“Fatti non foste a viver come bruti”, non è solo un celebre passo dantesco che inneggia alla conoscenza, ma anche il titolo del recente saggio di Marco Magnani che illustra la crescita, lavoro, sostenibilità e come sopravvivere alla rivoluzione tecnologica.
Per Utet è uscito questo libro che è un viaggio tra le innovazioni nell’economia globale e nel mondo del lavoro, alla ricerca di una strada di crescita sostenibile. Il testo racconta di come migliorare la vita dell’uomo nonostante i robot, e grazie a loro. L’autore è docente di Monetary and Financial Economics alla Luiss, fellow dell’Istituto Affari Internazionali e dal 2011 Senior Research fellow alla Harvard Kennedy School of Government.
Nell’estate 2019 Amazon ha presentato una flotta di droni autopilotati per consegnare gli ordini in mezz’ora. Nei due anni precedenti, il robot cinese Xiaoyi superava l’esame di abilitazione alla professione medica e l’androide Sophia otteneva la cittadinanza saudita dopo difficili test linguistici. Le professioni intellettuali sono a rischio quanto il lavoro di operai e impiegati: sofisticati algoritmi eseguono transazioni finanziarie senza trader, scrivono articoli al posto dei giornalisti, analizzano contratti più rapidamente dei legali, formulano diagnosi più accurate dei medici. Come sempre nella storia, le macchine sostituiscono l’uomo e le innovazioni aumentano la produttività. Ma stavolta, in un mondo globalizzato e iperconnesso, c’è il timore di una crescita senza lavoro e non rispettosa dei vincoli ambientali, sociali, demografici, alimentari, energetici. Fatti non foste a viver come robot è una profonda riflessione sul concetto di sostenibilità.
L’economista Marco Magnani ritiene possibile una crescita più bilanciata e disinnesca l’allarmismo apocalittico sul destino del lavoro: identifica le mansioni a rischio ma anche i nuovi mestieri; analizza i modelli di crescita alternativi – economia circolare e civile, sharing economy, decrescita felice – e mette a confronto diverse strategie socioeconomiche, dalla riduzione dell’orario di lavoro alla robot tax, dal lavoro di cittadinanza al reddito universale; formula le innovative proposte di capitale di dotazione e dividendo sociale, che faranno molto discutere. Per evitare la crescita insostenibile e il lacerante conflitto uomo-macchina bisogna utilizzare le innovazioni per migliorare la vita dell’uomo, investire senza paura in scuola e formazione, riscoprire la valenza identitaria e sociale del lavoro, soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza gravare su quelle future, preservare la salute del pianeta, far sì che in molti possano beneficiare della ricchezza prodotta. Redistribuendola, ma ancor più creando meccanismi di pre-distribuzione dei mezzi che la generano. L’obiettivo è governare il cambiamento epocale instaurando una convivenza intelligente con le macchine. Fra i “nuovi mestieri” potrebbe essercene soprattutto uno, antichissimo: l’uomo-pastore. Dei robot.
LA STORIA COME VALORE – Sempre per Utet, Carlo Greppi ha scritto “La storia ci salverà – Una dichiarazione d’amore”, preziosa testimonianza di un momento storico in cui la memoria storica sembra sotto attacco su più fronti.
“La storia è l’eterna lotta tra il bene e il male, forse – fuori e dentro di noi”. Muove da questa premessa Carlo Greppi nel suo manifesto – dichiarazione d’amore per una disciplina che ai più appare come qualcosa di tremendamente noioso, una litania di biografie di uomini e donne (ma per lo più uomini) illustri e delle loro imprese, una sfilza di eventi e date con pochi appigli logici – eventi e date che noi dovremmo imparare non si sa bene perché. La storia è qualcosa di più, invece, quando arriva a farci capire come siamo fatti, cosa possiamo essere e cosa rischiamo di diventare; è quello che vediamo se guardiamo indietro, ma quando lo facciamo è per capire se dal passato a noi vicino o lontano possiamo trarre degli insegnamenti, se grazie a quel passato possiamo diventare persone migliori, presenti a se stesse e al mondo. Dipende tutto da come vogliamo farlo: è questo “come” a rendere la storia un qualcosa su cui vale la pena spendere il nostro tempo, le nostre energie. Oppure no. Carlo Greppi, storico e scrittore, ha collaborato con Rai Storia, organizza viaggi della memoria con l’associazione Deina ed è membro del Comitato scientifico dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in Italia. Tra i suoi ultimi saggi: 25 aprile 1945 (Laterza, 2018) e L’età dei muri (Feltrinelli, 2019).