Per racontare la storia di Cheich Diattara non bastano solo le parole. Il sarto di origine senegalese a capo di una “sartoria sociale” a Milano è protagonista in queste settimane del lancio di un libro “E ora vi racconto Cheikh” con l’autrice de testo Emanuela Nava e le illustrazioni di Anna Sutor. Ed è anche al centro di una raccolta fondi che ha già racimolato online varie migliaia di euro. Grazie a questa campagna si sostiene KeChic, un’impresa che crea impatti positivi per le persone più vulnerabili e a basso reddito, una sartoria sociale dove le diversità diventano una ricchezza, legata all’Associazione senegalese Des handicapès moteurs de Guèdiawaye di Dakar.
Cheikh, maestro nella lingua del Senegal, per le sue creazioni sartoriali si ispira ai colori che ha visto nella sua vita: ha attraversato il mare, li ha portati con sé e ha acceso Milano, il giallo screziato del mango, il blu del cielo, il rosso fuoco dei tramonti. Tra chi lo conosce è riconosciuto per la sua tenacia, mentre suona il djambe o gioca a basket da campione, spostandosi in campo sulla sedia a rotelle. E quando, nella bottega di sarto, le sue mani cuciono con le stoffe vax, tipiche della sua terra, abiti e cappotti e giacche e pantaloni richiesti da tutti, è diventato un punto di riferimento per la sartoria alternativa a Milano. Il fatto che sia ammalato di pomiomielite da bimbo, una malattia che gli ha fatto perdere l’uso delle gambe, non costituisce il suo tratto principale.
Cheich è a capo di una sartoria sociale con sede a Milano in Via G. Pepe, 38 che ha un approccio culturale alla moda con occhio alle tradizioni, le culture differenti e gli intrecci di storie. Con lui lavorano persone di nazionalità diversa che si incontrano e confrontano ogni giorno nell’attività di lavoro.
Cheikh Diattara è il primo sarto e co-fondatore insieme a Valeria Zanoni e lavora a distanza con i suoi colleghi del Centre Handicapè di Dakar, dove ha imparato il mestiere, una grafica israeliana, un sarto tirocinante del Mali, una collaboratrice guineana, una tirocinante indiana in collaborazione con Fondazione San Carlo e Caritas.
Kechic è una “multinazionale di amici”, contatti e persone dove si valorizzano e a volte si scoprono incredibili talenti, condividendoli.
Grazie alla collaborazione con il CELAV del Comune di Milano, Keita, giovane rifugiato del Mali, è stato tirocinante per un periodo di 6 mesi. La raccolta fondi serve a sostenere questa spesa, come le altre necessarie per crescere, autonomamente.
https://www.produzionidalbasso.com/project/aiuta-kechic-a-crescere/