La spiaggia di Amalfi è di nuovo gremita la domenica di questa metà estate. Se non si prenota, non vi si accede, qui le regole anti-contagio sono molto sentite da residenti e turisti. La madre di Francesco, 10 anni, è in allerta: “Il mare più pulito del solito ha attirato meduse stamattina“. Che sia vera o no questa diceria, il mare, le spiagge e anche le strade di questi tempi, sui 40 km più belli d’Italia hanno un’altra faccia.
Può darsi sia anche la faccia di un rallentamento dell’economia, indubbio. Ma certamente non è la faccia della povertà come lascia credere questo articolo del Washington Post di qualche giorno fa.
Quello che sembra duro da comprendere all’estero è che questo non è un angolo di “resort” che vivono in virtù degli arrivi dall’estero. Questa è una terra viva, con la sua economia, in parte dedicata al turismo e all’accoglienza, ma che si autoalimenta anche perché in questo angolo di paradiso, le persone ci vivono da millenni.
Non siamo su un’isola ricoperta di strutture in tek come si trovano in Thailandia. Siamo ad Amalfi, un’antica capitale del mondo occidentale, prospera cittadina del sud Italia, in grande agiatezza ultimamente, ma non certo in emergenza economica da quando non ci sono i turisti americani.
Si ascoltano i rumori della natura, si sente il fragore delle onde, pochi yacht all’orizzonte, il caos relegato solo alle ore diurne del weekend. Insomma, poca roba se paragonata alla bolgia degli altri anni, specie quelli recenti, dal 2015 in poi quando i flussi turistici qui hanno travolto i tranqulli villaggi costieri della provincia di Salerno. Di stranieri ora se ne vedono pochi, e c’è chi è anche più tranquillo così: il primo ospedale utile è a 20 km (Salerno), se arrivassero frotte incontrollate di turisti non ci sarebbe molto da stare allegri, dal punto di vista epidemiologico.
“La diffusione del fenomeno degli affittacamere online – racconta Giovanna, che da tre anni gestisce un B&B – è arrivata sulla spinta di una domanda crescente. Una trasformazione che ha cambiato anche il volto a molti angoli abbandonati di questi paesini che sono tornati a vivere”, dice pensando alla vicina Atrani. Il comune più piccolo d’Europa (1 kmq) è rinato grazie all’iniziativa privata, per merito di intraprendenti proprietari che finalmente hanno dato meritate rispolverate alle case secolari incastrate nella roccia. A beneficio di molti vacanzieri da ogni parte del mondo che ne hanno scoperto il fascino remoto, lo stesso appeal che inchiodò qui Escher a inizio Novecento. Al genio olandese è dedicata una serie di affissioni in memoriam nei vicoli suggestivi della “Matera” amalfitana, che purtroppo al momento versa in uno stato di abbandono che grida vendetta.
Se tanto scalpore suscita nella stampa americana l’assenza di turisti a stelle strisce da queste parti, ci si potrebbe inventare comunque una forma di sostegno a distanza. Un ‘south working’ finanziato dall’estero, visto che a quanto pare noi italiani ancora nel 2020 non siamo in grado di proteggere quello che abbiamo avuto in eredità.
Va meglio a Ravello, bastonata da una stagione senza matrimoni e grandi eventi, che con una bellezza paesaggistica rara, si riprende lo scettro di polo culturale con il nuovo Ravello Festival.
Il festival coinvolge location spettacolari come la terrazza del belvedere di Villa Rufolo, un palcoscenico naturale a picco sul mare, l’Auditorium Niemeyer e il Duomo di Ravello. La 68ª edizione, promuove la contaminazione fra la musica classica e quella contemporanea.
E qui non c’è niente di più lontano dal concetto di “povertà” paventato nell’artricolo del prestigioso quotidiano americano. Il Festival, che si chiuderà il 13 settembre e vedrà sul palco grandi musicisti di fama internazionale, avrà il suo culmine l’11 agosto alle 5.00 del mattino con il concerto all’alba. Per quella occasione nella notte di San Lorenzo, Jordi Bernàcer dirigerà l’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” in un momento suggestivo all’insegna delle musiche di Mercadante, Albéniz e de Falla.
