“Run with the Hunted” è una delle pellicole più controverse viste alla Festa del Cinema di Roma 2019. La trama, nella sua essenza, è molto interessante, soprattutto per l’idea di fondo; un ragazzino fa perdere le proprie tracce dopo aver ucciso il padre di una sua amica, abusata dallo stesso genitore. Anni dopo la ragazzina, ormai cresciuta, cerca di scoprire, con l’aiuto di suo fratello che fine avesse fatto il suo salvatore.
Si osserva Oscar, il giovane ragazzo, avere a che fare con il suo “nobile omicidio”, costretto a fuggire dalla sua città natale, lasciando amicizie, scappando nella città più vicina, dove viene inserito in una banda di bambini ladri di strada. La sua innocenza scivola via mentre viene introdotto all’amore, all’omicidio e alla corruzione. 15 anni dopo, ha dimenticato il suo passato ed è diventato il leader di questa banda di bambini perduti. Quando Loux si trasferisce in città in cerca di lavoro, prende un lavoro con un investigatore privato in difficoltà. Inciampando sul rapporto del figlio scomparso di Oscar, si prende cura di sé per trovare il ragazzo che le ha salvato la vita.
Ciò che è mancato è un maggior dinamismo nello sviluppo della storia. Con un montaggio lento ed alcuni buchi di sceneggiatura. I dialoghi sembravano aiutare a non distogliere l’attenzione. Non è bastato nemmeno la buona interpretazione degli attori e nemmeno la presenza di Ron Perlman per evitare di pensare all’occasione persa.
Testo a cura di Vincenzo Pepe