La Mamounia ospita la mostra fotografica Suite 280 presso La Galerie de La Mamounia, con le immagini inedite e irriverenti del fotografo anglo-magrebino Hassan Hajjaj. Nel tempio del lusso costruito dai reali locali nel 1700, e riaperto al jet set internazionale nel 2009 dopo 5 anni di restauri, i ritratti dell’artista marocchino, trasferitorsi a Londra. Creano sempre sconcerto e ammirazione perché sono a metà tra i codici estetici della moda contemporanea, hanno un tocco pop art che potete verificare nelle nostre foto. E senz’altro, sono una presa di posizione sugli effetti del capitalismo nelle città lontane “dal primo mondo”.
Colorati e sociologici, gli scatti inediti sono in bella mostra dal 29 ottobre al 9 gennaio 2017 nei favolosi ambienti dell’hotel che è membro di The Leading Hotels of the World. Un’attrattiva in più per chi punta al Marocco come winter escape, visto che l‘artista è tra i più validi della sua generazione e ha avuto l’inclusione nelle collezioni permanenti del Brooklyn Museum di New York, del Los Angeles County Museum of Art e del Victoria and Albert Museum di Londra.
LA MAMOUNIA
A seguito di un ampio progetto di ristrutturazione guidato da Jacques Garcia, interior designer di fama internazionale, La Mamounia ha riaperto il 29 settembre 2009 con 136 camere; 71 suite, tra cui sette Signature Suites; e tre Riad, ciascuno con tre camere da letto, saloni marocchini e una terrazza privata a cui si aggiunge la piscina. L’iconico hotel, che unisce tradizione locale nei raffinati arredi e contemporeinità, ha ospitato diverse personalità internazionali tra cui politici, celebrità e personaggi del jet set, è considerato a livello mondiale uno degli hotel più importanti e desiderabili al mondo. Dal 1923, anno in cui è stato originariamente aperto l’hotel, è un’icona della tradizionale ospitalità marocchina.
HASSAN HAJJAJ
Nato a Larache, Marocco, nel 1961, Hassan Hajjaj ha lasciato il suo Paese da piccolo per raggiungere Londra. Lì, influenzato dalla scena dei club, hip-hop e reggae ha iniziato a “creare” un immaginario inedito che includesse la sua eredità culturale d’origine con la commistione che la metropoli inglese naturalmente gli propinava. Hajjaj , da autodidatta, si è cimentato con ritratti, moda, installazioni e arredamento, spesso derivato da oggetti di riciclo nord-africani.
A fine anni 80 si è concentrato sui ritratti forografici, principalmente immortalando amici e artisti nel suo studio, poi muovendosi sulle strade di Marrakech, catturando la personalità dei suoi soggetti con umorismo, dinamismo e spontaneità. La particolarità è il contrasto che si rivela nelle immagini, perché il tempo sembra annullato, il colore le omologa in una dimensione molto contemporanea, anche quando usa il bianco e nero da stgreet artist catapultato in una dimensione documentaristica. Il ciclo di foto che sono in esposizione all’hotel La Mamounia è ambientato alla Mamoun Suite, uno degli angoli tipici più celebrati del tempio del lusso marocchino.
Il nome della mostra deriva proprio da questa Suite in cui sono state scattate la maggior parte delle fotografie. Oltre a splendide immagini dell’Hotel sono anche presenti degli scatti che ritraggono il designer e collega Amine Bendriouch.
Il lavoro di Hajjaj fa parte della collezioni permanenti del Brooklyn Museum di New York, Los Angeles County Museum of Art, Victoria and Albert Museum di Londra e altri ancora.
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