20 Maggio 2019
TRADIZIONE ORALE

Il festival del fiaba per adulti a Modena

20 Maggio 2019
TRADIZIONE ORALE

Il festival del fiaba per adulti a Modena

20 Maggio 2019
TRADIZIONE ORALE

Il festival del fiaba per adulti a Modena

Il Festival della iaba pensato per glia dulti nel 2019 torna a Modena dal 14 al 16 giugno. La mission è approfondire il genere narrativo della Fiaba attraverso un’indagine intellettuale, antropologica e culturale in una nuova versione itinerante presso il circolo culturale Filatoio e varie location nel quartiere adiacente al Museo casa Enzo Ferrari.

Il Festival unico sul territorio nazionale per il suo target di riferimento, ovvero il pubblico adulto e consapevole. Tre giorni di narrazioni in voce semplice, conferenze, performance, spettacoli, Workshop e tante iniziative dedicate quest’anno al tema della “Follia”.

Tra gli altri saranno protagonisti – in un ciclo di incontri a ingresso gratuito che si svolgeranno ogni sera al Filatoio – lo scrittore Mario Ferraguti, che parlerà della figura del lupo nelle fiabe, Ivonne Donegani – professoressa universitaria, già direttrice del Dipartimento di Salute Mentale di Bologna e responsabile del progetto Arte e Salute Mentale che, da anni, è impegnata attivamente nei percorsi di de-istituzionalizzazione, promozione della salute e inclusione sociale, in collaborazione con le associazioni di familiari e utenti – e Nicola Bonazzi, drammaturgo e regista, tra i fondatori della Compagnia Teatro dell’Argine, che dal 2012 collabora come guida del laboratorio teatrale con “Gli Amici di Luca”, compagnia nata in seno alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna.

Nell’ambito della sesta edizione del Festival, quest’anno pensata per un pubblico esclusivamente adulto, ogni evento sarà in dialogo con lo spazio che lo ospita: ecco allora che la camera 22 dell’hotel La Pace sarà la location perfetta per ascoltare la storia di Cappuccetto Rosso, così come lo spazio ProgettoLavoratorio ospiterà alcune conferenze, mentre Loom coworking di Laura Turrini, Factory 107, Ron Varadero – dove si importa il Rum – l’Atelier di Andrea Cappucci, lo spazio di Marco Brunetti, l’Officina di restauro di auto e moto d’epoca El Grippo e le botteghe di alcuni artigiani (falegnami e fabbri) accoglieranno altre fiabe ed eventi.

Il salone di un appartamento privato sarà un altro luogo a cui accedere – rigorosamente suonando il campanello – per ascoltare una fiaba, restituendo così al pubblico l’atmosfera di casa, mentre il giardino della cultura turca di Modena sarà la sede di una performance itinerante per uno spettatore alla volta.Tanti anche gli spettacoli – con un biglietto dal costo variabile e prenotazione obbligatoria – tra cui, da non perdere, “Il Sapere perduto: un viaggio tra caduta, compimento e metamorfosi”: un percorso itinerante, ideato e diretto da Nicoletta Giberti, direttrice artistica del Festival della Fiaba, dedicato ai disegni di Gea Zoda – figlia dell’artista e incisora Andreina Bertelli e del pittore Italo Zoda, frequentatori tra gli altri di Renato Guttuso, Leonardo Sciascia e Dacia Maraini – che, cresciuta immersa nell’arte e stimolata dal percorso narrativo intrapreso al Festival e dal tema della Follia, per la prima volta in questa occasione mostrerà le sue opere al grande pubblico, in un modo assolutamente originale e “folle”.

E poi performance, come quella della narratrice Anna Tondelli, “accompagnata” da una costumista d’epoca, dedicata a Barbablù e le fiabe della tradizione, che saranno le protagoniste assolute del Festival a loro dedicato. Narrate in voce semplice nei vari luoghi della manifestazione ogni ora e mezza circa, per una capienza che varierà a seconda degli spazi, per mantenere la bellezza dell’intimità della condivisione.

E, ancora, presentazioni di libri, come “Disturbi di luminosità”, di Ilaria Palomba, dove la follia emerge dall’assenza d’amore, di certezze, di futuro, in un sociale che implode. Alla Caffetteria del Filatoio sarà poi servito a qualsiasi ora l’assenzio, in onore della fata verde che tanto ispirò i poeti maledetti attraverso la perdita della ragione e l’incontro con la follia.Mentre il Giardino del circolo sarà l’anima pulsante del Festival, uno spazio dove gustare cose buone da mangiare, dove attendere il proprio turno per andare ad ascoltare una fiaba e soprattutto dove incontrarsi e scambiare parole, pensieri e suggestioni. Lì ci sarà anche la bottega di Lu_Ghirò, attenta artigiana dell’antica arte del ricamo.

“Dopo cinque edizioni in cui abbiamo cercato spazi potenti, bellissimi e accoglienti, abbiamo deciso di spostare lo sguardo su un quartiere difficile di Modena, ma che ha un grande potenziale, perchè ricco di verità e libertà – spiega Nicoletta Giberti, direttrice artistica e ideatrice del Festival della Fiaba – Non a caso il Filatoio sorge esattamente lì e, da due anni, brilla e brulica di iniziative e persone che lo frequentano entusiaste e grate di ciò che incontrano. Perché l’intento del Festival della Fiaba è anche quello di portare luce e bellezza in questi luoghi, per aprire riflessioni personali e collettive. E la manifestazione nasce dallo stesso impulso che nel tempo ha mosso l’uomo a raccontare fiabe: l’incontro con il substrato inconscio e l’effetto vivificante che se ne trae, raccontandole, leggendole o semplicemente ascoltandole. La fiaba è fatta di simboli che si ripetono dalle origini in tutto il mondo, ed è nata per gli adulti, i bambini erano ascoltatori occasionali, di passaggio”.

Ogni volta che una fiaba della tradizione viene raccontata, qualcosa di prezioso viene condiviso e compreso da tutti in un’epifania personale e collettiva.

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