un’artista / performer che si chiama Marilù Manzini, milanese di adozione, è un artista a 360° che spazia dal cinema, alla letteratura, fino appunto all’arte.
Oltre alla fotografia si cimenta in delle performance, negli ultime 6 mesi ne ha fatte due a Milano, la prima dal titolo Money a dicembre in Piazza Affari e l’ultima dal titolo Dancing on Canvas il 3 maggio nel piazzale della Stazione Centrale.
L’artista riflette sull’attualità e la contemporaneità e nelle sue performance vuole raccontarci il suo punto di vista attraverso l’arte, con una critica sociale nel caso della prima ma anche con la bellezza e la capacità di unire insita nell’arte, come con la seconda.
Soprattutto in Dancing on Canvas ha scelto proprio la Stazione Centrale per ambientare il suo lavoro: un luogo che è raccontato ultimamente come scenario di stupri, rapine etc e che lei ha voluto trasformare e innalzare attraverso il potere e la bellezza dell’arte, anzi delle arti.
“Dancing on canvas”, una performance che ha voluto rappresentare l’unione di musica, danza, pittura e bellezza che rende omaggio al senso stesso dell’arte e alla sua capacità di manifestarsi in forme diverse che dialogano tra loro, creando sensazioni ed emozioni sempre nuove.
Tre coppie di ballerini e una ballerina solista hanno danzato accompagnati da quattro musicisti, interpretando stili diversi che hanno spaziato tra tango, salsa e boogie woogie. Per ogni ballo è stata posta a terra una tela da pittura su cui la coppia di ballerini ha danzato dopo aver passato i piedi nudi in colori naturali: in questo modo, ballando, si sono creati disegni, impronte, segni improvvisati di colore sulla tela in una manifestazione grafica dell’unione tra musica e danza. Alla fine del gesto sono state prodotte sette tele che non hanno come contenuto paesaggi o ritratti, ma sono l’espressione stessa dell’armonia delle arti.
Teloni impermeabili sono stati posti sotto alle tele così da non arrecare nessun danno alla piazza e non c’è stata amplificazione della musica così da non disturbare i passanti, creando una garbata curiosità che li ha spinti ad avvicinarsi.
“Dancing on canvas” è stata una performance gentile ed elegante, un inno alla bellezza che ha portato dei momenti di svago e distrazione in quello che è uno dei punti nevralgici e più affollati della città di Milano, la stazione centrale. Una dimostrazione di come il bello e l’arte si possano manifestare nei luoghi più inaspettati e portare un sorriso e sollievo alle preoccupazioni di tutti i giorni.
Marilù S. Manzini, artista poliedrica che segue molteplici filoni di ricerca artistica, muovendosi tra reale e immaginario, denuncia sociale e provocazione, è tornata dopo la performance MONEY a portare un messaggio nelle piazze milanesi: se a dicembre aveva voluto, con una critica e una riflessione collettiva, porre l’accento su quello che è il ruolo del denaro nella nostra società, ora “Dancing on canvas” invece è stato un gesto di speranza e un invito a cercare la l’arte nei piccoli gesti e nella vita di tutti i giorni che può sempre nascondere un’inaspettata bellezza.
Modenese di nascita, ma a Milano da oltre venti anni, Manzini ha iniziato la sua carriera scrivendo romanzi (pubblicati da Rizzoli e Salani), per poi continuare a esprimere la sua arte in molte e diverse forme: pittura, fotografia e video sono i media più amati, tanto che nel 2020 si è cimentata anche nella regia di un lungometraggio, “Diary of love” che attualmente è stato distribuito in Canada, Stati Uniti e Corea del Sud.
Tutte le informazioni sulla sua produzione si possono trovare qui .