Cantante appassionato ed efficace interprete, Musu, al secolo Alessandro Musumeci, fa il debutto in queste settimane nel panorama musicale italiano col suo primo singolo ufficiale, “Bam Shabalam”.
Cosa ti ha spinto alla pubblicazione di un singolo che sembra molto personale?
È semplicemente stata la scelta più naturale possibile: avevo bisogno di dire a me stesso la verità e di accettarla per com’era. È stato indispensabile come specchiarmi prima uscire, con la differenza che questo ”specchio”, rifletteva quello che avevo dentro. Ci è voluto un pizzico di coraggio, ma lo rifarei, eccome.
Che storie vuoi raccontare con la tua musica?
Voglio raccontare le contraddizioni della vita e dell’anima, senza compromessi e senza sotterfugi. Voglio restituire momenti di verità.
Hai comunicato sui tuoi social disappunto per le scelte musicali a Sanremo. Cosa ascolti e cosa ti piace in questo periodo?
Mi dispiace constatare che nelle ultime edizioni le serate delle cover risultano essere le più coinvolgenti. Credo si debba tornare a scrivere per restare, non solo per vendere. I numeri dovrebbero essere una conseguenza, non un punto di partenza. I miei ascolti sono davvero vari, non esistono generi, per me c’è solo musica fatta bene o musica fatta male. Tra le proposte attuali italiane trovo davvero interessante Ditonellpiaga.
Come ti inserisci in questo momento musicale?
Questo credo stia al pubblico ed eventualmente ai media deciderlo. Io vorrei semplicemente che la mia musica non resti circoscritta a un “momento”, pur quanto riconosca che oggi è molto difficile.
Hai un’idea di come è composto il tuo pubblico e cosa si aspetta da te?
Credo che il mio pubblico sia davvero vario, sia come età che come gusti. In ogni caso penso si aspetti sempre qualcosa di molto melodico e di impatto vocale.
Raccontaci come è nata la canzone e chi ci ha lavorato.
Ho scritto la canzone in collaborazione con il mio produttore, Luca Rustici, e Ivan Brunacci. Luca è stato davvero importante, soprattutto per aver individuato le sonorità più adatte alla mia voce, mentre Ivan ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo di un linguaggio attuale e accattivante. Il lavoro su melodia e testo è stato simultaneo, l’esempio più calzante riguarda la parola che è diventata il titolo, “Bam Shabalam”: in origine si trattava di un suono, una parola inventata di cui ci si serviva per cantare la melodia, ancora senza testo. È quasi come si fosse scelta da sola.
Il video è molto curato: di chi è stata l’idea e chi cura la tua immagine?
Per il video devo ringraziare Salvatore Maiorano, il regista: ha saputo cogliere immediatamente il messaggio della canzone e lo ha esaltato, lavorare con lui è stimolante. Con la mia immagine ho un rapporto contrastante: mi piace mostrarmi ma non mi piaccio abbastanza, motivo per cui mi dedico molto allo sport e alla cura del corpo. Credo che la conquista più grande sia piacersi a prescindere dalla forma, ma a volte è una strada tortuosa e parte da un punto lontano, dentro di te.
L’accoglienza positiva della canzone ti spingerà a fare cose simili o cambiare atmosfera per le prossime uscite?
Mi piace l’idea di mantenere un filo conduttore che si muova tra atmosfere sempre nuove e diverse. Forse è la cosa meno facile, ma quella che maggiormente stimola all’ascolto e alla curiosità. Non mi piace creare sedentarietà. Non escludo l’uscita di un album, ma si valuterà strada facendo, ora penso al prossimo singolo.