L’Azionismo viennese di Hermann Nitsch è stato molto discusso e ricordato negli anni. Ora una mostra lo fa rivivere e ricordare al Ciac di Foligno (fino al 9 luglio 2017), che è terra di benaltre arti, ugualmente ammirate.
Il Wiener Aktionismus a metà anni Sessanta sconvolse il panorama artistico europeo. Non conosciuto ai livelli della performance art, aveva una matrice autolesionistica e sadistica che lo rese inviso a una certa fetta di pubblico.
Al Centro di Foligno, però, quella che è in corso è chiamata O.M.T. Orgien Mysterien Theatre (Teatro delle Orge e dei Misteri) – Colore dal Rito, una mostra curata da Italo Tomassoni e Giuseppe Morra, dal 1974 storico gallerista ed editore degli scritti di Nitsch cui ha dedicato nel 2008 un Museo a Napoli.
L’esposizione raccoglie circa 40 opere, divise in 9 diversi cicli di lavori, realizzati tra il 1984 e il 2010 e allestite come fossero un’unica grande opera aperta negli spazi del CIAC, che diversifica nuovamente la propria offerta espositiva offrendo l’opportunità di incontrare uno tra i maggiori protagonisti dell’arte internazionale della seconda metà del Novecento.
Il percorso espositivo presenta alcune celebri installazioni di Nitsch. Come 18b.malaktion,108.lehration, 130.aktion con i celebri Relitti, alcune stampe su tela di ispirazione religiosa, Tavole di colore, una installazione composta da dieci tavole disegnate con pastelli a cera, una serie di litografie del ciclo The Architecture of the O.M. Theatre e vari volumi teorici. Un percorso esaustivo della poetica, certamente complessa e ricca di suggestioni filosofiche, di Hermann Nitsch, personalità che rappresenta ad alto livello tensioni, problematiche ed istanze della società contemporanea.