Italy Charme è una soluzione di travel design in Italia specializzata in esperienze autentiche ed esclusive nello Stivale, da nord a sud. Un’idea di vacanza sostenibile improntata alla tendenza dell’eco-luxury experience che caratterizzerà gli anni futuri in questo campo. A capo di questa società, che punta a un turismo slow e di lusso, oltre che consapevole, c’è un giovane imprenditore, Moreno Moretti che ha centrato tanti obiettivi a soli 34 anni.
Anzitutto è riuscito a trovare una nuova chiave per promuovere l’Italia all’estero, attraverso l’autenticità e la cura dei dettagli dello story-telling. “Il momento clou – ci racconta – è stato quando un facoltoso americano, uscendo dall’eremo dorato che gli avevo fornito, mi ha implorato: portami nelle cantine più piccole che conosci, voglio parlare con la gente”.
Moreno ha centrato proprio la voglia di essere come noi italiani che hanno in tanti all’estero. E visto che nel 2021 si prevede una graduale ripresa dell’industria turistica a livello globale, ci è sembrato il momento opportuno per sentire la sua esperienza e farci raccontare i suoi progetti e la sua idea di turismo sostenibile.
Come riesci a stupire i visitatori stranieri?
Proponendo esperienze fuori dai soliti circuiti. Come un ritiro di meditazione in un monastero della contemporaneità senza un telefono o un workshop a Venezia imparando a conoscere ‘Come è fatta una gondola?’. Si può fare anche un’escursione in kayak unica all’interno del canale di Venezia circondati da palazzi storici o guidare fantastiche auto d’epoca italiane nel suggestivo paesaggio toscano.
La tua passione è diventata lavoro. Come coinvolgi anche il cibo in questa avventura imprenditoriale?
Anzitutto spesso quello che facciamo con i turisti è legato al mondo dell’enogastronomia. Poi, venendo da una famiglia che ha amministrato un’attività agricola di medie dimensioni, mi sono appassionato ai prodotti tipici e quindi turismo e palato coincidono. Da qualche tempo, Italy Charme fa anche opera di internazionalizzazione di alcuni prodotti tipici di nicchia.
Che momento è per la scoperta dei sapori d’Italia?
Direi magico, visto che la grande esposizione della cucina italiana è sotto gli occhi di tutti. E poi da qualche anno anche gli stranieri hanno sviluppato un senso di discernimento e approfondimento dei sapori autentici che è molto avanti rispetto all’idea stereotipata che noi abbiamo di loro. L’appeal maggiore è vedere i luoghi dove questi gioielli del food vengono realizzati.
Come sei diventato travel designer?
Ho iniziato nel 2010 quando ho finito l’università in sviluppo e management dei sistemi turistici a Macerata. Personalmente sono di Comunanza vicino Ascoli Piceno, mi sono guardato intorno e sono rimasto qui, per decisione mia. Inevitabile facessi la scelta di esaltare il mio territorio. Ho collaborato con l’azienda di famiglia al recupero di una variante indigena di un particolare tipo di mela, e da allora mi sono appassionato a quello che avevo intorno.
Quindi il tuo business è partito dalle Marche?
Sì, un mio carissimo amico mi spinse a iniziare con i tour alla scoperta dei luoghi dove vivo finché alle prime armi non ebbi l’onore di ospitare il grande chef internazionale Heston Blumenthal. Fu allora che capì che questa passione poteva diventare un mestiere.
Cosa facesti per Blumental?
Fu il primo di una serie di celebrity internazionali che vennero accompagnati da noi che avevamo fondato il sito Le Marche Holiday. Lui è considerato il guru della cucina molecolare ed era venuto per un programma di Channel Four. Doveva riprodurre un banchetto romano. Io avevo 23 anni, sperimentai le gioie dello story-telling e il piacere di portare clienti a cercare autenticità.
Poi ti sei espanso a tutta Italia. Italy Charme tratta destinazioni ovunque?
Certo, dai laghi al mare del sud, sempre secondo le regole del turismo sostenibile. Le Marche hanno molto potenziale ma bisogna avere un progetto lungimirante come regione. Il successo internazionale è dato soprattutto da un efficiente aeroporto con rotte strategiche e consolidate. C’è tanto lavoro da fare.
Quando ci sarà la ripresa, quale zona d’Italia prevedi sarà in crescita per quello che fai?
Al netto di sventure come i recenti terremoti, le Marche stavano ripartendo bene poi c’è stata la pandemia. Credo anche che Roma possa nascondere perle di turismo nascoste. E credo ci sia da fare molto in Abruzzo, specie con l’artigianalità di quelle terre, e la Calabria, un posto magnifico tra le rotte celebri di Matera e della Sicilia.
E a te dove piace rilassarti? Che meta preferisci?
Beh, la Sicilia è sempre un universo accogliente e diverso. Si conta ci siano state 17 culture diverse sovrapposte. L’Italia è ancora nella top 3 dei paesi più richiesti nel mondo quindi mi faccio guidare dal mio desiderio di scoperta. Valuto l’ingegno, l’autenticità, le storie da poter conoscere. Sono le persone, spesso con potenzialità inespresse, a farci innamorare dei luoghi.
Ci sono dei privilegi nel tuo lavoro?
Credo che avere la possibilità di dialogare col mondo sia fonte di sicura soddisfazione personale. Dovendo gestire vacanze di lusso bisogna essere all’altezza, parliamo di un turismo di fruibilità, non solo lusso ma anche la possibilità di esplorare le gioie dell’hotel diffuso e vivere con i locali. E poi, devo ammettere, ho iniziato ad amare l’Italia molto di più stando a contatto con stranieri. E questo è un bene.
Cosa pensi ci aspetta in questo 2021?
L’overtourism danneggia quando la massa non è gestita e insorgono problemi sociali e ambientali. Dopo il Covid non credo si tornerà alla frenesia dei viaggi di massa ma ci saranno scelte più oculate e razionate. I viaggiatori saranno sempre più coscienti e attenti alla sostenibilità anche e soprattutto nell’ambito lusso. Vorranno sempre più l’autenticità e rifiuteranno l’artefatto. Chi viene in Italia vuole vivere come noi. I visitatori ci vogliono studiare, vogliono parlare, per loro l’Italia è quasi una scoperta sociologica.