Il mercato del lavoro è in continua evoluzione. Stando agli ultimi dati Eurostat disponibili, in Italia si laurea una percentuale di giovani nettamente inferiore rispetto alla media europea. Mentre negli altri stati la quota dei giovani tra i 30 e i 34 anni che posseggono un titolo di studio terziario raggiunge il 41,6%, nel nostro paese arriva solo al 26,8%.
Nonostante le motivazioni di questo divario non siano ancora del tutto chiare, nell’articolo si fanno alcune considerazioni e si evidenziano le lauree su cui puntare per entrare prima nel mondo del lavoro.
Giovani e università in Italia
In primo luogo, è un dato di fatto che molti ragazzi italiani siano ancora esclusi dal sistema educativo universitario e, tra le principali motivazioni, la difficoltà nel potersi mantenere è sicuramente la causa maggiore. Gli istituti statali, seppur più economici, purtroppo sono sovraffollati e a volte non riescono a stare al passo delle università private, con maggiori servizi e percorsi di studio più adatti al mercato del lavoro. Le rette per le università private, però, sono tutt’altro che abbordabili. In più, non sono solo le tasse universitarie a pesare sul bilancio familiare, ma anche vitto e alloggio se si è costretti a spostarsi.
Si può ricorrere alle borse di studio, ma l’iter per ottenerle non è immediato e spesso non sono neanche sufficienti per arrivare a fine mese. Inoltre, essere studenti-lavoratori è penalizzante e rallenta la carriera universitaria, perciò, per far fronte al continuo aumento degli affitti e non rinunciare alle possibilità offerte da un’istruzione superiore, molti studenti stanno ricorrendo a finanziamenti personali per gli studi. In particolare, è più facile accedere a prestiti per i giovani sui siti online con tempi rapidi di erogazione, permettendo così di non ostacolare il percorso accademico a causa di ritardi dei vari pagamenti.
Detto ciò, rispetto ai dati sulla media europea, bisogna prendere in considerazione che il sistema universitario è suddiviso in modo diverso, per cui già il solo considerarsi “laureato” può avere differenti sfumature. In pratica, negli altri paesi esistono molti più corsi professionalizzanti brevi dopo il diploma, considerati come istruzione terziaria al pari di una laurea triennale italiana. In realtà, se si escludono questi corsi, il numero di laureati triennali in Italia non è lontano da quello degli altri paesi con una popolazione simile. Quel che è vero, però, è che l’Italia ha meno giovani iscritti ad un corso di laurea magistrale e dottorandi, probabilmente a causa delle scarse opportunità lavorative adeguate che si prospettano successivamente.
Le lauree su cui puntare per trovare lavoro
Ma dagli ultimi studi ISTAT arriva una notizia confortante nel mercato del lavoro per chi si laurea : il tasso di occupazione dei laureati in Italia è del 74,6%, in crescita rispetto agli anni precedenti. Ma quali sono le migliori lauree per trovare lavoro nei prossimi anni? La risposta arriva dal Rapporto Excelsior “Scenari per l’orientamento e la programmazione della formazione” che fornisce un quadro completo di quali sono le lauree su cui puntare.
Si prevede, infatti, che la mancanza di laureati sarà particolarmente evidente nei settori medico-sanitario (con un deficit di 12.000 laureati all’anno), economico-statistico (8.000 laureati annui) e nelle discipline STEM (6.000 laureati all’anno). Se si considerano nel complesso gli indirizzi della formazione tecnica e professionale secondaria di II grado, si stima che l’offerta formativa attuale sarà in grado di soddisfare solo il 60% della domanda prevista nei prossimi cinque anni. I settori con i maggiori disallineamenti tra domanda e offerta, in particolare, saranno quelli dei trasporti e logistica, costruzioni, sistema moda, meccatronica, meccanica ed energia.