Olivia Chaney si è gaudagnata la stima e il calore di folto gruppo di seguaci che da anni aspettano con trepidante entusiasmo ogni sua mossa. Merito della piacevolezza compositiva dell’artista inglese, che canta soavemente un genere che è la cosa più distante dalle classifiche mainstream che possiate pensare.
Nel suo disco Shelter, appena pubblicato, c’è questa House on a Hill che merita un ascolto appassionato: la dolce melodia della sua voce si fonde a perfezione con gli strumenti che suona, in nome di un pezzo di leggera bellezza d’animo che possiamo concederci nella frenesia quotidiana. Si tratta proprio di un “riparo”, come suggerisce il titolo dell’album, dal frastuono inconcludente delle proposte popolari in questi mesi, almeno in ambito musicale.
I recensori esteri la chiamano “anacronistica bellezza semplice” della musica contemoranea. Che però parla della condizione umana, delle gragilità e della vita nella sua elegante purezza.
Olivia va in toru questa estate in America, con date a Decatur, DC, Cambridge, Brooklyn, Philadelphia, Burlington, Toronto, Chicago, Minneapolis, Portland & San Francisco e in set selezionati con Patty Griffin & Bruce Hornsby. Il suo folk rilassato e contemporaneo (la cantante è nata nel 1982) include le sue abilità da politrumentista (suona indistintamente piano, chitarra, armonica) è un marchio di fabbrica della Nonesuch Records.
Se volete seguire la sua produzione: The Longest River, 2015 e Shelter, 2018.