C’è un motivo per cui i più rinomati alberghi della costiera amalfitana risiedono in strutture che erano conventi. A chi curava l’anima e lo spirito servivano posti fuori dal mondo, dove la natura e il panorama nutrivano l’anima. Ed è proprio questo sentire che è rimasto intatto in luoghi come l’Hotel Parsifal di Ravello, un raffinato albergo nel cuore della parte panoramica di Ravello, il comune sul costone di roccia che domina Amalfi.
Si tratta di un antico convento del 1288 costruito dagli Eremitani scalzi di S. Agostino, divenuto albergo Parsifal verso il 1948. Oggi l’atmosfera raccolta e famigliare è garantita da 17 camere con bagno, un magnifico chiostro centrale, terrazze e giardini panoramici sulla costiera amalfitana.


A 350 metri sul mare, da qui si domina la Costiera Amalfitana con un panorama mozzafiato. I profumi della macchia mediterranea si fondono con quelli delle prelibatezze del ristorante “Raffaele” e Bar Chiostro con vista sul mare. E non è un azzardo unire le due circostanze: molto della cucina classica e mediterranea servita in piatti tradizionali della regione è frutto di un’attenta selezione delle materie prime che arrivano dalla terra circostante e dal mare che si guarda.
Gestito da Antonio Mansi e famiglia dal 1999, oggi l’Hotel Parsifal a Ravello eredita dal convento costruito nel 1288 dai frati agostiniani, la pace e la sacralità del luogo. Ci sono 17 camere con bagno privato e un chiostro centrale con deliziose terrazze e giardini che si affacciano sullo splendido panorama della costiera amalfitana.
Pacchetti promozionali con pernottamenti, pasti ed escursioni sono disponibili da novembre a marzo.


Da non perdere le ville monumentali che sono a pochi passi dall’albergo.
Villa Rufolo: Situata nel cuore di Ravello, questa villa storica è famosa per i suoi giardini spettacolari e la vista che offre sulla costa sottostante. La villa è anche sede di concerti di musica classica durante il Ravello Festival.
Villa Cimbrone: Un’altra splendida villa a Ravello, il cui punto forte è la Terrazza dell’Infinito, da cui potrai godere di una delle viste panoramiche più straordinarie del mondo. I giardini sono un labirinto di fiori e statue che invita alla contemplazione e al relax.

“I lavori di ampliamento degli ambienti per ospitare la comunità monastica continuarono fino ai primi decenni del Trecento, come attestano alcuni legati testamentari, tra i quali quello di Leone Acconciagioco del 1305, che lasciava ai frati 15 tarì (l’antica moneta amalfitana) per l’acquisto della calce necessaria alla costruzione del chiostro. Alla stregua delle altre istituzioni religiose ravellesi, anche il convento di Sant’ Agostino era dotato di ampie rendite fondiarie e monetarie, tra cui ben 50 once donate dal milite Bartolomeo Castaldo nel 1348, oppure il tarì annuo sulla vigna di Simone Conola di Minori e i due ducati lasciati da Antonella d’Amato nel 1446. Inoltre, presso la chiesa conventuale, che intanto aveva assunto il titolo di Sant’Agostino, ottennero la sepoltura numerosi benefattori e devoti, come Giletta Scannapieco nel XIV secolo, Bonanno de Flumine nel 1408 ed Evangelista Bonuntuno di Ravello nel 1463. Dopo quattro secoli di vita, agli inizi di febbraio del 1653 il Convento viene soppresso per effetto del noto provvedimento di Innocenzo X, Instaurandae Regularis Disciplinae, che deliberò di chiudere i conventi la cui comunità era formata da meno di sei religiosi, nella fattispecie quattro sacerdoti e due chierici. I beni del soppresso monastero furono impiegati per la fondazione di un seminario, istituito con decreto del vescovo di Ravello-Scala, Bernardino Panicola, del 27 luglio 1659, mentre i locali conventuali ospitarono agli inizi del Settecento il Conservatorio femminile, come risulta dalla Visita Pastorale del Vescovo Giuseppe Maria Perrimezzi del 1710. Per l’occasione il presule calabrese ordinava che fossero occultate le grate di legno che davano sulla via pubblica, per evitare che le ragazze potessero essere viste dai passanti.
Soppresso anche il Conservatorio, i locali dell’ex Monastero di Sant’Agostino erano passati al ricostituito Convento di San Francesco, che nel 1732 fissò un’asta pubblica per la locazione fino alla terza generazione per la somma di 13 ducati di canone annuo. La proprietà, che si componeva di una vigna e di una casa con diciannove stanze, fu affittata a Giuseppe Pisacane e ai figli Nicola e Fortunato, che offrirono 13 ducati e due carlini e mezzo, presentando un’offerta di poco superiore al Suddiacono Giuseppe Giordano. Agli inizi dell’Ottocento il complesso era proprietà del possidente Nicola Pisacane, sposato con Elisabetta Mansi, e gli ambienti abitati erano 5 stanze al piano terra e 8 al primo piano, mentre verso la chiesa di Sant’Agostino si trovavano 3 stanze in pessime condizioni. Morto Nicola Pisacane, la proprietà passò al figlio Domenico, sposato con Carolina Mansi, e padre di Bonaventura, Elisabetta, Maria Antonia e Nicolina. Elisabetta, nata nel 1854, divenne suora di clausura nel Monastero di Santa Chiara di Ravello, che istituì come erede delle sue proprietà con testamento olografo del 4 marzo 1943, depositato e pubblicato il 30 aprile successivo negli atti del notaio Michele Fiorentino di Amalfi. Tra i bene donati alla comunità religiosa figurava anche il grosso complesso abitativo di due piani, oltre il seminterrato, composto da 29 vani con annesso appezzamento di terreno. L’accettazione dell’eredità Pisacane fu autorizzata con Decreto del Presidente della Repubblica Einaudi del 4 novembre 1951.
Da allora, la struttura, gestita prima dai Camera e oggi dalla famiglia Mansi, è un raffinato e familiare albergo, testimone autorevole di una storia ravellese lunga sette secoli“.




HOTEL PARSIFAL & RISTORANTE RAFFAELE
Antico Convento del 1288
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skype hotel-parsifal-ravello – TEL. + 39 089 857144