Dal 3 dicembre 2017 al 22 aprile 2018, il MA*GA di Gallarate ospita una grande mostra dedicata all’attività pittorica e grafica di Jack Kerouac, una delle icone letterarie del XX secolo.
Il museo è riuscito a mettere insieme delle opere dell’esponente della Beat Generation che raramente si sono viste da noi: Beat Painting, presenta 80 tra dipinti e disegni, in gran parte esposti per la prima volta in Italia. Rivelano un processo creativo con relazioni con la tradizione della cultura visiva americana, con gli altri autori del movimento Beat, da Allen Ginsberg a William Borroughs e i maestri della pittura informale e della Scuola di New York che Kerouac iniziò a frequentare dalla seconda metà degli anni Cinquanta .
Finora le opere sono state esposte in solo alcuni selezionati musei come il Whitney Museum of American Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo ZKM di Karlsruhe e rimaste per decenni a Lowell, MA, città natale dello scrittore, all’interno del lascito testamentario gestito dal cognato, John Sampas, e in seguito ceduto ad una serie di collezionisti privati facenti capo al Rivellino LDV, Locarno (CH).
La rassegna, curata da Sandrina Bandera, Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella, è organizzata dal MA*GA con il Comune di Gallarate, con il sostegno di Ricola, Heritage Art Foundation e Fondazione Cariplo e in collaborazione con il Rivellino LDV, Locarno (CH)
“Dipingo solo belle cose. Uso vernici da pareti e colla, uso il pennello e le punte delle dita. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lo voglio. E quando potrò vendere i mie dipinti potrò comperarmi un pianoforte e comporre musica. Perché la vita è una noia”.
Jack Kerouac, October 10, 1956, Mexico City
Una speciale sezione video amplierà gli orizzonti culturali del progetto, con la proiezione dell’intervista di Fernanda Pivano a Jack Kerouac, gentile concessione di Rai Teche e di Pull My Daisy (1964), il cortometraggio (30 min.) sceneggiato da Kerouac, diretto da Robert Frank e Alfred Leslie, e recitato da alcuni protagonisti della Beat Generation, quali Allen Ginsberg e Gregory Corso.