A cavallo tra tradizioni campane e influenze laziali, l’isola di Ponza è un avamposto di cultura mediterranea nel cuore del Mar Tirreno che è sede di attività secolari. L’isola ha concluso i festeggiamenti più anomali della sua storia qualche giorno fa, il 20 giugno, giorno dedicato al santo patrono, San Silverio, 58º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica dal 536 all’11 marzo 537, quando fu deposto.
La sua ricorrenza si celebra il giorno in cui fu proclamato vescovo di Roma: solitamente il santo viene portato in processione su una portantina a forma di barca da pesca, completamente rivestita con 5mila garofani rossi, cosa che non si è vista nella festività 2020 che ha seguito il protocollo di sicurezza anti-Covid.
La riapertura delle attività per l’estate 2020 è comunque possibile per le isole di Ponza e Ventotene, che fanno parte della provincia di Latina. Il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio ha predisposto i protocolli per limitare al massimo casi di febbri sospette sulle due piccole isole dell’arcipelago pontino.
Su questo fazzoletto di terra in mezzo al mare (10mila kmq, 3400 abitanti residenti) ci sono delle vere perle di sapienza e artigianalità che il turista attento non può perdersi, anche se distratto dall’incantevole e pacifico paesaggio.
Tra questi vi è stato anche Giovanni Battista Cuciniello, nato a Torre del Greco (Napoli) nel 1954, attualmente dirigente medico del Ministero della Salute per il Porto di Salerno, ormai una delle figure chiave dell’isola. Seguí il padre Pietro nella lavorazione del corallo, tipica della porzione del litorale partenopeo da cui arriva. Nei primi anni ‘80 scoprì per la prima volta questo paradiso terrestre.
Innamoratosi di Ponza e di Palmarola, isola disabitata, tranne nel periodo estivo per la presenza di poche case e grotte. Su questo angolo di terra incontaminata sorgeva un ristorante, dove Cuciniello decise di esporre i suoi lavori. Si chiamava la “Marina di Palmarola” appartenuto ad amici di famiglia attualmente proprietà e casa della famiglia Fendi. Nel 1985 sulla banchina di Fazio al porto di Ponza aprí la bottega “Coralli Coralli”.
Nel 1989, anno della laurea in Medicina di questo talentuoso creativo, “il corallaro” brevettò quello che diventerà il simbolo della sua bottega, nato grazie alla richiesta di sostituzione di un ciondolo da parte di una turista. Infatti, da vero artigiano, inventava e modificava preziosi sul posto davanti ai propri clienti e ai più curiosi.
In quella minuscola bottega si respirava l’atmosfera ponzese. Seppur sorgeva in piccoli spazi, al suo interno gli sgabelli erano sempre due: uno per l’artigiano e l’altro ha ospitato personaggi del calibro di Carolina di Monaco, Lucio Dalla, Paola Perego, Gianfranco Ferrè e Michela Roc, il principe Carlo Massimo Lancellotti con la moglie Delfina Metz, la quale scrisse un articolo di giornale proprio sul negozio di coralli.
Amato da molti per la sua semplicità e disponibilità, dalle vecchiette del posto chiamato come il “Corallaro”, ma ormai conosciuto come il “Dottore”.
Prossimo al pensionamento dal suo ruolo di medico, ora tutti si chiedono se il “Corallaro dottore” regalerà nuove sorprese e nuovi progetti.