24 Febbraio 2019
SPAZI AMPLIATI

“La casa dei saperi” alla Fondazione Adolfo Pini

24 Febbraio 2019
SPAZI AMPLIATI

“La casa dei saperi” alla Fondazione Adolfo Pini

24 Febbraio 2019
SPAZI AMPLIATI

“La casa dei saperi” alla Fondazione Adolfo Pini

Spazi ampliati e nuovo progetto di incontri  con un team curatoriale di ricercatori e professionisti under 35, sono l’ossatura del programma per la Fondazione Adolfo Pini a Milano. Il luogo di Brera dedicato al sapere e alla cultura, dedicata alla memoria del grande uomo di cultura, che scriveva e amirava i quadri dello zio materno, il pittore Renzo Bongiovanni Radice che aveva il suo atelier nella casa di famiglia.

Che era in corso Garibaldi a Milano proprio dove oggi c’è la Fondazione che mette in programma un progetto nuovo di incontri scelti tra oltre 150 candidature. Un progetto pluriennale, chiamato Casa dei Saperi, che per i prossimi due anni sarà dedicato alle Nuove Utopie.

 

Nei nuovi spazi ampliati della Fondazione Pini Sonia D’Alto, Elisa Gianni, Itamar Gov, Cristina Travanini e Alessia Zabatino condurranno dialoghi e conversazioni con il collettivo artistico rumeno Apparatus 22, il filosofo Leonardo Caffo, il criminologo Adolfo Ceretti, Sara Ferraioli di Maestri di Strada e la curatrice turca co-fondatrice di Collective Çukurcuma, Mine Kaplangı. A concludere la serata una performance sonora dell’artista e compositrice franco-canadese CECILIA.

Casa dei Saperi, ideato e diretto da Valeria Cantoni Mamiani. A inaugurarlo, mercoledì 27 febbraio alle ore 19:00 in Corso Garibaldi 2, sarà una serata speciale, prima di una serie di appuntamenti che si svilupperanno nell’arco del prossimo biennio, con un programma di incontri, proiezioni, workshop, talk, con la partecipazione di figure del panorama italiano e internazionale.

Al centro del progetto, il tema Nuove Utopie è esplorato e approfondito a partire da nuovi modi, più sostenibili, di essere cittadini, attraverso la volontà e gli sforzi del pensare e spesso agire insieme per le alternative allo status quo.

Ci siamo messi al lavoro sul tema della Nuove Utopie perché desideriamo pensare che siamo in un’epoca in cui è urgente tornare a parlare insieme, a confrontarsi, a scambiare conoscenze ed esperienze per ampliarsi, divenire più vasti e trasformare la realtà intorno a noi anche con il nostro contributo. Abbiamo scelto di fare questo con giovani di talento, impegnati in strade diverse, tutti accomunati dalla passione, dall’abitudine a unire dimensione teorica e dimensione pratica“, afferma Valeria Cantoni Mamiani, ideatrice e direttrice di Casa dei Saperi.

 

Proprio la capacità di scambio e di confronto tra giovani professionisti di diversi ambiti e discipline sarà il filo conduttore che guiderà, per i prossimi due anni, il team curatoriale under 35 selezionato dalla Fondazione Adolfo Pini attraverso una Open Call a cui hanno partecipato oltre 150 candidati da diversi Paesi. A farne parte sono Sonia D’Alto, Elisa Gianni, Itamar Gov, Cristina Travanini e Alessia Zabatino, che, sotto la guida di Valeria Cantoni Mamiani, avranno il compito di sviluppare e curare la programmazione nell’arco dei prossimi mesi.

 

Il primo appuntamento sarà proprio la serata inaugurale, in cui ciascuno di loro dialogherà, rispettivamente, con il collettivo artistico rumeno Apparatus 22, il filosofo Leonardo Caffo, il criminologo Adolfo Ceretti, Sara Ferraioli dell’associazione Maestri di Strada ONLUS e con la curatrice turca e co-fondatrice di Collective Çukurcuma Mine Kaplangı. Gli incontri si svolgeranno in contemporanea e in cinque diverse stanze della Fondazione.

A concludere la serata: Miracle, una performance sonora dell’artista e compositrice franco-canadese CECILIA, che si terrà nel salone principale.

 

Cinque i temi di approfondimento su cui i curatori declineranno le Nuove Utopie nell’arco del prossimo biennio, a partire dalla serata di lancio del progetto: si parlerà di apprendimento come sfida al cambiamento, di riparazione come pratica necessaria in un mondo che molto ha costruito e molto rotto a partire dalle relazioni, di post-umano come ibridazione generativa con la tecnologia e come riposizionamento rispetto all’animale e all’ambiente, di identità come forma aperta ed evolutiva e non gabbia chiusa in cui installarsi e proteggersi, di immaginazione e potere come spazio per l’affermazione del potere intrinseco di cui ogni essere umano e ogni comunità hanno diritto a partire dal poter essere, poter fare e poter avere un impatto.

 

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