Fantasticando di una fotografia nuova, che torni a essere premessa di solidarietà e protezione contro
l’insensatezza di vivere, gli autori dell’Ultima Foto , libro pubblicato da Seipersei Editore, puntano i fari del dibattito sul legame tra il nostro destino più intimo e quello delle fotografie. Gli autori cercano nel pregevole volume, improbabili risposte per un mondo complesso.
Entrare in una capanna immaginaria, smettere di guardare per proteggere la vita segreta degli occhi, potrebbe essere la soluzione? Isolarsi fu la scelta rivoluzionaria del filosofo Ottocentesco Henry David Thoreau alla ricerca di un vero sentire e stanco degli obblighi della società. Potrebbe funzionare anche con le immagini? Si chiede Enrico Ratto, (Genova, 1980) giornalista per Rivista Studio, Domus, Il Fotografo e altre testate in Italia e Francia. Dal 2015, per cinque anni, con il progetto “Maledetti Fotografi” ha intervistato e raccontato le storie di cento fotografi.
Michele Neri (Milano, 1959) giornalista per le pagine culturali delle principali testate italiane, ex direttore
dell’Agenzia Grazia Neri, fondatore della comunità fotografica Makadam.
La pubblicazione “L’ultima foto” si è resa necessaria perché gli autori hanno osservato, come scrive Neri: “Guardare, scrollare senza sosta fotografie, immagini, selfie, meme e fake non solo stanca e distrae: annebbia la percezione del tempo, compromette la memoria di un passato e l’attesa di un futuro soltanto nostro, allontana dall’altro fermandoci alla sua superficie riflettente, frantuma la fiducia nel ruolo affettivo e informativo della fotografia. Ci toglie il respiro” .
Lo stesso editore, specializzato in pubblicazioni fotografiche, sta approntando una inedita uscita che farà felici molti fan della musica italiana, Franco Battiato, nucleus Fotografie Roberto Masotti. Già in distribuzione “L’editoria fotografica indipendente in Italia” a cura di Stefano Pane. Si tratta di un saggio che si pone l’obiettivo di inserire nel dibattito critico contemporaneo la scena dell’editoria indipendente fotografica, sviluppatasi con grande fermento e con sempre maggior successo dai primi anni del Duemila. Partendo dallo stato dell’arte dell’editoria indipendente nell’epoca post-digitale.
Testo di Laura Di Bartolomeo