Come Polvere, il nuovo singolo di Sauro Martinelli, è una ballad rock per spingerci a reagire: crea un nesso logico tra due “fenomeni” inodore, che non fanno rumore, ma il cui effetto è evidente. Proprio come una stanza impolverata, in cui non accade nulla da tempo immemore, anche la nostra mente può correre il rischio di impolverarsi, solo che in questo caso parliamo di noia. E in un anno come questo 2020, una canzone che ci incita al “fare” e avere speranza di poter vivere meglio, merita attenzione.
“La polvere è ovunque, come la noia – ci racconta Sauro, background cosmopolita e con una dozzina di brani pubblicati sui suoi social – . Si appoggia su tutto, permea ogni superficie e si insinua in ogni istante della nostra vita. Leggera, quasi invisibile, rischia di sommergerci se non reagiamo. Eppure è inevitabile quanto necessaria: la polvere come la noia fanno parte delle nostre vite”.
Sauro lavora con le compagnie aeree e fa base a Lugano in questi anni, ma le sue origini sono di vero globe trotter. Nasce a Johannesburg nel luglio del 1975 da padre italo-scozzese e madre sudafricana (anglo-olandese). La vocazione internazionale è nel sangue. “A 14 anni ho iniziato a scrivere canzoni ma per questioni pratiche non mi ci sono dedicato anima e corpo fino a qualche anno fa – racconta l’artista – . Quando ho conosciuto Filadelfo Castro, il mio produttore attuale, ho trovato il giusto slancio per presentarmi da solo. Io ho sempre cantato in giro e in sala prove, c’è stato anche un periodo in cui cantavo prettamente le mie canzoni, mentre le cover le affrontavo nelle mie esperienze nelle band”.
Sulle influenze artistiche, Sauro è molto onesto: “Sono un patito di musica italiana, ho anche scritto brani inglese, ma faccio fatica a sentirmeli miei. Ascolto di tutto, i piloni sono Guccini, De André, De Gregori e Battisti. Elisa, Ultimo ed Ermal Meta per restare più sull’attualità. Assieme al trio Gazzè-Silvestri-Fabi. Ho avuto la fortuna di conoscere Enrico Ruggeri e ammirare sia la costruzione delle sue canzoni che poterne approfondire la genesi. Sul fronte internazionale sono un appassionato dei Queen e Coldplay. La sonorità di questo mio nuovo brano che nasce voce e chitarra deve molto a questi ascolti internazionali. Per me è stato un azzardo infarcirlo con fiati e synth perché fa un effetto un po’ diverso”.
“Come Polvere” è una svolta per la sua musica, e già sta avendo molte visualizzazioni, con il pubblico che si interessa e gli manda incoraggiamenti anche da lontano. Sta macinando ascolti in ogni parte del mondo e potrebbe essere un buon preludio a nuovi brani che usciranno a partire dal 2021, successivamente da portare in tour e comporre un intero album: “La canzone in sé offre quel messaggio di speranza e forza che è appropriato ai tempi che viviamo. Dico che le cose si possono cambiare e si deve guardare oltre, gridando la voglia di vivere, come è successo a me. La polvere e la noia è un concetto che arriva da un’esperienza personale, ho passato un paio d’anni difficili, dove ho anche capito che l’essere umano si siede su delle cose che si danno per scontate. La noia penso che sia umana ma l’assuefazione deve farci scattare dei campanelli d’allarme. Da qui emerge il pugile che c’è in noi, che cade ma non vuol rimaner per terra. E riprende a camminare con la sua vita e tutta la passione possibile”.
La scuola di danza dove balla Francesca Lapadula e la natura incontaminata delle montagne del Ticino sono i due luoghi che rappresentano le altrettante fasi di vita del videoclip di Come polvere, per la regia di Vanessa Fiori. La danza incarna il primo vagito della canzone, la traduzione in movimenti che suscita le note.
Il meraviglioso scenario naturale della Svizzera, in cui Sauro Martinelli grida la sua canzone, è il venire al mondo e rappresenta la reazione dopo la difficoltà. Per simboleggiare la dimensione “volitiva” del brano, Sauro racconta che è stata scelta “la danza, mia figlia segue danza classica, che è una disciplina ardua e difficile, è una scuola di vita. Anche mio padre giocava a Rugby e io ho militato nella squadra del Parabiago. Sono forze diverse che si esercitano da soli o in squadra, ma entrambe le situazioni gridano di non mollare mai, specie se la passione è fortissima”.
La metafora della montagna da scalare è ancora più rafforzata “dall’effetto bio-natura che ci ricorda che il mondo è meraviglioso, una consapevolezza che ci infonde coraggio. Non dimentichiamoci che troviamo spazi di bellezza anche senza andare lontano”.
Le canzoni come questa, dice il protagonista, nascono alla chitarra o piano per poi comunicare un messaggio lirico che è sempre meglio delle sole parole. “Io mi trovo a mio agio mi sento bene quando comunico, rimango sempre impressionato e stupito da quello che suscita la musica, è un ponte che ci unisce nei momenti difficili o gioviali in modo universale”.
Sauro ha lavorato agli inizi della sua carriera con Luca Chiaravalli, mentre il produttore era impegnato a lanciare la carriera solista di Francesco Renga. “Le sonorità e la produzione – ricorda – sono i fattori che ho scoperto come determinanti da quella esperienza. Lì ho capito che gli arrangiamenti possono fare molto per una canzone”.
Con la pandemia, l’attività live è sospesa e Martinelli sta pensando a dei live dallo studio di Como dove registra per i suoi followers sui social network. Per ora c’è anche l’interesse di radio e tv svizzere, merito anche del video di “Come Polvere” girato in Ticino. “Non è facile farsi ascoltare da un pubblico vasto in italiano, quindi quando succede ne sono sempre fiero. Il poter rappresentare per la mia piccola parte, il mio Paese in musica è un onore“, conclude il cantautore.