Il 13 settembre esce “10” quinto album della cantautrice e produttrice Caterina Barbieri che torna a comporre in italiano. Una rinascita necessaria per intraprendere un nuovo viaggio per ritrovarsi come essere umano e come artista grazie all’accettazione dell’imperfezione.
La cantante ha pubblicato da poco il singolo e video di cui è regista, “Oggi No”, con l’editing e fotografia di Florian Strandl.
Queste nuove 9 tracce che compongono il primoa album interamente cantato nella sua lingua madre, in uscita il 13 settembre 2019 via Listen Collective/Uma Records, sono il frutto di una vita all’estero e di influenze disparate.
Trapiantata a Berlino ormai da 11 anni, la poliedrica artista milanese
trova ancora una volta la capacità di raccontarsi attraverso canzoni con una potenza ma allo stesso una delicatezza ed eleganza che l’hanno sempre contraddistinta, fin dai suoi esordi. Ricordiamo che il suo brano “Back on my feet” è stato scelto nel 2009 dalla Nintendo per la campagna tv in Germania portandola alle orecchie di Amy Winehouse che la scelse come apertura al suo tour tedesco.
“10”, prodotto con Philipp Milner, è un simbolo per marcare il decennale dal suo primo disco “Back on my feet” del 2009, ma è anche un modo per l’artista di chiudere un cerchio e aprirne un altro. Caterina ha affrontato temi personali e spinosi, se non dolorosi, come la delusione, la malinconia verso il passato, l’incomprensione cronica tra esseri umani. Le sue canzoni hanno accolto e cullato un momento di grande vulnerabilità per aiutarla a “morire” per poter poi rinascere, affrontando situazioni che le causavano dolore e che la imprigionavano, limitandola e costringendola. “Questo disco è stato un viaggio catartico e liberatorio che mi ha riavvicinato alla me stessa più vera. Mi sono ritrovata come essere umano e come artista.”, afferma l’artista. Il numero 10 simboleggia la perfezione. Caterina arricchisce questa definizione con l’esatto opposto, l’imperfezione: l’accettazione dell’altro imperfetto e diverso, con i propri limiti, le proprie mancanze e i propri difetti è ricchezza pura. L’inclusione dell’imperfezione è quindi essa stessa perfezione, un passaggio indispensabile non solo per la felicità personale, ma anche quella altrui.