Da Genova a Pavia e Piacenza. Quel tratto d’Italia che dal Mediterraneo diventa Pianura Padana è una delle terre di mezzo più avventurose della nostra penisola. Si chiama val Trebbia, dai castelli del Ducato al passaggio di Leonardo da Vinci. Qui le opere, i paesaggi e gli scenari romantici si susseguono e sono raccontati nel recente romanzo “Cör – Gli amori di villa Artemisia”, uscito a firma di Martina Michelotti per Affiori.
“Cör – Gli amori di villa Artemisia” è un romanzo di formazione romance e queer ambientato in una val Trebbia contemporanea e decadente e ha come oggetto diverse storie d’amore, la prima forse proprio con i suoi luoghi. Rosa ha diciassette anni, la passione per i libri e la pasticceria, una famiglia che
non si è mai ripresa dalla morte di suo fratello Ismaele. All’improvviso, la maestosa Villa Artemisia che ha sempre ammirato da fuori, è di nuovo abitata: questo è l’inizio di un’estate diversa che porterà Rosa tra le
braccia di Iside, a esplorare il suo orientamento sessuale e ad assaggiare il sentimento dell’amore nelle sue varie forme. Mentre la sua famiglia va in pezzi a causa del tradimento del padre, in questo viaggio di arte, letteratura, musica e poesia tra le ville, i castelli e i paesaggi della sua terra, Rosa scioglierà gli enigmi
sulla vera identità di suo fratello, si immergerà nella storia di resistenza della sua terra e metterà in discussione la sua stessa identità, nella delicata metamorfosi da ragazza a donna, fino a scoprire che cosa desidera davvero dal futuro.
La giovane scrittrice piacentina, è anche pittrice. Diplomata in Scenografia e laureata in Design Industriale e Moda con tesi sull’evoluzione della moda e dell’identità Genderless, Martina Michelotti scrive di arte e cultura e ama intrecciare diverse discipline.
“Sapevo che avrei ambientato il mio primo romanzo in val Trebbia – ci racconta – perché mi affascina da sempre: allo stesso tempo volevo raccontare amori e passioni e la delicata metamorfosi da ragazza a donna.”
Il romanzo è ispirato a una selezione di musica, letteratura e arte che crea un’atmosfera rarefatta e
nostalgica che ricorda quelle di The great Gatsby, tra balli, feste e giardini incantati che hanno come
ispirazione luoghi reali. A fare da sfondo, il territorio natale dell’autrice, la val Trebbia nei suoi scorci
tra i più e meno conosciuti.
Sui luoghi che l’hanno ispirato, Martina dice: “Nella mia immaginazione fin dall’infanzia si staglia il profilo del castello di Rivalta: da quell’immagine e dagli altri Castelli del Ducato che ho visitato negli anni, è nata l’ispirazione per creare il castello di Rivanera, uno dei luoghi della storia”.
“Villa Artemisia esiste – rivela l’autrice -, ma è privata, e ne ho mascherato l’identità: in realtà la maestosa villa che fa da sfondo a diverse storie d’amore si ispira a tante architetture storiche, residenze estive situate nel Piacentino”.
Chiaro è invece il riferimento a Rivergaro e ad altri borghi e paesi che Martina Michelotti cita. “Una delle scene più importanti è ambientata sulla terrazza di Pigazzano, una terrazza panoramica dove, di notte, si ha una visione di miriadi di luci, fino alla città.”
“E poi il fiume, che ha un ruolo importante nella vicenda, tra baie conosciute dai turisti come quella
della Berlina all’“Elefante del Trebbia” e a San Salvatore, un viaggio che si conclude in Liguria.
Le citazioni al paesaggio americano hanno origine in una passione giovanile: “Io e i miei amici abbiamo sempre paragonato scherzando la val Trebbia alle colline di Hollywood, ispirati dalla musica e dai film, una somiglianza romantica che ho ravvisato anche in letteratura: in Cör sono contenuti anche episodi ambientati nella terra del sogno americano. Il romanzo inizia proprio quando Iside, una delle protagoniste che ha origini statunitensi e piacentine, approda in val Trebbia, a villa Artemisia, da uno dei suoi viaggi, ritornando all’origine”.
Le ispirazioni musicali che pure ci sono evidenti, sono “utilizzate per ricreare una certa estetica: nella mia
immaginazione, mentre lo scrivevo, Cör si è svolto come un film e le canzoni che ritrovate all’interno
del romanzo sono la sua colonna sonora: dalla musica di Lana del Rey, al blues di Nina Simone, alla
musica melodica italiana degli anni settanta e ottanta, fino ai balli tradizionali della val Trebbia, alle
balere”.
Chi si appassionerà alla lettura del romanzo di Michelotti, noterà anche tanti dettagli legati al mondo dell’arte: “Per creare l’atmosfera di Cör mi sono affidata a una delle mie più grandi passioni e materie di studio nel mio percorso di formazione, la storia dell’arte: certe scene sono basate sui quadri di Hopper che raccontano l’American Way of Life; il giardino di villa Artemisia ai quadri di John Singer Sargent,
fino alla descrizione del paesaggio e alle citazioni alla pittura di Leonardo da Vinci: secondo recenti
studi scientifici, a fare da sfondo alla Monnalisa sarebbe proprio Bobbio, borgo in provincia di
Piacenza, visto dal Castello Malaspina Dal Verme”.