27 Novembre 2019
INNOVAZIONE

L’agricoltura che fa bene e protegge è possibile

27 Novembre 2019
INNOVAZIONE

L’agricoltura che fa bene e protegge è possibile

27 Novembre 2019
INNOVAZIONE

L’agricoltura che fa bene e protegge è possibile

Anche in agricoltura, la formazione, l’informazione e il confronto con altri paesi europei è cruciale di questi tempi. Al convegno nazionale Compag di Bologna Fabio Manara, il presidente della federazione nazionale delle rivendite agrarie, ha annunciato un nuovo statuto per accogliere anche l’attività dei cerealisti che, finora privi di rappresentanza a livello nazionale, che hanno una voce anche a livello europeo grazie a Compag e al suo filo diretto con Coceral, l’associazione europea che rappresenta i commercianti di cereali e mangimi con un approccio all’agricoltura non isolato ma interdipendente al quadro economico globale.

COMPAG – Federazione Nazionale Commercianti di Prodotti per l’Agricoltura – nata nel 1980 a Bologna, è un’associazione di categoria che aderisce alla Confcommercio. In essa si riconosce la maggior parte delle aziende commerciali fornitrici di mezzi tecnici e servizi per l’agricoltura: fitofarmaci, fertilizzanti, sementi, mangimi, prodotti per orto e giardino, stoccaggio e commercializzazione di cereali, consulenza e assistenza tecnica.

Oggi fare agricoltura significa avere esigenza di coniugare la produttività alla crescita della popolazione mondiale, la tutela dell’ambiente e del clima, il mantenimento della competitività in un mercato globale e liberalizzato, il tutto con particolare attenzione ai temi legati alla sicurezza di alimenti e mangimi e ai trattati commerciali.

Tanti i temi trattati, moderati da Angelo Frascarelli, professore associato presso l’Università degli Studi di Perugia, dove insegna Economia e Politica Agraria e Politica Agroalimentare. Primo fra tutti, la possibilità di sostenere finanziariamente i soci attraverso linee di credito agevolato ai clienti che permette di anticipare i pagamenti nell’acquisto di mezzi tecnici grazie agli accordi stretti da Compag con un istituto di credito primario. L’iniziativa – ha annunciato Manara – è già stata avviata in fase sperimentale nella regione Marche e a breve verrà ampliata ad altre zone.

Altra attività fondamentale dell’associazione è l’impegno profuso per rappresentare il settore presso i Ministeri, ruolo svolto egregiamente da Piero Catelani, il quale ha aggiornato il pubblico sugli importanti argomenti dibattuti nel corso dell’anno: i prodotti per uso non professionale, la situazione della CUN per il grano duro, la gestione delle confezioni di prodotti fitosanitari sottoposte a cambio di titolarità e la revisione del PAN (in merito alla quale sarebbero arrivate al ministero circa 21mila osservazioni, quindi la bozza di testo non potrà essere definitiva prima del prossimo autunno)

Edoardo Musarò (junior manager del braccio cerealicolo dell’associazione), si è occupato di illustrare i nuovi progetti e spiegare il ruolo fondamentale dei membri di un’associazione in continua evoluzione quale è Compag. “Essere associato – ha affermato – non significa solo pagare una quota associativa, ma sottintende la volontà di essere parte attiva. Il ruolo di Compag sarà quello di rappresentanza del settore presso le istituzioni, tenere i soci aggiornati (IT e EU), fornire consulenza, indicare loro opportunità e proporre servizi, ma a loro volta essi dovranno essere parte attiva della “Compag community”, partecipando a incontri e progetti, condividendo idee, proposte e problemi e fornire dei feedback (condizioni fondamentali per garantire un processo continuo di evoluzione)”.

Oltre a ricordare la partecipazione costante di Compag presso i diversi tavoli ministeriali in materia di cereali, grano duro e mais, Musarò ha descritto i numerosi progetti e iniziative dell’associazione, tra cui un manuale tecnico e pratico per la gestione dell’HACCP e un progetto di collaborazione con la parte industriale per definire un calendario di incontri informativi ove vengano chiariti i requisiti dei centri di stoccaggio per i contratti di filiera. Prosegue – ha confermato Musarò – anche l’idea nata l’anno scorso di realizzare delle visite guidate in altri paesi europei. Dopo la Polonia, quest’anno sarà la volta della Francia e l’iniziativa coinvolgerà sia il settore dello stoccaggio che quello dei mezzi tecnici, aprendo nuove possibilità di confronto e apprendimento. Compag sta valutando, inoltre, la possibilità di organizzare un servizio di consulenza per i centri di stoccaggio che vogliano ottenere la certificazione biologica. Prosegue anche il progetto di sviluppare un disciplinare sul grano duro di alta qualità che veda l’accordo dell’intera filiera. I firmatari del protocollo di intesa per migliorare il grano duro italiano, infatti, rappresentano complessivamente un valore di quasi 50 miliardi di euro.

Altro aspetto importante è la collaborazione triennale con il Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali dell’Università della Tuscia. Per quanto riguarda il mais, altra coltura che sta attraversando un periodo di forte difficoltà, Compag si sta adoperando per ottenere un contratto quadro che risponda adeguatamente alle esigenze degli operatori e consenta di accrescere il livello qualitativo. Alla base del contratto vi è un disciplinare con delle indicazioni per le buone pratiche agronomiche, di essiccazione e di conservazione, oltre a prevedere varie possibilità per la fissazione del prezzo.

