Se vogliamo riconominciare a viaggiare e guarire dall’overtourism, non c’è altra soluzione che considerare nuove mete, terre meno battutte dal turismo di massa. Il Caucaso, parte orientale della Russia europea, è una di queste. Una guida speciale, che lavora per il rinomato tour operator moscovita Ethnotravel, ha accettato di parlarcene proprio in virtù della ripartenza dell’industria turistica globale. Questo operatore è l’unico a organizzare per turisti stranieri vacanze personalizzate in Caucaso.
Serghey Kancerov, nato nel 1980 a Nizhnij Novgorod, una grande e antica città medievale della Russia europea centrale, ex Gorky, attualmente residente di Mosca, ha una laurea in Lingue Straniere presso l’Università Statale Linguistica di Mosca e dal 2010 è insegnante di lingua italiana presso la Scuola Alberghiera di Mosca.
Serghey è un vero ambasciatore della cultura italiana in Russia, è fortemente legato al nostro paese che ha visitato più volte. Ed è molto richiesto: effettua anche lezioni private al momento online, si interessa di tutto quello che è italiano e dal 2015 accompagna i turisti italiani durante il viaggio della Transiberiana con il tour operator Eurasia Trains and Tours. Subito dopo la laurea ha iniziato a lavorare come guida turistica per viaggi a Mosca, in Siberia, Mongolia e Cina.
“In molte guide turistiche straniere le repubbliche del Daghestan e della Cecenia non sono indicate – ci racconta esordendo – . Enormi territori, natura favolosa e grande storia rimangono misconosciuti. La superficie del Caucaso settentrionale della Russia è pari a 258.300 km². Ora è un’òasi di tranquillità ed equilibrio non solo in Russia, ma anche nel mondo”.
In un panorama mondiale turistico dominato da quello che si vede attraverso i social media, Serghey dice che c’è bisogno sempre di più di autenticità. E le foto del Caucaso non hanno bisogno di fitri. “Anzi, non rendono mai giustizia. Infatti i panorami caucasici sono molto più belli dal vivo che sulle foto. Per esempio quelle che vedete in questo articolo si riferiscono a un antico aul daghestano, il classico insediamento urbano fortificato del Caucaso. Il villaggio di Goor è chiamato da molti “il paese delle torri”. Secondo la leggenda il villaggio era una volta in una foresta, ma frequenti attacchi da parte dei vicini costrinsero dei montanari a cercare un nuovo luogo sicuro e strategicamente vantaggioso. Il villaggio ha conservato torri difensive militari, che ancora oggi entusiasmano le menti di storici, avventurieri, viaggiatori e amatori del passato“.
Serghey ogni anno d’estate organizza la Transiberiana con turisti italiani. Lui stesso è sorpreso dall’entusiasmo che sta iniziando a riscontrare la sua nuova meta d’elezione. “Se qualcuno avesse detto quattro anni fa, quando sono arrivato per la prima volta a Machackala, capitale della reppublica del Daghestan, che un giorno nel 2021 ad una fiera turistica internazionale MITT a Mosca avrei presentato un grande viaggio Attraverso il Caucaso, avrei sorriso e non ci avrei creduto. Ma è successo e sono felice. Noi con il tour operator russo Ethnotravel siamo primi non solo in Russia ma anche nel mondo a organizzare questo grande viaggio. Abbiamo preparato vari tipi di itinerari: il primo della durata di 14 giorni e altri più brevi da 4 a 9 giorni. Abbiamo creato il vero viaggio d’autore per turisti stranieri. In Daghestan, Cecenia, Ossezia Settentrionale e Cabardino’Balcaria ci aspettano bellezze indiscusse, ottimi pasti, guide ben preparate, trasporti confortevoli e sicuramente pernottamenti esclusivi, dove possiamo sentirci non turisti ma, per un bel po’, parte integrale della gente del posto“.
Il processo di annessione del Caucaso all’Impero russo è stato un percorso lungo, complesso e contraddittorio, poiché i suoi artefici perseguivano obiettivi sostanzialmente diversi.
“Tutto è iniziato – ci racconta la guida – ai tempi dello Stato moscovita con una serie di negoziati tra alcuni governanti delle montagne con Mosca per l’assistenza militare. Temendo potenti vicini – Iran, Turchia, il Khanato di Crimea – i governanti delle montagne cercarono sostegno dalla lontana Mosca. Un’ondata di energia diplomatica volta a trascinare Kabardia e Daghestan nella sfera dell’influenza russa si verificò alla fine della Grande guerra del Nord, quando Pietro I stava sviluppando piani specifici per importanti operazioni nel Mar Caspio, con una svolta ai confini settentrionali dell’India come prospettiva strategica. Nel 1711 i principi kabardiani, dopo un’altra pressione dalla Crimea e dalla Turchia, avevano bisogno di un forte mediatore per risolvere le controversie continue, si unirono alla Russia”.
Il viaggio che promuove Serghey Kancerov, «Attraverso il Caucaso» è un’immersione storica nella matrice degli eventi della guerra del Caucaso. Gli anfratti delle montagne ricordano ancora tutto il dolore, i colpi e i colpi del passato. Oltre che un’esplorazione, è una grande importante missione per preservare la memoria storica e la pace.
“Se la tua anima chiede grandi monti campi e prati infiniti – dice Serghey – allora hai scelto la giusta direzione. Se vuoi della carne deliziosa e la vera trota di montagna, qui la trovi. Si prende l’aereo, poi si va in autobus oppure in macchina per incontrare il prossimo mercatino carino con le calamite e sorrisi di turno. Il Caucaso è un luogo dove la globalizzazione e il turismo di massa non hanno ancora messo piede saldamente, il che a volte brucia ciò che stiamo cercando, qualcosa di fresco, genuino. È una grande felicità che qui ci siano popolazioni che riescono ancora a preservare la favolosa atmosfera del passato, il sogno”.
Serghey è un entusiasta di quello che può offrire un viaggio in Caucaso, non solo per gli occhi: “Ci fa confrontare con la vita vera, la natura incontaminata e con persone genuine. Io e i miei colleghi abbiamo scelto questa meta per farvela scoprire soprattutto perché ci unisce un solo desiderio: amarla e rispettarla per come è”.
Per seguire o contattare Serghey Kancerov qui.