Più che un pupazzo un ranocchio preistorico che si è fatto paladino dell’uomo. Il Gabibbo, popolare personaggio tv di Striscia La Notizia, è stato per lungo tempo oggetto di contenziosi giuridiche. Ma in realtà l’unica somiglianza che ha è con il Gerrothorax, un anfibio estinto 210 milioni di anni fa, che era vissuto in Svezia e Groenlandia.
Dopo 16 anni e sei gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha nuovamente confermato l’esclusione di qualsiasi plagio e contraffazione respingendo il ricorso di Carey, autore del bozzetto da cui sarebbe stato tratto il Big Red, mascotte di una squadra di basket della Western Kentucky University. La Cassazione ha poi rinviato il giudizio alla Corte di appello di Milano perché sia esclusa-esaminata anche l’ipotesi di una mera ispirazione tratta dal Big Red per la creazione del Gabibbo.
Ciò considerando un’intervista ironica e paradossale rilasciata da Antonio Ricci a Novella 2000 nella quale, rispondendo a chi gli poneva il quesito sulla primogenitura del pupazzo di neve o sull’origine di un banalissimo blob, con i suoi usuali toni dissacratori sosteneva, tra l’altro, che il Gabibbo era figlio illegittimo dell’omino Michelin e di una ballerina del “Muppets Show”.
Il Gabibbo aspetta sereno l’ulteriore giudizio della Corte di Appello di Milano, dove l’allora vicedirettore di Novella 2000, autore dell’intervista, potrà finalmente testimoniare. Il Vendicatore rosso è convinto che riuscirà a dimostrare, ancora una volta, la sua totale ragione anche per questa residua parte del giudizio.
«Se c’è un’evoluzione», dice il Gabibbo, «io sono l’evoluzione del Gerrotorace (gen. Gerrothoraz), un anfibio estinto appartenente ai temnospondili, che visse nell’ultima parte del Triassico superiore (210-205 milioni di anni fa)».