tutti gli annessi agricoli. Sua moglie Fernanda decide di seguirlo: si prendono per mano e iniziano una nuova avventura. Umberto, grande appassionato di vino, si accorge che la zona ha grandi potenzialità e inizia a salvaguardare il vitigno presente.

Passano gli anni e gli interventi di ripristino delle strutture procedono. Arriva però qualcosa che interrompe la vita felice (ma faticosa) del borgo di agricoltori: la guerra. I Tedeschi mettono a ferro e fuoco il territorio tanto che negli anni dopo la fine del conflitto bellico nessuno vuole passare più per questa zona, i ricordi sono dolorosi. Finita la guerra la famiglia Fenzi non si perde d’animo, continua a produrre e a rimboccarsi le maniche credendo sempre più nel potenziale di questo territorio tanto da fare, negli anni a venire, scoperte sorprendenti. Le prime costruzioni dove nasce la fattoria San Donato risalgono a circa 2.500 anni fa. La collina sorge a 400 metri d’altezza e qui già gli Etruschi coltivavano vite e olivo, tanto che i Fenzi trovarono durante i lavori agricoli vasellame, coppe, cippi funerari e varie tombe. Proprio sotto la loro vigna è trovata una necropoli dove gli archeologi, dopo averla messa in sicurezza, hanno dato il via libera per riprendere a coltivare la vite. Tutta la zona è stata mappata dagli studiosi che hanno appurato che già gli Etruschi utilizzavano il territorio per le coltivazioni. Un luogo ricco di storia, di qualità organolettiche, di cultura secolare. Nel 1979 Miolanne, la figlia di Umberto e Fernanda, decide di iniziare la ristrutturazione degli edifici del borgo e adibirli a ricettività turistica. Rinnova poi i vigneti iniziando a produrre quantità più numerose di bottiglie di vino fino al 1994, anno in cui Umberto, figlio di Miolanne e Arrigo, prende le redini della fattoria insieme alla moglie Federica, pilastro del borgo nonché cuoca del ristorante annesso e le loro tre figlie Angelica, Benedetta e Fiamma, facendola diventare “biologica” nel 2007. Oggi la fattoria è una azienda vitivinicola, coltiva uve tradizionali e produce vino di altissima qualità come la famosa Vernaccia di San Gimignano che caratterizza fortemente l’identità della zona, prima DOC in Italia.

Per quanto riguarda il rosso, il vitigno Sangiovese la fa da padrone. Le piante di vite vengono lavorate in modo accurato e nelle migliori condizioni possibili, puntando soprattutto sulla autenticità dei loro prodotti. La famiglia prova anche a fare esperimenti: oltre al San Gimignano rosso DOC, produce Rosato, Vermouth, attribuendo ai vini i nomi delle donne della famiglia, oltre ad omaggiare anche Arrigo, medico che aiutò molte persone della zona. Un omaggio romantico e intelligente. Inoltre, nella fattoria è presente una oliveta esposta a sud con una produzione di alta qualità, dove le olive vengono frante nei frantoi di zona e hanno una acidità bassissima. Le olive vengono raccolte nel mese di novembre, un periodo dell’anno dove sulla pianta non è necessariamente presente la massima quantità di olio “raccoglibile” ma piuttosto il massimo livello qualitativo. Inoltre, in fattoria vengono organizzate degustazioni di vino e olio, corsi di cucina ed equitazione. Un luogo immerso nella meravigliosa natura che circonda la città di San Gimignano.



La signora Federica prepara per gli avventori un menu fisso che prevede la stagionalità dei prodotti: verdure dell’orto, cavolo nero, carciofi – soprattutto la varietà “empolese” che, grazie alle specifiche condizioni climatiche della zona, conferisce a questo carciofo un caratteristico sapore dolce-amaro e una consistenza tenera – salumi e formaggi degli allevatori dei dintorni, pici con ragù di cinghiale e capriolo, instaurando con gli altri contadini e allevatori sinergie produttive. Fiore all’occhiello della fattoria – oltre allo zafferano – è il famoso aglione della Val di Chiana, aglio dal sapore molto delicato e grande almeno dieci volte un aglio tradizionale, con cui Federica prepara un sugo prelibato. Umberto e sua moglie guardano tutto quello che, grazie al lavoro, sono riusciti a costruire: un ambiente dove i propri animali vivono felici, un luogo antico dove il vino e l’olio prodotti sono di assoluta qualità, un posto dove la gestione del territorio è una prerogativa e le loro tre figlie, che porteranno avanti tutta l’autentica tradizione contadina del borgo.
Assaggiare la loro Vernaccia è una esperienza che si dovrebbe fare. Camminare con un calice di vino per le strade del borgo, fermarsi ad ammirare il panorama che si staglia tra strade e alberi, tipiche del paesaggio collinare toscano, riporta i sensi nel loro migliore stadio, nella loro migliore espressione. Umberto e Federica hanno saputo costruire qualcosa che resterà radicato nella terra secolo dopo secolo, per chi ci sarà dopo di loro. Come scrive Franco Arminio, c’è bisogno di gente che sa fare il pane, di contadini, di poeti. Questo è quello che possiamo trovare dai Fenzi: poesia e agricoltura.





Lo zafferano di San Gimignano
Lo zafferano è uno degli ingredienti più costosi della terra, molto più del tartufo e del caviale ad esempio. La sua storia è leggendaria e il suo sapore venerato. È una spezia molto preziosa perché il Crocus Sativus, il fiore dal quale si ricavano gli stami di zafferano, sboccia per pochi giorni all’anno e produce tre stigmi (la parte del fiore che riceve il polline durante l’impollinazione) che a loro volta vengono raccolti a mano e asciugati uno per uno. Pensate che per produrre un grammo di zafferano occorrono 150 fiori viola e tanto lavoro, ecco perché lo zafferano è così pregiato e costoso, richiede molta cura e la coltivazione non si adatta a ogni clima. I Fenzi ne hanno una piccolissima produzione di qualità da circa 25 anni. La composizione del terreno è generalmente sabbiosa e questo conferisce allo zafferano quelle sue straordinarie caratteristiche. La sua qualità è riconducibile principalmente a tre componenti chimiche: la crocina, alla quale si deve l’attività colorante gialla; la picrocrocina, che gli conferisce il sapore; il safranale, che è responsabile dell’aroma. Si dice che sia una medicina naturale e abbia addirittura poteri afrodisiaci: è chiamata anche la spezia del buonumore e alle spose toscane veniva cucito qualche stame di zafferano nell’abito per garantire loro prosperità e felicità.