Per la prima volta sarà presente a Ravello il maestro Riccardo Muti (1° settembre); una prima sarà anche quella di Daniele Gatti che debutterà come direttore dell‘Orchestra Mozart (produzione Ravello Festival, 5 settembre); battesimo a Villa Rufolo anche per una delle più grandi stelle del firmamento musicale, Cecilia Bartoli in un concerto diretto da Gianluca Capuano con Les Musiciens du Prince (18 agosto), prodotto in collaborazione con i festival di Lucerna e di Salisburgo; ritorna, affermata e in ascesa, la pianista Beatrice Rana(venne a Ravello, giovanissima nel 2013); grandi ritorni internazionali sono quelli di Valery Gergiev con la sua Orchestra del Mariinsky (29 luglio), e di Iván Fischer e la sua Budapest Festival Orchestra (21 agosto) accompagnati dalla voce di Anna Prohaska, di Martha Argerich (23 agosto), e di quello che forse è da considerarsi il più importante pianista jazz di oggi, Brad Mehldau (13 settembre) che chiuderà il festival.L’idea della creazione di un festival musicale in Costiera amalfitana nacque nel 1953 pensando proprio a quel lontano 1880 (era il 26 maggio) quando a dorso di un mulo, il compositore tedesco Wagner, arrivò a Ravello e rapito dai giardini di Villa Rufolo, si ispirò per il suo Parsifal. Wagner sarà ovviamente presente anche nel programma di quest’anno. “Benché l’esecuzione delle sue opere richiedano grandi organici orchestrali – ha affermato Vlad – avremo la musica da camera di Asher Fisch e Stefanie Irányi alle prese con Wagner e Liszt, e la duplice esecuzione dell’Idillio di Sigfrido nei concerti di Gatti e Fischer”.
Per consultare il programma: www.ravellofestival.com/programma/
DOVE DORMIRE – L’esperienza migliore che si possa fare in questo angolo di paradiso è dormire in uno dei lussuosi alberghi a picco sul mare. Quando ci si affaccia, si domina visivamente la costa.
In più c’è da sottolineare lo sforzo commovente di queste strutture che in poco più di un mese sono tornate allo splendore pre-lockdown. Con tutta la voglia di ripartenza che solo noi italiani riusciamo a infondere nelle nostre imprese.
Per vivere la magia di un’estate in musica, l’Hotel Santa Caterina di Amalfi, di recente indicato dalla prestigiosa rivista americana Travel+Leisure tra i “Top 10” in Italia (www.travelandleisure.com/worlds-best/resort-hotels-in-italy), offre un soggiorno da sogno per godere di momenti indimenticabili.
Il Convento d’Amalfi NH L’hotel dispone di due ristoranti: quello principale, Dei Cappuccini, serve un menù gourmet con il meglio della cucina italiana e mediterranea, preparata con cura e ingredienti freschissimi sotto la guida del famoso chef Natale Giunta. Ha un design interno elegante, in linea con l’hotel, e durante la bella stagione si apre sulla meravigliosa terrazza panoramica: una location unica in Costiera.
Per accogliere gli ospiti in sicurezza la struttura, come tutta la linea NH nel mondo, si è dotata di FastPass – servizio online per il check-in, il check-out e la scelta della camera, limitando l’interazione con il personale.
Servizi online per gli ospiti – digitalizzazione di tutte le informazioni riguardanti l’hotel e i suoi servizi in modo da effettuare ordini quali il servizio in camera o minibar tramite dispositivo mobile.
Servizio Digital Guest Relations per comunicazioni immediate con il personale dell’hotel.
A Conca dei Marini, pochi minuti in macchina dal centro di Amalfi, il Monastero Santa Rosa sta dando il meglio di sé con un raro servizio custom-made per gli esclusivi ospiti. Nei magnifici giardini profumati di fiori ed essenze aromatiche degradanti verso il mare, sulle terrazze, sotto le pergole fiorite sono allestiti molteplici punti privati dove pranzare e cenare in totale privacy, così come angoli appartati e dehòr elegantemente attrezzati per il relax. Salutari bagni di sole si possono fare sui lettini molto distanziati fra loro a bordo della bio piscina panoramicaa sfioro, e attività en plein air nella palestra attrezzata all’aperto o in angoli fioriti ideali per lo yoga. Tutto, al Santa Rosa, invita ad immergersi nella lussureggiante natura mediterranea e a goderne i benefici. E’ il “lusso della semplicità”, segno distintivo di questo luogo capace di regalare ai suoi ospiti emozioni forti, sullo sfondo di uno dei paesaggi più suggestivi al mondo, prediletto dai viaggiatori fin dai tempi del Grand Tour.