21 Maggio 2024
REGOLAMENTO EUROPEO

Una legge europea per ripristinare la natura

21 Maggio 2024
REGOLAMENTO EUROPEO

Una legge europea per ripristinare la natura

21 Maggio 2024
REGOLAMENTO EUROPEO

Una legge europea per ripristinare la natura

C’è molta discussione in Europa in questi mesi per la legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Sono state accolte le richieste di oltre 1 milione di cittadini, 100 imprese, 600 scienziati e 200 ONG affinché questa legge, prima nel suo genere, diventi realtà. 

La legge sul ripristino della natura rappresenta un’opportunità per riportare la natura e il benessere delle persone al centro dei nostri valori. In un momento in cui l’Europa e l’Italia sono devastate da fenomeno catastrofici come inondazioni, siccità e incendi, questa legge contribuirà a garantire un futuro più sicuro e più sano per i cittadini europei.  

Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia, dichiara: “L’approvazione della legge sul ripristino della natura è la migliore risposta alla campagna di disinformazione che è stata condotta negli ultimi mesi contro le politiche del Green Deal europeo. Siamo soddisfatti della scelta degli Eurodeputati di aver dato ascolto alla scienza e di aver respinto posizioni populiste e antiscientifiche. Ora chiediamo al Governo italiano di cambiare rotta e approvare una legge necessaria per il benessere della natura e delle persone”. 

INSETTI IMPOLLINATORI

Strettamente legata alla legge sulla natura è anche la legislazione sulla tutela degli insetti impollinatori.

un Piano Nazionale per la conservazione degli impollinatori, previsto dalla Strategia Nazionale Biodiversità 2030. Il 3 agosto 2023 è stato firmato il Decreto Ministeriale di adozione della nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 e di istituzione dei suoi organi di governance, ma da allora non ci sono stati passi concreti per la sua attuazione.

Gli apicoltori hanno da tempo lanciato l’allarme per la drastica riduzione del numero e della produttività degli alveari. Il cambiamento climatico, insieme alle pratiche agricole intensive che prevedono l’utilizzo di pesticidi pericolosi per le api e gli altri impollinatori mettono in pericolo questo inestimabile patrimonio dell’agricoltura italiana sottoposto ad attento monitoraggio da parte del Ministero delle Politiche Agricole con il progetto “BeeNet” di cui è responsabile il CREA (Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente). Analisi di laboratorio hanno consentito di rinvenire sulle api e sul polline casi di presenza delle sostanze attive di prodotti fitosanitari, utilizzati nelle aree su cui le stesse effettuano i voli e bottinano. Nel corso degli ultimi anni in Italia, l’EFSA ha registrato perdite di api tra cento e mille volte maggiori di quanto normalmente osservato. Mentre dalla ricerca sulla perdita della biodiversità di impollinatori,condotta dall’IPBES già nel 2016, risulta che il 40% delle specie di api selvatiche e farfalle risulta essere a rischio.

L’impollinazione è uno dei servizi ecosistemici più importanti forniti dalla natura per il benessere umano e per la nostra economia. Quasi il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore dipende dall’impollinazione animale, mentre delle 1.400 piante che nel mondo producono cibo e prodotti dell’industria quasi l’80% richiede l’impollinazione da parte di animali, non solo api domestiche e selvatiche, ma anche vespe, farfalle e falene, sirfidi, coleotteri, uccelli, pipistrelli ed altri vertebrati. Considerando anche le sole api selvatiche si tratta di un vero e proprio esercito di oltre 20.000 specie che garantiscono l’impollinazione dei fiori da cui dipende il 35% della produzione agricola mondiale. L’84% delle principali colture per il consumo umano in Europa, tra cui molti tipi di frutta e verdura, richiede l’impollinazione degli insetti per migliorarne la qualità e il rendimento. L’Unione europea avrebbe quindi buone ragioni per prendersi cura delle api e di altri insetti impollinatori, ma oggi – secondo il WWF Italia – questo ancora non avviene come dovrebbe, nonostante la Commissione europea abbia adottato dal gennaio 2023 la “Revisione dell’iniziativa dell’UE a favore degli impollinatori”.

“Gli insetti impollinatori hanno bisogno di ecosistemi liberi da veleni e diversificati, con la presenza di siepi, alberature, fasce tampone con fiori nettariferi, stagni, per alimentarsi e completare il loro ciclo riproduttivo. Per questo è fondamentale eliminare i pesticidi che avvelenano la nostra agricoltura e riportare la Natura all’interno delle aziende agricoleafferma Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia-. Per raggiungere questi obiettivi e non lasciare sulla carta i buoni propositi, gli Stati membri, gli agricoltori, l’industria agroalimentare e i cittadini europei sono richiamati oggi a svolgere un ruolo attivo e assumersi le proprie responsabilità per sostenere la necessaria transizione ecologica della nostra agricoltura.”

La Strategia Nazionale Biodiversità prevede un’azione specifica per la tutela degli insetti impollinatori che, oltre alla definizione e attuazione di un Piano Nazionale per la conservazione degli impollinatori, prevede – tra le altre azioni – la definizione di un processo di monitoraggio coordinato, che includa lo sviluppo di specifici network di citizen science per valutare lo stato di conservazione degli impollinatori e dei loro habitat, con l’identificazione di solidi indicatori.

Temi molto importanti soprattutto per il nostro paese: anche quest’anno per l’Italia il consumo di risorse naturali supera la capacità del nostro paese di generarne nuove: siamo in deficit ecologico, in altre parole spendiamo più delle risorse che abbiamo e immettiamo in atmosfera più CO2 della capacità che hanno gli ecosistemi di assorbirla. Oggi per soddisfare i consumi annui degli italiani sarebbero necessarie più di 4 Italie. È necessario invertire questo trend.

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