In val Trebbia, ai piedi del Monte Penice, Bobbio, con il suo sapore medievale a circa 40 km di distanza da Paicenza è un borgo incontaminato, perfettamente conservato. Con i suoi poco più di 3mila abitanti, eletto borgo dei borghi negli ultimi anni, custodisce bellezze medievali come il monastero e dal Ponte Gobbo. Questa terra a cui si accede attraverso la Pianura Padana è estremamente vicina alla Liguria, risente del benefico influsso del mare, specie alle più elevate altitudini. Ed è anche un’area molto cruciale, geograficamente parlando, perché si trova al centro di una zona detta “Appennino delle 4 province”, dove le montagne delle province di Piacenza, Genova, Alessandria e Pavia confinano.




Bobbio è nota sin dal Medioevo come la“Montecassino del Nord” per la fama della sua Abbazia che, fondata nel 614 dal monaco irlandese San Colombano, fu uno dei principali centri spirituali e culturali della penisola italiana. Il mosaico custodito nella cripta intermedia dell’Abbazia, rinvenuto solo nel Novecento, risale alla metà del XII secolo e fu realizzato da maestranze pavesi che sfruttarono le varietà cromatiche dei sassolini del vicino fiume Trebbia. La Via degli Abati (o Via Francigena di montagna) è ancora oggi un cammino che fin dall’epoca longobarda metteva in comunicazione la città di Bobbio (PC) con Pavia, capitale del Regno longobardo e Pontremoli.
Nel 1014, Bobbio acquisì anche il titolo di città, conferito con bolla imperiale da Enrico II e diventò sede vescovile, rimanendo Diocesi autonoma fin verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso.
Dei fasti di un tempo, Bobbio conserva il sapore medioevale del proprio borgo, fatto di strette viuzze, case in sasso e palazzetti signorili, cresciuto attorno al monastero, che, assieme ai suggestivi paesaggi naturalistici della vallata, ne fanno una delle principali località di villeggiatura del piacentino.






In paese e nei dintorni, lungo il percorso della Strada dei vini e dei sapori dei Colli piacentini si possono assaporare i maccheroni alla bobbiese, preparati ancor oggi con il ferro da calza e cucinati con sugo di stracotto. Il Nobile, Il Piacentino e Il Giardino sono i tre maggiori ristoranti al centro del borgo dove si possono degustare le prelibatezze locali come un tempo. Del resto, l’origine di uno dei dolci più conosciuti in Italia, la Colomba pasquale è proprio legata alla visita in questo villaggio del monaco San Colombano. Ricevuto in un sontuoso pranzo dalla regina longobarda Teodolinda, l’uomo di fede abituato a costumi molto più umili, con un miracolo trasformò le ricche pietanze in pane dolce bianco. Fu con questo prodigio che si perde tra storia e leggenda che nacque il famoso dolce.