27 Gennaio 2019
TUTELE

Gli olii della Campania, primato di Salerno

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Gli olii della Campania, primato di Salerno

27 Gennaio 2019
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Gli olii della Campania, primato di Salerno

La Campania risulta la quarta regione olivicola italiana per quantità di prodotto e la sesta per superficie olivetata. Nella Campania Felix l’olivo è sempre stato presente come fonte di alimentazione sana. Narra la mitologia classica che un giorno Posidone, dio del mare, ed Atena, dea della guerra, in disputa tra loro, decisero di affidare a Zeus la scelta su quale fosse il dono più utile da fare all’uomo.
Posidone donò il cavallo, Atena una piantina di olivo: Zeus attribuì la vittoria ad Atena. L’olivo era
il dono migliore. Dal quarto millennio avanti Cristo, da quando si diffuse da un luogo imprecisato dell’Oriente, l’olivo è divenuto parte integrante della storia delle più grandi civiltà del Mediterraneo.
Usato come cosmetico, medicamento, combustibile per l’illuminazione, offerta votiva, condimento…, l’olio di oliva ha attraversato la storia dell’uomo, fino ai nostri giorni quando la scoperta dei benefici della dieta mediterranea ne ha definivamente lanciato l’olio d’oliva sulle tavole del mondo.
Perché la Campania? Qui l’olivo ha trovato il suo ambiente ideale: la natura spesso vulcanica dei terreni ed il clima tipicamente mediterraneo hanno favorito il diffondersi di questa coltura, che oltre agli aspetti economici, riveste particolare importanza anche per la salvaguardia del territorio e la tutela del paesaggio.
Infatti, il 90% dell’olivicoltura campana interessa territori collinari, quelli spesso a più alto rischio
di smottamenti e frane; l’olivo diviene così, oltre che importante e talvolta unica fonte di reddito
per le popolazioni locali, anche presidio del territorio, che esso stesso impreziosisce da secoli con
la sua immutabile presenza. La grande vocazione olivicola campana si esprime su tutto il territorio,
anche se la leadership spetta alla provincia di Salerno.
Nelle diverse zone troviamo differenti varietà e sistemi di coltivazione. Infatti si passa dagli olivi secolari e di grande taglia del Cilento, che impongono sistemi di allevamento tradizionali, agli oliveti allevati a monocono o a siepone del Medio Sele, raccolti meccanicamente; in Penisola Sorrentina troviamo oliveti consociati ad altre colture su terreni scoscesi, mentre nel Sannio e nel Casertano prevale il vaso policonico e gli olivi, disposti in filari regolari, dominano il paesaggio; in Irpinia, infine, prevale l’olivicoltura di alta collina, con varietà adattatesi, nel corso dei secoli, ai rigori dell’inverno.
Queste diverse tipologie e i vari ambienti olivicoli trovano le loro migliori espressioni nei dieci oli extravergini di oliva a Denominazione di Origine Protetta (dop) della Campania: tre (Colline Salernitane,
Cilento e Penisola Sorrentina) già riconosciuti dalla Comunità Europea, tre (Colline Caiatine, Irpinia Colli dell’Ufita e Terre Aurunche) approvati dal Ministero delle Politiche Agricole e due (Terre del Clanis e Terre del Matese) al momento in fase istruttoria.
Da varietà autoctone da sempre presenti nel salernitano ha origine l’Olio Extravergine Colline Salernitane dop. L’areale di produzione e di lavorazione comprende 82 comuni dell’area centro settentrionale della provincia di Salerno, inclusi in un vasto territorio che va dalla Costiera Amalfitana fino alla Valle del Calore, attraversando i Monti Picentini, gli Alburni, l’Alto e Medio Sele, le colline del Tanagro e parte del Vallo di Diano. Si tratta dell’area più intensamente olivetata di tutta la Campania: qui, più che altrove, si può misurare l’evoluzione che sta vivendo il comparto.
SALERNO – La settimana prossima a Salerno verrà presentato Programma di informazione e promozione dell’Olio Colline Salernitane Dop: le strategie del futuro. Dopo i saluti del Presidente della Provincia Michele Strianese, gli interventi di Sabato Esposito, responsabile della misura 321 – Regione Campania; Giuseppe Gorga, responsabile Uod servizio territoriale provinciale di Salerno; Giuseppe Daddio, direttore della Scuola di cucina “Dolce & Salato. Le conclusioni saranno a cura di Gerardo Alfani, presidente del Consorzio di tutela Colline Salernitane DOP.

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