A villa Lysis, la storica dimora edificata nel 1905 a Capri per volere del giovane barone Jacques d’Adelswärd-Fersen, è di scena il mondo classico, rivisitato secondo la magia dei Tableaux Vivants con la performance “Il Tempio e il Tempo” (a cura di Ludovica Rambelli Teatro, regia Dora De Maio) con due repliche il 22 luglio 2023. Villa Lysis è il palcoscenico ideale per il ritorno di eroi e classiche divinità nella performance che è un ponte tra passato e presente.
L’occasione è quella del centenario della morte del leggendario aristocratico francese (20 febbraio 1880 – 5 novembre 1923); la prima performance ci sarà alle 18.30, la seconda alle 19.30. Lo spettacolo nasce nel 2016, debuttando al MANN di Napoli, quando Dora De Maio firma il suo primo lavoro in veste di regista. In precedenza, ha lavorato quale attrice e aiuto regia all’ interno della compagnia che ricreava i Tableaux Vivants di Caravaggio, guidata dalla regista napoletana Ludovica Rambelli prematuramente scomparsa nel 2016. Il performer Paolo Salvatore che fa parte della compagnia dai sui esordi nel 2010, ci riferisce che gli attori ricreeranno in scena le statue della celeberrima Collezione Farnese e del Neoclassicismo Italiano, con l’accompagnamento musicale di brani classici e contemporanei.
“Nell’arco di 25 minuti – spiega Paolo Salvatore – , l’apice sarà raggiunto con la ricostruzione del sacrificio di Ipato, dipinto andato perduto, tanto caro al conte Fersen che amava riprodurre i Tableaux durante le sue leggendarie feste”. Gli attori in scena sono Elena Fattorusso, Fiorenzo Madonna, Andrea Fersula, Laura Lisanti, Paolo Salvatore e Chiara kija.
Dora De Maio ribadisce: “Il tempo è l’unica cosa che non si può fermare; la statua per sua natura è legata al concetto di immobilità; in questa performance il divenire e la stasi sono in una strettissima relazione: un corpo umano si fa materia attraverso un gesto utile ed essenziale che si ferma in un momento di quiete, in cui non esiste più un prima e un dopo. L’attore, completamente svuotato del proprio ego si fa strumento e si lascia abitare da figure che vengono da un tempo lontano. Il corpo diventa tempio e custodisce immagini capaci di portare lo spettatore in un tempo sospeso e condividere con esso un breve momento di eternità”.
L’isola azzurra per eccellenza è il locus ideale non solo per il clima mite in ogni stagione dell’anno, ma per rivivere almeno nell’immaginario del grande turismo colto e raffinato, quelle atmosfere rarefatte che si colgono tuttora in scenari quali gli ambienti di Villa Lysis. In quest’angolo dell’isola, sulla balza d’una collina, due millenni prima, l’imperatore Tiberio aveva fatto edificare Villa Jovis, la sua dimora. Prossima ad essa, Fersen, sull’onda di quel gusto nostalgico tardo ottocentesco, la chiamò Villa Lysis con un evidente riferimento al dialogo di Platone, “Liside” incentrato tutto sul tema dell’amicizia. All’ombra del tempietto monoptero nel giardino della villa, hanno sostato note personalità del bel mondo dei primi del Novecento, dalla poetessa Ada Negri al pittore austriaco Hans Paule, dalla marchesa Luisa Casati al poeta, architetto ed esteta svizzero Gilbert Clavel. Gli attori daranno vita al ritratto di Lucio Vero, alla Venere Callipigia, all’Ercole in riposo, ad Apollo e Daphne, ad Amore e Psiche, al Symplegma di Satiro ed Ermafrodito, al ratto di Polissena, al sacrificio di Mitra, fino al leggendario, imponente Toro Farnese, in quel luogo ricco di fascino e rarefatte atmosfere che ancora permeano la splendida dimora, luogo sacro all’amore ed al dolore Amori et dolori sacrum come recita l’iscrizione latina ricavata da un’opera dello scrittore Maurice Barrès, vergata sulla trabeazione sull’elegante portico d’ingresso.
Ingresso Libero. Testo a cura di di Teobaldo Fortunato