7 Novembre 2017

Golose terre di (non) confine

Quel tratto di strada che dalla Pianura Padana arriva al Mar Ligure. Una regione immaginaria che cusodisce prelibatezze.

7 Novembre 2017

Golose terre di (non) confine

Quel tratto di strada che dalla Pianura Padana arriva al Mar Ligure. Una regione immaginaria che cusodisce prelibatezze.

7 Novembre 2017

Golose terre di (non) confine

Quel tratto di strada che dalla Pianura Padana arriva al Mar Ligure. Una regione immaginaria che cusodisce prelibatezze.

Quel tratto di strada che dalla Pianura Padana arriva al Mar Ligure. Scrivia, Gavi e passo dei Giovi, lungo la via del mare oltre all’outlet c’è di più. Una terra di frontiera immaginaria, senza stati esteri a consolidarne i confini, senza dogane ed elementi naturali a delimitarne la superficie.

La tipica focaccia di Novi Ligure.
La tipica focaccia di Novi Ligure.

Tortona e Novi Ligure, lo Scrivia, il passo dei Giovi e le colline di Gavi, sono mete vicine, ma al contempo lontane dalle grandi aree urbane milanesi, torinesi e genovesi. Una lingua di terra che si sviluppa lungo la via consolare Postumia, che collegava Genova ad Aquileia; una landa che parte pianeggiante e poi si accartoccia su se stessa, formando dolci colline che si erpicano verso il cielo per respirare l’aria di mare, di fiori e di riviera.

salame
Il salame Nobile del Giarolo pronto per essere tagliato

Da queste parti, così geopoliticamente strategiche, hanno piantato i loro vessilli il Ducato di Milano e la Repubblica di Genova, ma anche Napoleone, che non si è tirato indietro dal conquistarle, combattendo la battaglia di Marengo contro l’esercito austroungarico. Anche oggi questo meltin pot padano-ligure è piemontese dal punto di vista amministrativo, ma vanta forti richiami genovesi e lombardi.

Oltre alla sua grande ricchezza naturalistica, il territorio dispone di un considerevole patrimonio culturale: dalla Pinacoteca dei Cappuccini di Voltaggio, alla raccolta di importanti opere del Divisionismo della Pinacoteca della Fondazione Crt di Tortona; dalla millenaria Abbazia cistercense di Rivalta Scrivia all’imponente Forte di Gavi; dalle affascinanti case in terra cruda della Fraschetta, fino all’area archeologica di Libarna, tra Arquata Scrivia e Serravalle, dove affiorano i resti della città romana di Libarna risalente al II secolo a.C.

chiesa
Interni dell’Abbazia cistercense di Rivalta Scrivia (sec. XII)

Passando da queste parti anche la gola non resta delusa. Tutti i passaggi e battaglie sembrano aver arricchito il patrimonio gastronomico locale con piccole contaminazioni, diventati poi grandi e caratteristici sapori. Si parte dai doni che Bacco ha abbondantemente regalato a questo territorio, tra cui i prestigiosi vini di Gavi e quelli dei Colli tortonesi (su tutti Barbera e Timorasso), senza dimenticare il Neretto di Marengo, il vino prediletto da Napoleone Bonaparte.

Imperdibile è poi la rinomata focaccia di Novi, morbida oleosità ligure con delicata consistenza piemontese, mentre non è da meno la caratteristica farinata, prodotta con i ceci della Merella.

confine
L’antico confine all’altezza Novi Ligure

Nei ristoranti e salumerie locali meritano l’assaggio le produzioni derivate dal divin porcello: i salumi della Val Curone, ma anche il salame Nobile del Giarolo delle valli tortonesi, la testa in cassetta di Gavi. Altra chicca, questa però di ambito caseario, è il Montebore, formaggio consacrato da Leonardo da Vinci, che lo inserì nel banchetto di nozze di Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Maria Sforza svoltosi a Tortona nel 1489. E poi ancora agnolotti e ravioli, i rabaton (gnocchetti morbidi) e corzetti di Novi (dischi di pasta fresca che riportano lo stemma di famiglia). Per finire in dolcezza con la nocciola tipica e la sua crema, passando per i croccanti brutti ma buoni, e arrivando all’estasi sensoriale con l’immancabile lussurioso e nero cioccolato. Se rimane tempo e voglia, non dimenticare gli amaretti di Gavi e Voltaggio, i baci di dama (la cui primogenitura è contesa tra Novi e Tortona), i canestrelli al vino bianco.

viti
Walter Massa, vignaiolo che ha salvato il vitigno Timorasso dall’estinzione.

Fotoservizio di Stefano Corrada.

Foto d’apertura: Sua maestà il Montèbore con il caratteristico e inconfondibile profilo

Una farinata di ceci cotta nella grande teglia chiamata testo
Una farinata di ceci cotta nella grande teglia chiamata testo

 

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Stefano Corrada

Una vita saporita, tra reazioni di Maillard, prodotti alimentari e racconti di gusto. Dopo la laurea scientifica, si è lasciato vincere dalla passione per tutto ciò che ruota intorno al cibo. E quindi (prima) la divulgazione tecnico-nutrizional-gastronomica e (poi) la scrittura, collaborando con periodici e guide, tra cui Focus, Il Golosario, Viaggi del Gusto e Agrodolce.it. È autore del blog Appuntigolosi, da cui è nato il libro "Appunti Golosi", edito da Jouvence.
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