Nella New York City degli anni ’70, i moli abbandonati del fiume Hudson, i Piers di New York, come li chiamano in tutto il mondo, diventatarono un sito per straordinarie opere d’arte e un luogo popolare per prendere il sole nudo e fare sesso anonimo. Il libro provocatorio di Jonathan Weinberg – in parte storia dell’arte, in parte memoria -si chiama “Pier Groups” e intreccia interviste, fotografie documentaristiche, testi letterari, opere d’arte e immagini di film per mostrare come le pratiche d’avanguardia competessero e si mescolassero con strane identità lungo il lungomare di Manhattan.
Addirittura il Whitney Museum di New York ha ritenuto la pubblicazione di Weinberg talmente rilevante, da dedicare un “talk” su YouTube a questo argomento. Che traccia un fil rouge tra cultura contro, comunità gay e idolatria del sesso libero tipico di quel decennio, alla vigilia del flagello AIDS.
Artisti variegati come Vito Acconci, Alvin Baltrop, Shelley Seccombe e David Wojnarowicz hanno lavorato in e sulle strutture devastate dal fuoco che solo vent’anni prima erano state al centro del porto di navigazione più trafficato del mondo. Allo stesso tempo, la lotta per i diritti delle persone gay, lesbiche e transgender, stimolata dalle rivolte di Stonewall del 1969, stava drammaticamente trasformando il panorama culturale e sociale di New York City.
I gay si sentirono improvvisamente liberi di prendere il sole sui moli nudi, di navigare e di fare sesso in pubblico. Mentre gli artisti collaboravano per trasformare gli edifici di Pier 34 in studi artistici improvvisati e spazi espositivi, gli uomini gay stavano convertendo Pier 46 in quella che Delmas Howe definisce “un’arena per il teatro sessuale“.
Con un centinaio di opere esemplari dell’epoca e attingendo da una ricca varietà di materiali di base, interviste ed esperienza personale di Weinberg, “Pier Groups” apre nuove strade per esaminare il rapporto tra l’arte d’avanguardia e le sottoculture resistenti e la sessualità radicale.
Gli artisti Andreas Sterzing e Sasha Wortzel nel video del Whitney, che si trova proprio in quel quartiere, si esprimono sull’arte, la sessualità e il lungomare di New York dagli anni ’70 ad oggi. Alla luce del cinquantesimo anniversario delle rivolte di Stonewall del 1969, la conversazione pubblicata nel 2019 esplora come l’area è cambiata dagli anni ’70 e evidenzia i ricordi personali degli artisti sui moli e su New York City negli ultimi cinquant’anni.
Dopo Stonewall, i moli del fiume Hudson e il circostante Meatpacking District sono diventati un sito di esplorazione e sperimentazione per gli artisti queer. Pier Groups (Penn State Press) intreccia interviste, fotografie documentarie, testi letterari, opere d’arte e immagini di film per mostrare come le pratiche d’avanguardia hanno gareggiato e si sono mescolate con identità strane sul lungomare di Manhattan.
E questa è la ragione primaria per cui l’anno scorso, a giugno, Madonna è stata invitata a tenere il concerto simoblo dei 40 anni di lotta del movimento per eguali diritti proprio su uno di quei piers diventati di culto.