La moda può far male o bene alla pelle? Ci vuole moderazione, come direbbe il buonsenso, e di questo si è parlato presso l’atelier di Natsuko Toyofuku in corso Como 9 a Milano. Nella bella location fashion si è tenuto “AMICI PER LA PELLE”, un incontro divulgativo sulla salute della pelle e sulle conseguenze per il derma del contatto prolungato con prodotti d’uso comune quali cosmetici, farmaci e manufatti tessili.
Giulio Tosti, medico dermatologo presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO), ed esperto di tumori della pelle, ha detto che la pelle è un vero organo che svolge funzioni complesse (protettive, sensoriali, metaboliche, immunitarie, endocrine), con un ruolo di “barriera” per controllare l’ingresso di alcune sostanze (eventuali agenti estranei, come gli allergeni).
Partendo dalla definizione di cosmetico, Il dott. Tosti ha fatto riferimento alla normativa vigente a livello Europeo che stabilisce le sostanze ammesse e le sostanze proibite nei cosmetici e si è soffermato sul concetto di dermo-compatibilità dei cosmetici, sottolineando che la selezione di materie prime sicure, possibilmente non inquinanti e biodegradabili è fondamentale per produrre cosmetici di alta qualità e con un elevato profilo di sicurezza per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Il dottor Giulio Tosti ha poi affrontato il tema della sicurezza e della tollerabilità dei tessuti che indossiamo, presentando alcuni dati sulla prevalenza della sensibilizzazione da contatto imputabile ad alcuni componenti dei tessuti, in particolare la parafenilendiamina (PPD), e altri coloranti largamente usati nell’industria tessile.
La dermo-compatibilità dei tessuti che vestiamo è importante tanto quanto la dermo-compatibilità dei cosmetici, dice il medico, sottolineando che vi sono, in questo senso, esempi virtuosi di ricerca e sviluppo sia nell’industria cosmetica sia nell’industria tessile.
L’approfondimento nel mondo dei tessuti è stato oggetto della trattazione di Mauro Rossetti, chimico tessile, direttore dell’Associazione Tessile e Salute e referente tecnico per la sostenibilità chimica del Ministero della Salute, di Federchimica e della Camera Nazionale della Moda Italiana.
Come punto di partenza del suo discorso ha menzionato Greenpeace a cui va il merito di aver scoperchiato il pericolo chimico nel mondo del tessile. Rossetti ha però posto l’attenzione principalmente sull’opportunità di evitare gli eccessi in quanto non bisogna criminalizzare la chimica, perché senza non potremmo né mangiare né curarci, mentre non esistono fibre tessili migliori di altre, ma tutto dipende da come sono prodotte. Il punto focale dell’eticità e dell’eco-compatibilità, e ciò che serve davvero al mondo del tessile, è la tracciabilità della filiera della produzione del vestiario dal filato al capo finito al suo smaltimento. Solo attraverso la tracciabilità si possono garantire articoli giusti, salubri e sostenibili, infatti solo la tracciabilità garantisce la qualità e la sicurezza del prodotto, il trattamento etico nel mondo del lavoro, il rispetto degli animali e la piena tutela del consumatore, quindi in sostanza la sostenibilità.
Esempio virtuoso di unicità e sostenibilità dell’intera filiera, la collezione NVK Daydoll, marchio fondato nel 2010 dall’architetto Natasha Calandrino Van Kleef. Dalla materia prima al capo finito il processo di lavorazione è semplice e lineare perché utilizza un solo tessuto (un derivato dalla polpa di faggio), e riduce la complessità delle lavorazioni e quindi il consumo di energia e acqua: l’assenza di bottoni o zip è risolta con una chiusura innovativa brevettata da NVK Design di Natasha Calandrino Van Kleef e rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico per consentire di rendere vestibile un unico materiale intorno al corpo.
NVK Daydoll ha di recente ottenuto anche la certificazione dell’Associazione Tessile & Salute, rilasciata in collaborazione con il Ministero della Salute, che riconosce che i capi di abbigliamento realizzati soddisfano tutti i requisiti dell’Associazione, a tutela della salute dei cittadini, garantendo al consumatore finale la sicurezza e la trasparenza del prodotto tessile-abbigliamento.