Dopo le rassicurazioni di Ivano Valmori (Image Line), che ha descritto i vantaggi dell’utilizzo dell’innovativo sistema SDS ON DEMAND in merito alla consegna delle schede di sicurezza (strumento da usare nel modo appropriato per evitare di incorrere in inutili – e pesanti – sanzioni), è stata la volta di Vittorio Ticchiati (direttore generale Compag), che ha parlato della bozza di revisione del PAN presentata lo scorso mese di ottobre. “Essa è caratterizzata – ha affermato – da una connotazione esageratamente ambientalista, con il conseguente rischio di una forte propensione a politiche anti-aziendaliste e di incentivo alla bassa produttività.” Ticchiati ha ribadito le proposte di Compag a questo proposito, tra cui necessità di ridurre di almeno il 50% gli obiettivi misurabili (poiché troppo ambiziosi rispetto alla realtà), di evitare di imporre distanze di rispetto diverse da quanto indicato in etichetta (queste ultime derivano già da una valutazione del rischio in relazione alle modalità di impiego), di garantire il riconoscimento reciproco della formazione tra regioni e, infine, di fornire indicazioni più precise sulla possibilità di effettuare la vendita online.

Prezioso l’intervento di José Mª Poch (esponente di Fedisprove, l’equivalente di Compag in Spagna), il quale ha fornito un’utile panoramica sulla situazione spagnola in merito alla produzione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti fitosanitari con l’augurio di riuscire ad avvicinare le reciproche posizioni e affrontare insieme le sfide europee. Poch ha spiegato che Fedisprove è composta da 20 associazioni autonome a cui fanno capo oltre 500 imprese del territorio. Essa rappresenta l’80% del settore dei mezzi tecnici per l’agricoltura spagnolo, mentre il restante 20% è coperto dalle cooperative. I soci di Fedisprove forniscono – come quelli di Compag – consulenza tecnica agli agricoltori su coltivazioni, attrezzature, macchinari, prodotti fitosanitari e sistemi di pagamento. Poch ha sottolineato inoltre che in Spagna il secondo PAN è già stato approvato e punta a ridurre i rischi relativi all’uso dei prodotti fitosanitari e a incentivare la gestione integrata dei grandi problemi che affliggono l’agricoltura per preservare il settore agricolo forestale e alimentare nel rispetto dell’ambiente. Egli ha posto l’attenzione, inoltre, sulla necessità di contrastare il commercio illegale di prodotti fitosanitari, denunciando un allarmante quanto proliferante sistema di contraffazioni, furti e reimmissioni sul mercato degli stessi.

Particolarmente interessante e costruttiva anche la tavola rotonda che si è svolta nella seconda parte della mattinata e che ha visto la partecipazione di Rosario Trefiletti che, in qualità di esponente delle associazioni dei consumatori (Centro Consumatori Italia) ha sottolineato che essi chiedono prodotti buoni, sani, a un prezzo equilibrato, ricordato come sia eccessivo lo scarto tra il prezzo al produttore e il prezzo al consumatore, e riportato l’attenzione su un grave e attuale problema italiano: il consumo del suolo. Temi sostenuti anche da Gianmichele Passarini (Presidente Regionale Cia Veneto-Agricoltori Italiani, in qualità di esponente dell’associazionismo agricolo), il quale ha esortato a scegliere la via dell’innovazione, a fare sistema per sfruttare meglio le risorse italiane e a uscire dall’idea di mera produzione merceologica per comprendere anche il contesto, la grande cultura e tradizioni italiane. Bisogna passare dal concetto di commodity al concetto di specialità, dal concetto di filiera a sistema di filiera e, soprattutto, va riconosciuta all’agricoltore la dignità del suo lavoro… Rassicuranti gli interventi di Alberto Ancora (Presidente di Federchimica-Agrofarma) sulla sicurezza ed efficacia delle molecole utilizzate in agricoltura, nonostante il rammarico per le eccessive restrizioni e, soprattutto, per l’inutile burocrazia che rende impossibile intervenire tempestivamente all’insorgenza del problema (xylella, maculatura, cimice asiatica…) che, in questo modo, non può essere isolato e risolto immediatamente ma dilaga e assume forme incontenibili a causa della lentezza della macchina burocratica. “È necessario – ha affermato il Presidente di Agrofarma –  creare delle corsie preferenziali per situazioni di reale emergenza”. Fabio Manara (Presidente di Compag) ha sottolineato come l’agricoltura italiana sia ancora troppo frammentaria, la normativa eccessivamente complicata, e il servizio di consulenza sia divenuto imprescindibile per il successo di ogni azienda commerciale.

Una tavola rotonda costruttiva e collaborativa, che ha saputo cogliere l’occasione per un vero confronto fra le parti, far conoscere le opinioni e le aspettative dei consumatori e, al contempo, informarli e rassicurarli sull’elevata qualità dell’agricoltura italiana, che oggi più che mai deve essere smart.

Utile, infine, l’immagine regalata da Frascarelli: la gestione della supply chain di tipo tradizionale, dove il maggior peso è a carico dell’agricoltore, va ora sostituita con l’idea di value chain, dove è il consumatore a scegliere la direzione, perché l’intera filiera è al suo servizio.

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