La monografia d’impresa ha toccato BookCity a Milano come genere letterario. Nel mare magnum delle iniziative in città dello scorso weekend, attenzion e grande affluenza di pubblico all’incontro “Parola d’impresa. Il corporate storytelling racconta le aziende italiane”, organizzato il 18 novembre alla Borsa di Milano da Fatti di Storie (www.fattidistorie.it), associazione culturale dedicata alla comunicazione d’impresa e fondata da Luisa e Paola Pianzola.
Le due giornaliste con una lunga esperienza nel mondo dell’editoria e della comunicazione, sotto questo brand hanno iniziato con successo a mettere la loro competenza e capacità narrativa a disposizione del mondo produttivo italiano.
Rappresentanti del mondo produttivo, accademico e della comunicazione hanno discusso di fronte a una folta platea composta da imprenditori, giornalisti, cittadini interessati al tema. “Le storie delle aziende italiane sono importanti per capire l’evoluzione sociale ed economica del nostro paese, e i libri che le raccontano sono un patrimonio da tenere in grande considerazione” ha sottolineato Gianluca Vagnarelli, docente dell’Università di Macerata che ha pubblicato vari studi della storia rurale del centro Italia e curatore del volume “Ciù Ciù, una storia di vino nelle Marche”, autobiografia di Natalino Bartolomei, fondatore di una delle maggiori imprese vinicole marchigiane. Davide Giustacchini, AD di Ingros Carta Giustacchini, rappresenta la sedicesima generazione di una famiglia di imprenditori con cinque secoli di storia e ha posto l’accento sull’importanza di guardare il futuro consapevoli del proprio passato. Un passato che è stato ripercorso nel volume “Giustacchini. Famiglia e impresa in 500 anni di storia”.
Massimo Pitis, esponente di spicco del visual design contemporaneo e autore tra l’altro di alcune importanti monografie, ha affrontato il tema del confronto tra il committente e chi deve dare forma grafica alla monografia d’impresa: “Nei casi più felici, si instaura un rapporto di grande fiducia e di interessante confronto reciproco.”